NELEO (Νηλεύς, Nēleus)
Eroe mitico greco, la cui figura appare ben delineata nell'epopea omerica. Come è narrato nella Odissea (XI 235 segg.), mentre Tiro, la figlia di Salmoneo, vagava sulle rive del fiume Enipeo, innamorata di quel dio fluviale, fu posseduta da Posidone: dall'unione nacquero due figli, che divennero - come il dio aveva predetto - felici e potenti; furono essi Pelia il futuro signore di Iolco, e Neleo, destinato a divenire re di Pilo. Secondo un'altra versione della saga (in Apollodoro, I 9, 8), Tiro avrebbe concepito e partorito i due gemelli di nascosto al proprio consorte Creteo; allontanati dalla Corte e allevati da un servo, fatti adulti, riconobbero la madre e ne furono riconosciuti, per certi segni speciali (scena che si trova spesso rappresentata nella pittura vascolare). L'importanza di N. nell'epica è quasi esclusivamente il riflesso del largo posto che vi occupava il figlio suo Nestore che gli successe sul trono di Pilo. Moglie di N. fu Clori, nipote di Giasone, la quale gli partorì tre figli; di essi il maggiore fu Nestore.
Fra le imprese di N., si ricordava specialmente un'infelice guerra con Eracle e un'altra contro gli Elei; egli sarebbe morto in guerra con Eracle o, secondo un'altra saga, a Corinto, dove fu sepolto.
La stessa natura delle saghe concernenti N. sembra dimostrare il suo carattere di antica divinità infernale. A ciò corrisponde la sua associazione con Basile nel santuario che gli è dedicato in Atene, e che si tratti di antichissima divinità ionica pare confermato dall'essere egli l'eponimo dei Nelidi, la famiglia reale di Mileto. Secondario è il suo sdoppiamento per cui il padre dì Nestore è stato distinto dall'omonimo figlio di Codro, che si è considerato come ecista della Ionia.
Bibl.: P. Weizsäcker, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, III, col. 104 segg.; O. Gruppe, Griech. Mythologie, Monaco 1906, pp. 151, 153, 1153; A. Momigliano, in Studi italiani di filologia classica, n. s., X (1923), p. 269 segg.