MARCHESINI, Nella
Nacque a Marina di Massa il 6 ott. 1901, penultima dei cinque figli di Bice Cristiani e Alessandro, al tempo professore di matematica e fisica al liceo di Massa.
Verso il 1911 si trasferì con la famiglia a Torino dove iniziò a studiare pianoforte, continuando nel frattempo a esercitarsi nel disegno. Nel primo dopoguerra si legò all'ambiente gobettiano, frequentando, insieme con le sorelle Maria e Ada, gli intellettuali che gravitavano intorno alla rivista Energie nove, fra cui C. Levi, con il quale la M. avviò un progetto di cenacoli artistici. Fu lo stesso P. Gobetti a presentarle, nel 1920, F. Casorati che la accolse come allieva, insieme con S. Avondo, nel proprio studio in via Mazzini, dando vita al primo nucleo della futura scuola di pittura di via Galliari, aperta ufficialmente nel 1923. La M. ebbe un ruolo centrale in quella esperienza: assistente di Casorati e sua allieva prediletta, tanto da essere scelta come modella per opere quali Silvana Cenni e Lo studio, lo affiancò nell'attività didattica, assumendo dal 1923 al 1930 la direzione amministrativa e disciplinare della scuola.
Prevale nella prima produzione della M. una predilezione per le nature morte e i soggetti ispirati alla propria vita familiare, tradotti in forme sorvegliate, sobri accordi tonali e geometrie nitide, secondo una scelta di rigore carica di una forte tensione etica e religiosa che ne caratterizzerà sempre profondamente la ricerca. Questo indirizzo, maturato nel segno del magistero casoratiano, appare evidente sia nei quadri di figura - come Donne assise con bambino (1925 circa: Torino, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea) e Donne sulla terrazza (1923 circa: Roma, Galleria nazionale d'arte moderna), quest'ultimo fortemente influenzato dalle suggestioni dell'arte quattrocentesca e, in particolare, dall'opera di Piero della Francesca - sia in dipinti quali Natura morta con le cipolle (1925 circa: Torino, collezione Malvano, ripr. in N. M., 1989, p. 25).
Dopo l'esordio nel 1921 a Torino in una mostra di Bianco e nero (Galleria centrale d'arte), a cui partecipò con Casorati e Avondo, fino al 1930 la M. continuò a condividere con gli altri allievi della scuola l'opportunità di esporre le proprie opere accanto a quelle del maestro (1925, Venezia; 1928, Torino; 1929, Milano; 1930, Torino e Genova). Al 1926 datano le prime partecipazioni a importanti manifestazioni pubbliche: presente con sette dipinti all'Esposizione delle vedute di Torino, in questo stesso anno la M. esordì anche alla Promotrice torinese. A partire da questa data intensificò la propria attività espositiva, partecipando negli anni successivi a diverse mostre della Promotrice (1928, 1930, 1934, 1935, 1937 e, dopo la guerra, nel 1951), a varie edizioni della Biennale veneziana (1928, 1930, 1932) e della Quadriennale romana (1931, 1935).
Nella seconda metà degli anni Venti la pittura della M. iniziò a evidenziare un mutamento di segno: già in quadri quali Interno con figure (1925-28: Torino, collezione Malvano, ripr. in N. M., 2006, p. 40), Ritratto di Mario Soldati (1925-28: Roma, Galleria nazionale d'arte moderna), L'Annunciazione (Autoritratto con figura del padre) (1925-30: Torino, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea) la compattezza strutturale inizia a sfaldarsi in una luminosità più soffusa e indefinita, preannunciando opere quali L'Ireos (1931 circa: Torino, collezione Malvano, ripr. in N. M., 2006, p. 43), caratterizzate da una linea più fluida e decorativa, pennellate rapide e da una minore attenzione per la solidità dei volumi.
La fine degli anni Venti fu segnata da una serie di importanti avvenimenti. Al 1929 risale probabilmente l'incontro con il pittore torinese Ugo Malvano, che la M. sposò il 6 sett. 1930 e con cui avrà tre figli: Laura, Renzo e Anna. Il 1930 è anche l'anno del distacco dalla scuola di Casorati e della morte del padre, la cui figura "bianca e luminosa", già ricorrente in molte opere della M., continuerà a essere una presenza centrale nell'universo poetico dell'artista, "icona ieratica e serena attorno a cui ruoterà quella ricerca del tempo perduto che costituisce il tessuto connettivo della pittura come degli scritti" (L. Malvano, in N. M., 2006, p. 17).
A partire da questa data l'attività espositiva della M. si diradò progressivamente, fino ad arrestarsi con la partecipazione alla Promotrice del 1937. Gli anni successivi, segnati fra l'altro dalla morte della sorella Maria (1933) e dalla marginalizzazione del marito a causa della promulgazione delle leggi razziali, difatti furono caratterizzati da un crescente divario tra la ricchezza e l'articolazione della ricerca della M., espressa sia nella produzione pittorica sia in quella letteraria, ugualmente intensa, e il suo progressivo isolamento rispetto al panorama artistico coevo.
Figure tratte dal consueto universo familiare, nudi, autoritratti, nature morte, furono i soggetti ricorrenti nella produzione di questi anni in cui gli schemi compositivi di ascendenza casoratiana appaiono forzati da uno spiritualismo sofferto e da una inedita accentuazione espressionistica, come in Nudo con sedia blu (1935-38: Torino, collezione Malvano, ripr. in N. M., 1989, p. 49), Maternità (1930-35: ibid., ripr. in N. M., 2006, p. 18) o Figure (1938-39: Roma, Galleria nazionale d'arte moderna).
Opere che, nella scelta tematica, evidenziano la volontà della pittrice di identificare il proprio universo poetico e professionale nei confini dello spazio familiare e domestico, in un fitto rapporto di corrispondenze fra realtà figurativa e proprio mondo interiore, e di renderlo mediante un'assoluta autonomia di linguaggio, come sottolineerà lo stesso Casorati nel 1956, ricordando la M. dopo la sua scomparsa: "Sarebbe assurdo cercare il posto della sua pittura nel "giro" materiale dell'arte di oggi, di ieri e neppure di domani […] Isolamento? No, eccezione" (N. M., 1989, p. 16).
Nel 1940, in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale, la M. si trasferì con la famiglia dapprima a Drusacco, in Valchiusella, e poi, alla fine del 1944, a Rosero, sulla collina Torinese.
Il dopoguerra, con il ritorno a Torino nel 1945, fu contrassegnato da una certa ripresa dell'attività espositiva. Nel 1946 la M., che durante il periodo bellico aveva continuato a dipingere, allestì, con il marito, una personale a Torino (galleria La Bussola); nel 1948 espose alla V Quadriennale, partecipando successivamente a diverse altre collettive. In questi anni la sua produzione, fra cui varie composizioni in cui riemergono temi e personaggi del passato (le sorelle, il padre, momenti di vita familiare), lascia affiorare, specie dopo la morte della sorella Ada (1948), una più scoperta tensione drammatica (Tre donne, 1950-52: Torino, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea).
Dopo avere organizzato, nel 1952, già sofferente, una mostra retrospettiva del marito, deceduto il 12 agosto di quell'anno, la M. morì a Torino il 17 ag. 1953.
In stretta complementarità con l'opera pittorica, l'universo poetico della M. trovò espressione anche in un'intensa e continua attività letteraria: brevi annotazioni e testi in prosa o in versi, ancora parzialmente inediti, sono conservati presso il torinese Centro studi Piero Gobetti. I pochi scritti editi sono pubblicati nei cataloghi N. M., 1989, pp. 5-15, e N. M., 2006, pp. 3-32.
Nel 1978 un cospicuo numero di opere della M. e di U. Malvano è stato donato dai figli alla Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino.
Fonti e Bibl.: G. Debenedetti, Mostra dei pittori F. Casorati, S. Avondo, M. Bionda, S. Bonfantini, N. M., D. Maugham, M. Mori, A. Cefaly (catal.), Milano 1929, ad ind.; N. M. (catal.), a cura di L. Riccio, Torino 1989, ad ind.; N. M.: disegni: 1920-1952 (catal.), a cura di L. Riccio, Torino 1994, ad ind.; La pittura in Italia. Il Novecento/1, Milano 1992, I, ad ind.; F. Fergonzi, ibid., II, p. 952; VI Biennale donna (catal.), Ferrara 1994, pp. 19 s., 23 s., 114 s.; E. Ravenni, L'arte al femminile, Roma 1998, pp. 98 s.; Cultura artistica torinese e politiche nazionali: 1920-1940 (catal.), a cura di M. Cossu - C. Michelli, Milano 2004, pp. 29 s.; N. M. (catal., Galleria del Ponte), a cura di P. Mantovani - A. Malvano - L. Malvano, Torino 2006, ad indicem.