nefrite
Malattia dei reni caratterizzata da lesioni di tipo prevalentemente infiammatorio. A seconda che queste coinvolgano i glomeruli oppure il tessuto interstiziale dell’organo si distinguono, rispettivamente, glomerulonefriti (➔), la forma più comune di infiammazione dei reni, e nefriti tubulointerstiziali.
Gruppo comprendente svariati tipi di disordini che primariamente interessano l’interstizio e i tubuli, e solo secondariamente le altre componenti strutturali del rene.
Il quadro clinico si caratterizza per le alterazioni funzionali conseguenti alla sofferenza tubulare in relazione al tratto del tubulo che risulta maggiormente interessato: acidosi tubulare prossimale o distale, glicosuria renale, aminoaciduria, fosfaturia, uricosuria, diabete insipido renale. Mancano invece i segni distintivi che accompagnano il danno glomerulare (proteinuria significativa, ritenzione sodica, edema); l’ipertensione è un evento tardivo. Il decorso clinico è determinato dalle cause e dall’entità del danno. Nella forma acuta sono preminenti l’edema e gli infiltrati interstiziali, mentre i tubuli risultano alterati e dilatati; l’insorgenza brusca e il declino rapido della funzione renale sono temporalmente correlati all’assunzione di farmaci o a un’infezione.
Nefriti da ipersensibilità a farmaci. La n. tubulointerstiziale da ipersensibilità a farmaci (antibiotici e farmaci antinfiammatori), cioè indipendente dalla dose somministrata, è di riscontro sempre più frequente; sono spesso presenti febbre ed eruzione cutanea, nonché eosinofilia, proteinuria modesta, leucocituria, ematuria. In generale questa n. regredisce rapidamente; tuttavia l’uso di steroidi è indicato nelle forme con insufficienza renale che persistono dopo la sospensione delle terapie scatenanti. Ricorre con la riassunzione dello stesso farnaco.
Le infezioni (batteriche, virali, fungine) sono una causa frequente di n. tubulointerstiziali, specie in soggetti immunocompromessi o trapiantati, per insediamento diretto nel rene dell’agente infettivo, ovvero come risposta reattiva a fattori liberati in via sistemica che vengono filtrati e riassorbiti dal rene. Un quadro clinico-patologico simile può aversi in una varietà di malattie sistemiche per alterazioni metaboliche, immunologiche o per la natura infiltrante della malattia. Nella forma cronica, tali patologie presentano atrofia tubulare e fibrosi interstiziale. L’insorgenza è subdola e il deterioramento della funzione renale avviene lentamente. Cause comuni sono le infezioni batteriche (tubercolosi, nefropatia da reflusso, ostruzioni), disordini metabolici (ipercalcemia). Va rilevato che un danno interstiziale cronico accompagna l’evoluzione della patologia glomerulare ed è, a lungo termine, il fattore prognostico più significativo in tutte le malattie renali croniche progressive.