NEOCORIA (νεωκορία)
Il neocoro nell'antica Grecia era il funzionario incaricato di curare e custodire il tempio; corrispondeva all'aedituus latino; introduceva i visitatori, escludeva gli stranieri, procurava la pulizia dell'edificio e dove, come negli Asclepiei, erano degli ammalati, attendeva al loro servizio. Il tipo più celebre di neocoro è dato da Ione nella tragedia euripidea che prende nome da lui. Più tardi il neocorato diventa una carica sempre più importante, anche amministrativa, e spesso accade che i neocori contribuiscano del proprio a costruzioni e ricostruzioni di templi, mentre abbandonano nelle mani di terapeuti o di iponeocori le funzioni più umili della loro carica. Citiamo tra i più importanti neocori quelli di Delo. La loro carica è di solito annuale, ma esiste anche un neocorato onorifico a vita. Il neocorato si estende come epiteto di onore a un'intera città, quando questa appaia particolarmente atta a rendere un culto divino a taluna divinità particolare, alla quale in certo modo si consacri. Il testo più antico che ricordi una città neocora è quello degli Atti degli Apostoli (19), che cita Efeso come città neocora di Artemide. Ma soprattutto dal sec. II d. C. in poi il neocorato della città si applica al culto imperiale, in casi nei quali singole città innalzano templi e dànno giuochi in onore di speciali imperatori. È questione dibattuta se soltanto alcune città aventi rango particolare abbiano diritto al neocorato imperiale, ma pare si debba concludere che esso non è particolare privilegio se non di città ricche e specialmente benemerite di tali culti. Il neocorato cittadino è conferito dal senato ed è, a quanto sembra, tutelato da speciali funzionari a ciò delegati; appaiono anche città che possiedono più di un neocorato.
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