NEOPLASMA (dal gr. νέος, "nuovo" e πλάσμα "formazione")
Questo termine originariamente implicava, e letteralmente implica tuttora, soltanto il concetto di "formazione svoltasi ex novo"; quindi è stato applicato in patologia e in medicina a processi morbosi svariati aventi in comune la caratteristica di essere collegati per rapporti di causa o di effetto o di essenza, a manifestazioni di accrescimento patologico in un tessuto o in un organo.
Le note fondamentali del concetto "neoplasma" o "neoplasia", secondo la concezione classica di R. Virchow, erano: primo un accrescimento patologico espresso in una tumefazione; secondo, il carattere circoscritto - per lo più all'inizio - di tale accrescimento. Lo studio dei fenomeni morbosi rispondenti ai caratteri sopra accennati ha però condotto a raggrupparli logicamente in diversi sottogruppi, tali da riconoscere a molti di essi caratteristiche formali e da collegarli a cause e influenze determinanti, peculiari per ogni gruppo: sì che alla luce di tali caratteristiche formali, causali e determinanti, molti dei sottogruppi in parola hanno acquistato un'individualità tale da compromettere definitivamente la riunione con gli altri sottogruppi. I dati fondamentali generali dell'accrescimento abnorme e del carattere originariamente circoscritto sono quindi ormai vinti d'importanza e sorpassati dalle caratteristiche, espressive e concrete, di molti sottogruppi. P. es., lo sfiancamento progressivo a sacca di un'arteria in seguito a un trauma (aneurisma traumatico), pur avendo a comune con certe infiammazioni il carattere dell'accrescimento progressivo e quello di essere circoscritto, appartiene a un ordine di fenomeni del tutto diverso: un trauma avendo cagionato l'aneurisma traumatico, un microrganismo avendo determinato l'infiammazione cronica. E gli esempî potrebbero moltiplicarsi.
L'aderenza all'originario termine di neoplasma è quindi conservabile solo per quei gruppi di fenomeni di accrescimento patologico originariamente circoscritto, dei quali ancora sono ignorate la causa e l'essenza, e precisamente al vasto gruppo, probabilmente ancora alquanto eterogeneo, di quei fenomeni per i quali è adottata la denominazione di "tumore" o di " blastoma". E ciò tanto più fondatamente, in quanto proprio queste particolari affezioni morbose presentano assai spesso estremamente appariscenti le caratteristiche fondamentali della primitiva parola "neoplasma". L'accrescimento patologico nei tumori è talora tanto spiccato che le parti di tessuto o di organo dai medesimi colpite raggiungono dimensioni enormi nello spazio di mesi o di settimane. In certi casi, nei quali si parla di "sviluppo maligno", i fenomeni di accrescimento si svolgono con invasione e distruzione dei tessuti e degli organi limitrofi, con distacco e trasporto di parti neoplastiche in organi o tessuti lontani (metastasi). Il carattere di circoscrizione è però, almeno all'inizio, perfettamente constatabile anche nei tumori; le indagini col sussidio del microscopio mettono qui in rilievo precocemente una formazione vivacissima di cellule, che, per forma, disposizione, quantità, e rapporti con l'organo ospite e per l'espressione biologica, rappresentano veramente elementi nuovi, quali non si trovano nell'organismo normale: sono cioè elementi "atipici". Si è dunque formato a un certo momento nell'organismo colpito un "tessuto nuovo", squisitamente patologico; il quale, da un primitivo carattere circoscritto, ha assunto un tipo più o meno vivace di accrescimento. Al fenomeno, caratterizzato dalla formazione di questo particolare tessuto patologico nuovo, aderisce perfettamente ancora il vecchio termine di neoplasma; perciò oggi questa parola può ritenersi sinonimo di tumore (v.).