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NEMESI

di Giulio Giannelli - Enciclopedia Italiana (1934)
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NEMESI (Νέμεσις, Nemĕsis)

Giulio Giannelli

Divinità e, meglio che divinità, potenza divina astratta, considerata dai Greci antichi come tutrice e conservatrice dell'ordine e dell'equilibrio dell'universo. Tutto ciò che nel destino delle cose e degli uomini sembrava oltrepassare una giusta misura, dando luogo a stridenti contrasti, a disarmonici squilibrî, suscitava - nella mente dei Greci - lo sdegno e l'infallibile senso di equità e di misura di Nemesi, la quale si metteva subito all'opera per ristabilire le giuste proporzioni e il turbato equilibrio, né desisteva dalla sua opera finché non avesse riportato negli avvenimenti e nelle sorti umane l'ordine temporaneamente sconvolto. La potenza e la ricchezza eccessive, la troppa felicità e la troppa bellezza e una costante fortuna richiamavano l'attenzione e l'azione di Nemesi, non meno che le eccessive disgrazie, la troppa miseria e la troppa infelicità.

Tale concetto divino non c'è ancora in Omero e appare per la prima volta in Esiodo, dove però essa è ancora, più che una figura concreta di dea, la rappresentazione del senso di ogni misura e convenienza. E in questo significato etico N. seguita a comparire negli autori posteriori, così in Erodoto e in Pindaro come nei tragici e nei filosofi. Nella mitologia e nel culto, invece, N. si sviluppò in forma di vera dea, che presentava non pochi punti di contatto con Afrodite e con Temi. Nel poemeao Le Ciprie era fatta madre di Elena, che essa avrebbe generato da Zeus.

Il più famoso centro del suo culto fu la città di Ramnunte, nell'Attica, dove essa era venerata come figlia di Oceano e madre di Elena e anche di Eretteo (che altre leggende facevano invece figlio della Terra): "la Ramnusia" era detta per antonomasia Nemesi, (ἡ ‛Ραμνουσίς; Rhamnūsis). In Atene si celebravano, il cinque Boedromio. 1e di ogni anno, anche feste Nemesie, che appartenevano però al culto dei morti e che alcuno (A. Mommsen) pensa fossero identiche alle Genesie. Anche per Smirne è testimoniato un culto di N., la quale però veniva riguardata in questo luogo come una potenza divina incarnata in una pluralità di demoni femminili alati (Νεμέσεις), riguardati come figlie della Notte.

Un'antica e venerata immagine della dea si trovava in Ramnunte, e si diceva che quella statua fosse stata scolpita in un blocco di marmo che i Persiani avevano portato da Paro; però un'altra leggenda narrava che Agoracrito, che l'aveva scolpita in stile fidiaco, aveva voluto propriamente rappresentare con quell'immagine un'Afrodite. E in realtà, in arte, si usò rappresentare N. in figura di Afrodite vestita: quella di Ramnunte portava sul capo una corona, ornata di piccole figure di cervi o di Nike o di altri idoletti alati: teneva nella mano sinistra un ramo di melo e nella destra una patera, nella quale si vedevano scolpite figure di Etiopi (con riferimento, secondo Pausania, al padre Oceano). Di questa immagine, furono trovati pochi frammenti della testa e della base. Si rinvenne anche l'immagine della dea (rappresentata seduta e in piccolissime proporzioni) appartenente a un più antico tempio del sec. VI.

Bibl.: Ch. Walz, De Nemesi Graecorum, Tubinga 1852; E. Tournier, Némésis et la jalousie des Dieux, Parigi 1863; H. Posnansky, Nemesis und Adrastela, in Bresl. Phil. Abh., V, ii; L. Preller e C. Robert, Griech. Mythologie, 4ª ed., Berlino 1894, p. 535 segg.; A. Mommsen, Feste der Stadt Athen im Altertum, Lipsia 1898, p. 174 seg.; O. Rossbach, in Rocher, Lexicon der griech. und. röm. Mythologie, III, col. 117 segg.; L. Deubner, Attische Feste, Berlino 1932, pp. 219, 230.

Vedi anche
Agoràcrito Agoràcrito (gr. ᾿Αγοράκριτος). - Scultore di Paro, allievo prediletto di Fidia che, a detta di Plinio, gli permetteva di firmare le sue opere. Le fonti infatti attribuirono ora a lui ora a Fidia alcune statue, come quelle della Madre degli dèi in Atene e della Nemesi di Ramnunte. Quest'ultima, secondo ... Elena (gr. ῾Ελένη) Eroina della mitologia greca, probabilmente in origine una divinità lunare. Aveva culto a Terapne in Laconia e a Rodi. Secondo l’Iliade sarebbe stata sorella di Castore e Polluce, figlia di Zeus; l’Odissea nomina come madre di E. Leda, le Ciprie Nemesi, Esiodo un’Oceanina. Secondo versioni ... Era (gr. ῞Ηρα) Massima divinità femminile dell’Olimpo greco, figlia di Crono; sorella e sposa di Zeus. Fu la maggiore divinità di Argo, la dea poliade ( Era argiva); e qui fu elevata al grado di moglie di Zeus (mentre a Dodona tale fu considerata Dione). Il culto di Era è attestato specialmente nell’Elide, ... Afrodite (gr. ᾿Αϕροδίτη) Divinità greca dell’amore, inteso anche come attrazione delle varie parti dell’Universo tra loro; simboleggia l’istinto naturale di fecondazione e di generazione e sotto questo aspetto è simile all’Ishtar babilonese e all’Astarte fenicia. I Greci connettevano il nome di Afrodite con la ...
Altri risultati per NEMESI
  • Nemesi
    Enciclopedia on line
    (gr. Νέμεσις) Personificazione della giustizia distributiva, punitrice di quanto, eccedendo la misura, turba l’ordine dell’universo. Nella mitologia e nel culto si sviluppò in forma di vera dea: centro del suo culto era Ramnunte, dove era venerata come figlia di Oceano e madre di Elena e di Eretteo ...
  • Nemesi
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    Personaggio della mitologia classica, personificazione della giustizia che punisce ciò che turba l'ordine del cosmo. Aveva il suo culto a Ramnunte, nell'Attica, e infatti Rhamnusia è chiamata da D. in Ep III 3 (... frater carissime [Cino], ad patientiam, qua contra Rhamnusiae spicula sis patiens, te ...
Vocabolario
nèmeṡi
nemesi nèmeṡi s. f., letter. – Propr. nome proprio, Nemesi (gr. Νέμεσις, lat. Nemĕsis), personificazione nella mitologia greca e latina della giustizia distributiva, e perciò punitrice di quanto, eccedendo la giusta misura, turba l’ordine...
nemèṡie
nemesie nemèṡie s. f. pl. [dal gr. (τὰ) Νεμέσια, neutro pl.]. – Feste dell’antica Grecia in onore della dea Nemesi; in Atene si celebravano nel mese di boedromione ed erano collegate al culto dei morti.
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