NEMEA
Nome di un ruscello tra Corinto e Sicione presso il quale, nel luglio 394 a. C., si combatté una battaglia fra gli Spartani e l'esercito della coalizione antispartana formatasi nel 395 con alla testa Atene, Argo, Corinto e la Beozia.
In seguito alla formazione di questa lega, gli Spartani richiamarono in patria il re Agesilao allora in Asia. Ma ciò valse a decidere i confederati a tentare un'energica azione nel Peloponneso prima del suo arrivo. Concentrati in Corinto, si preparavano a marciare sulla Laconia quando sbarrò loro il passo nella pianura tra Sicione e Corinto un'esercito federale peloponnesiaco. Circa quindicimila opliti peloponnesiaci combatterono contro circa ventitremila opliti confederati nella battaglia che impegnò il più grande numero di effettivi che fino allora si fosse visto in conflitto tra Greci. I confederati erano superiori anche pei cavalleria e per ausiliarî, ma non seppero approfittare della loro superiorità. Nello scontro, tipico per la semplicità quasi primitiva del piano di battaglia di entrambi i contendenti, gli Spartani che erano all'ala destra dell'esercito federale batterono e volsero in fuga gli Ateniesi, mentre Argivi e Corinzî sconfiggevano gli alleati di Sparta. Ma gli Spartani seppero, al contrario dell'ala avversaria vincente, sfruttare la loro superiorità, investendo dal fianco quell'ala stessa e respingendola in fuga verso Corinto. Benché nessun risultato decisivo venisse dalla battaglia, la vittoria restò a Sparta e persuase i coalizzati a non tentare più nessuna azione in grande stile nel Peloponneso. La vittoria di N. ritardò insomma di venticinque anni l'invasione del Peloponneso operata da Epaminonda.
Bibl.: J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., III, i, Berlino e Lipsia 1922, pp. 72-73; M. Cary, in Cambridge Ancient History, VI, Cambridge 1927, pp. 46-47; E. Cavaignac, A propos de la bataille du torrent de Némée, in Revue des études anciennes, XXVII (1925), p. 273 segg. Per il numero dei soldati anche J. Beloch, Aufgebote der griechischen Staaten, in Klio, V (1905), p. 344; VI (1906), pp. 34-35.