neomigrante
(neo-migrante), s. m. e f. Chi si trova a vivere il fenomeno già sperimentato in passato della migrazione.
• A questi giovani della «generazione post-Erasmus», che hanno cominciato a sperimentare il vivere all’estero negli anni degli scambi universitari, dell’euro e di Schengen, ha dedicato un saggio acuto e a volte amaro Claudia Cucchiarato, giornalista freelance, trentenne «volata» a Barcellona da Treviso cinque anni fa, anche lei nomade e neo-migrante, come le storie e le vite che racconta. Emozioni e testimonianze di quella che sembra essere oggi una vera e propria diaspora generazionale, a giudicare dai dati dell’Ocse, secondo i quali dal 1998 al 2008 circa 50mila giovani hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero. (Maria Novella De Luca, Repubblica, 29 aprile 2010, p. 29, R2) • le due ragazze entrano all’ora di pranzo. Chiedono lavoro, hanno al massimo 25 anni, sono laureate e appena arrivate da Genova. Il proprietario risponde negativamente, ma le indirizza verso una gelateria. Scene comuni nella nuova capitale europea dell’emigrazione nostrana under 35. Nel 2012, secondo l’Ocse, la Germania ‒ già Paese Ue con più emigrati italiani (oltre mezzo milione) ‒ ha accolto il 35% in più di connazionali. Più di 42.000 neomigranti, per lo più giovani laureati. (Paolo Lambruschi, Avvenire, 28 giugno 2013, p. 3, in Vetrina).
- Composto dal confisso neo- aggiunto al p. pres. e s. m. e f. migrante.
- Già attestato nel Corriere della sera del 13 luglio 1998, p. 10 (Paolo Fior).