neocontrattualismo
Indirizzo politico-filosofico che, richiamandosi alle idee dei giusnaturalisti del 17° e 18° sec. (T. Hobbes, J. Locke, J.-J. Rousseau e I. Kant), fonda sul presupposto della scelta razionale i principi cui dovrebbero conformarsi le istituzioni per essere considerate giuste, con la conseguenza che un assetto sociale equo costituisce non solo un ideale etico-politico, ma anche il risultato di una strategia ottimale per la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascun individuo. Il contributo più importante al n. è quello di J. Rawls (➔), secondo cui la giustizia distributiva consiste nell’offrire le medesime opportunità a ogni membro di una collettività in termini di ‘beni principali’, quali i diritti e la libertà. In assenza di tale uguaglianza di opportunità, un assetto sociale risponde a principi di giustizia distributiva se i suoi meccanismi decisionali permettono di ripartire le risorse disponibili in modo da favorire i gruppi più svantaggiati in linea con il principio del maximin (massimizzare il benessere di chi sta peggio). In opposizione a J. Rawls, R. Nozick (➔) ha proposto una teoria etica delle istituzioni pubbliche che, richiamandosi a J. Locke, ritiene necessario evitare qualsiasi ingerenza in nome del bene pubblico nella sfera dell’autonomia individuale. Sul piano delle questioni di giustizia Nozick ritiene dunque accettabile una distribuzione anche non equa, purché capace di rispettare i ‘titoli validi’ (ossia le risorse e i diritti) derivanti da capacità e da doti fisiche e mentali degli individui.