neodarwinismo
<-darvi-> s. m. – Teoria, detta anche teoria sintetica dell’evoluzione, che riprende e amplia la teoria darwiniana sulla base delle scoperte compiute in genetica e in biologia molecolare. Il n. fornisce un’interpretazione genetica della selezione naturale, che agisce sui geni e sulle loro mutazioni, per cui l’evoluzione può essere considerata come la variazione delle frequenze alleliche dei geni di una popolazione. Formulata tra il 1930 e il 1950, è tuttora la più accreditata teoria sull’evoluzione biologica ed è in continua crescita, soprattutto in seguito alla determinazione della sequenza del DNA dei genomi di un numero sempre maggiore di specie viventi, inclusa la specie umana. Il n. enuncia che la variazione genetica delle popolazioni naturali è prodotta in modo casuale da mutazioni (a volte causate da errori nella replicazione del DNA) e ricombinazioni (crossing over dei cromosomi omologhi durante la meiosi). Secondo il n., l’evoluzione consiste quindi principalmente in cambiamenti della frequenza degli alleli tra una generazione e l’altra, come risultato della deriva genetica, del flusso genico e della selezione naturale. Il n. ha pertanto esteso il campo dell’idea originale darwiniana della selezione naturale, includendo scoperte successive e concetti che permettono analisi rigorose dei fenomeni evolutivi. Questi dati erano del tutto ignoti a C. Darwin, che naturalmente non era a conoscenza dei meccanismi attraverso i quali si ereditano i caratteri biologici e ignorava sia cosa fossero i geni e quale fosse il loro meccanismo di azione sia la natura delle mutazioni. Le scoperte più rilevanti ai fini della dimostrazione della teoria neodarwiniana hanno riguardato l’unitarietà dei fenomeni viventi (soprattutto in merito allo sviluppo embrionale e postembrionale) e l’esistenza di una gerarchia tra i geni, con l’identificazione dei geni regolatori. Questi ultimi non si limitano a svolgere le loro funzioni specifiche ma controllano l’attività di decine o di centinaia di altri geni. È chiaro che una mutazione a carico di un gene regolatore può avere un effetto tutt’altro che trascurabile, perché è come se mutassero moltissimi geni contemporaneamente. È stata proprio la scoperta dei geni regolatori e della loro eccezionale importanza che ha posto su basi completamente nuove il problema dell’origine delle grandi novità evolutive. Tra gli scienziati che negli ultimi anni hanno lavorato al consolidamento della teoria neodarwiniana, di particolare rilievo è C.R. Dawkins, il quale afferma che l’unica vera unità su cui agisce la selezione naturale non è né la specie né il gruppo e neppure, in senso stretto, l’individuo, ma il gene, l’unità dell’ereditarietà. Egli estende inoltre l’idea darwiniana fino a includere sistemi non biologici che mostrano analoghi comportamenti di selezione del 'più adatto'.