neonazionalista
(neo-nazionalista), s. m. e f. e agg. Chi o che manifesta nuove tendenze all’affermazione dei valori nazionali.
• Sono temi su cui si misureranno le potenzialità e le responsabilità dell’Europa unita. Essi si collocano nella prospettiva degli sforzi attuali di superamento della crisi dell’Eurozona. E sgorgano dal più generale quadro di valori su cui si è fondata la costruzione europea e che resta sancito dai Trattati dell’Unione Europea. Quanto più esso viene negato o stravolto da forze populiste, neonazionaliste e oscurantiste, tanto più va riaffermato e assunto come spartiacque dai partiti che si candidano a governare democraticamente i paesi della nostra Europa. (Giorgio Napolitano, Unità, 31 gennaio 2012, p. 12, Cronaca Italia) • Percorso da spinte neonazionaliste e ancora nel ruolo della vittima soprattutto per il trattamento subito a Hiroshima e Nagasaki, il Giappone democratico per dialogare davvero con i suoi vicini, a cominciare dalla Cina, secondo [Jochen] Bittner dovrebbe avere il coraggio di riconoscere pienamente le sue colpe, al pari di quel che ha fatto la Germania nel secondo dopoguerra. (Dino Messina, Corriere della sera, 18 aprile 2014, p. 50, Idee & opinioni) • Sullo sfondo, ci sono le idi di marzo, con l’inizio di un ciclo di elezioni regionali. Si prevede che i neo-nazionalisti di Alternativa per la Germania otterranno tra il 15 e il 20% in Sachsen-Anhalt, forse di più se i casi di Colonia alimenteranno l’ideologia della distinzione etnica. (Carlo Bastasin, Sole 24 Ore, 15 gennaio 2016, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal confisso neo- aggiunto al s. m. e f. e agg. nazionalista.
- Già attestato nella Nuova Stampa del 21 dicembre 1946, p. 1, Prima pagina (Mario Borsa), nella variante grafica neo-nazionalista.