NEFELINA
Minerale costituito da un ortosilicato, di solito rappresentato dalla formula NaAlSiO4. Tuttavia le analisi mostrano che una notevole parte del sodio è sostituita dal potassio e, talora, anche dal calcio, e che la quantità di silice è sempre un po' maggiore di quella richiesta dalla formula, tranne che nella cosiddetta pseudonefelina. Si ammette perciò che accanto al preponderante silicato NaAlSiO4 siano contenuti in soluzione solida altri silicati: KAlSiO4 e CaAl2Si2O8 con NaAlSi3O8 oppure Na2Al2Si3O10.
La nefelina cristallizza nel sistema esagonale; dall'angolo (0001): (10−11) = 44°5′1/2 si calcola il rapporto parametrico a : c = 1 : 0,8389 (Kokscharow). I cristalli hanno abito prismatico tozzo, e sono generalmente piuttosto poveri di forme; la combinazione più frequente è la base col prisma esagono di primo ordine. Talora compaiono delle piramidi di primo ordine. A queste forme si possono aggiungere il prisma e delle piramidi di secondo ordine. Hanno lucentezza vitrea traente spesso alla grassa, e sono bianchi o grigiastri, frequentemente torbidi (il nome del minerale viene da νεϕέλη, nuvola). Secondo (10−10) si ha una sfaldatura imperfetta. Le figure di corrosione mostrano che la nefelina appartiene alla classe piramidale esagonale (detta appunto della nefelina) e questo è stato confermato dagli studî röntgenografici. È otticamente negativa con debole rifrazione e birifrazione: per la nefelina del Vesuvio si è trovato: ω = 1,539 − 1,542, ε = 1,534 − 1,537. Il peso specifico è 2,6, la durezza 6.
Oltre alla nefelina vera e propria, in cui prevale il silicato NaAlSiO4, appartengono allo stesso gruppo la caliofilite o facelite, costituita principalmente da KAlSiO4, la davyna, la microsommite e la cavolinite, tre varietà che contengono notevoli quantità di Ca e in più Cl e SO3, e la cancrinite che contiene Ca e CO2. La pseudonefelina è formata dalla miscela dei due silicati NaAlSiO4 e KAlSiO4 puri.
La nefelina è un feldspatoide diffuso nelle rocce eruttive ricche di soda e povere di silice. Se ne distinguono due varietà: l'eleolite, scura, a lucentezza grassa, in cristalli spesso riconoscibili macroscopicamente, caratteristica delle rocce intrusive, e la nefelina propriamente detta, limpida e incolore, che si trova nelle rocce effusive in cristalli microscopici, e nei proietti vulcanici (Vesuvio e Vulcano Laziale). La caliofilite, la davyna, la microsommite e la cavolinite si trovano nei proietti del Vesuvio, la pseudonefelina tappezza le cavità della leucitite di Capo di Bove presso Roma, la cancrinite si trova principalmente in alcune sieniti eleolitiche della Norvegia.
La nefelina è un minerale molto facilmente alterabile. L'alterazione può condurre alla trasformazione in zeoliti (natrolite, analcime) o alla cosiddetta idronefelina, minerale o miscela di minerali non ben definita, oppure anche alla mica. Le pseudomorfosi micacee sono state chiamate liebenerite e gieseckite. D'altra parte la nefelina associata a sanidino (o, più raramente, la caliofilite) può rappresentare un minerale secondario formatosi a spese della leucite.
Il silicato della nefelina, riscaldato sopra 1248° si trasforma in una modificazione cubica, che per raffreddamento si cambia a sua volta nella carnegeite triclina, isomorfa con l'anortite.