Vedi NEMEA dell'anno: 1963 - 1963 - 1973 - 1995
NEMEA (v. vol. v, p. 404)
Dopo i recenti controlli e saggi compiuti nel 1962-64 da Ch. K. Williams II (che seguono alle tre campagne di scavi della American School sotto la direzione dello Hill; le precedenti esplorazioni ed indagini erano avvenute nel 1769, The Antiquities of Ionia, i; nel 1840, Expédition scientiphique de Morée, iii, 1840-1912 da parte dell'École Française ad Atene) è iniziata la serie delle pubblicazioni definitive della località con lo studio architettonico del tempio di Zeus.
I resti del tempio che si innalzava su un precedente tempio, di pianta ignota, indicano che l'edificio fu terminato completamente (rimangono tracce di colore blu e rosso; i capitelli in pòros tenero erano stuccati di bianco). Al tempio si accedeva mediante una rampa (m 5,37 × 3,20) di 4 filari di blocchi che conduceva, nel lato E di facciata, a livello dello stilobate (caratteristica comune ai templi dell'Argolide nel IV e III sec. a. C. mentre precedentemente la rampa portava al secondo scalino del krepìdoma). I capitelli dorici della peristasi sono simili a quelli di edifici della prima metà del IV sec. a. C.; nel fregio dorico della stessa i blocchi sono formati da due triglifi e una metopa; da una metopa e un triglifo e da una sola metopa. Il soffitto dello pteròn era forse in legno; il tetto di tegole. I frontoni non recano traccia di decorazioni scultoree; mancano anche resti degli acroterî: forse originariamente esistevano statue, tolte poi, quando nel III sec. i giochi da N. furono spostati nella vicina Argo. La sima, in marmo pentelico, sui lati lunghi presenta una decorazione a testa di leone tra rami di acanto, più simile ad analoghi lavori in terracotta piuttosto che alla sima del tempio di Atena Alla a Tegea con la quale spesso è stata confrontata. La cella (m 21,12 × 9,32) è tripartita da due file di 6 colonne, corinzie inferiormente, ioniche al secondo piano; una specie di àdyton con cripta di pianta rettangolare è delimitato da 4 colonne disposte parallelamente al muro O della cella. La statua di culto doveva innalzarsi probabilmente nella parte di fondo della cella, dinanzi alle 4 colonne corinzie.
I risultati raggiunti dall'esame delle singole strutture del tempio portano ad abbassare la datazione dell'edificio dal 350-330 al 330-320 e ad attribuire la sua realizzazione ad un architetto di tendenze alquanto conservative che non può essere il medesimo che costruì il tempio di Atena a Tegea. Diverse dovettero essere anche le maestranze, dal momento che nei due templi sono usate due differenti unità di misura. La datazione al decennio 330-320 è comprovata anche dal trovamento, durante gli scavi del 1964, della fabbrica che fornì al tempio le tegole di copertura, la vita della quale è documentata nel ventennio compreso tra il 340 e il 320 a. C.
Bibl.: B. H. Hill, The Temple of Zeus at Nemea, Princeton 1966; D. W. Bradeen, Inscriptions from Nemea, in Hesperia, XXXV, 1966, p. 320 ss.