Mandela, Nelson Rolihlahla
Statista sudafricano (n. Qunu, Umtata, 1918). Leader della lotta contro l’apartheid, primo presidente del Sudafrica democratico (1994-99), M. è stato fautore del passaggio pacifico al sistema democratico maggioritario che gli è valso il premio Nobel per la pace nel 1993, insieme all’ex presidente sudafricano F.W. De Klerk. Di lignaggio reale del gruppo thembu degli xhosa (Madiba, come è anche noto in Sudafrica, è il nome clanico dei re thembu), studiò legge e divenne avvocato. Nel 1944 entrò nell’African national congress (ANC) diventandone subito uno dei dirigenti. Nel 1952 aprì a Johannesburg il primo studio legale specializzato nell’assistenza ai neri colpiti dalla legislazione razzista dell’apartheid. Membro del comitato che redasse la Freedom charter (1955), il suo attivismo anti-apartheid gli procurò problemi con la giustizia. Dopo il massacro di dimostranti neri a Sharpeville, a opera della polizia, e la messa al bando dell’ANC (1960), M. abbandonò la non violenza per passare all’azione diretta, ai sabotaggi e alla clandestinità. Fu tra i fondatori del Umkhonto we Sizwe, il braccio armato dell’ANC. Nel 1962 in Algeria apprese le tecniche di guerriglia. Al suo rientro in Sudafrica fu arrestato e condannato a cinque anni di reclusione. Giudicato nuovamente nel processo di Rivonia contro la leadership di Umkhonto, ebbe una condanna all’ergastolo per alto tradimento. Durante la prigionia la sua popolarità in Sudafrica e all’estero crebbe grazie ai suoi ripetuti rifiuti di collaborare col regime razzista in cambio della libertà. M. proclamava che solo uomini liberi possono negoziare con il potere. Il suo prestigio ne fece l’interlocutore obbligato del governo bianco quando il degenerare della situazione politica interna e l’inefficacia delle strategie di riforma dell’apartheid che conservassero la sostanza del predominio bianco indussero a ricercare un dialogo con esponenti credibili dell’opposizione anti-razzista. Nel 1989 il presidente F.W. De Klerk lo incontrò in carcere. Rilasciato nel 1990, M. ebbe la presidenza dell’ANC (1991) e condusse i negoziati per lo smantellamento dell’apartheid e il varo di una Costituzione democratica. Le prime elezioni sudafricane a suffragio universale attribuirono una larghissima maggioranza all’ANC e portarono alla presidenza della Repubblica M., che formò un governo multirazziale e istituì una commissione (Truth and reconciliation commission) per una soluzione politica agli abusi del passato in nome dell’unità nazionale e della pacificazione fra le comunità. M. promosse politiche di redistribuzione volte a diminuire le imponenti sperequazioni socioeconomiche che penalizzano la maggioranza nera della popolazione. Nel 1997 si dimise da presidente dell’ANC a favore di Thabo Mbeki che gli successe alla presidenza della Repubblica nel 1999. Nelle elezioni del 2009 sostenne Jacob Zuma, contro il suo ex delfino Mbeki. M. si è fatto portavoce della giustizia sociale. La Fondazione Mandela (1999) e il «gruppo degli anziani» (Elders group), fondato nel 2007 con altri leader africani, hanno sostenuto soluzioni politiche ai conflitti africani. Con l’iniziativa 46664 (il numero di M. nel carcere di Robben Island) M. ha sostenuto attivamente la lotta contro il flagello dell’aids. Nel 2009 l’Assemblea generale dell’onu ha dichiarato il 18 luglio, suo giorno natale, International Nelson Mandela Day per la promozione della pace, della giustizia e dei servizi sociali.
Nasce a Qunu, Umtata
Entra nell’African national congress (ANC)
Presidente nazionale dell’ANC (vicepresidente 1951-52)
Fonda l’organizzazione clandestina Umkhonto we Sizwe («Lancia della nazione»)
Prima di una lunga serie di detenzioni
Condannato all’ergastolo
Liberato
Presidente nazionale dell’ANC
Premio Nobel per la pace con F.W. De Klerk
Presidente della Repubblica
Promuove la creazione della Commissione per la verità e la riconciliazione
Fonda con altri leader africani il «gruppo degli anziani» (Elders group)
L’Assemblea generale dell’ONU istituisce l’International Nelson Mandela day (18 luglio) per la promozione della pace, della giustizia e dei servizi sociali