neoprotezionismo
Politica economica, detta anche neocolbertismo, attuata da un gruppo di Stati con interessi comuni o convergenti, a livello mondiale, che evitano una concorrenza diretta tra loro al fine di avvantaggiarsi vicendevolmente. In tal senso, uno degli obiettivi prioritari è quello di difendere dalla concorrenza mondiale alcuni comparti produttivi, considerati strategici o socialmente importanti, come per es. l’agricoltura.
L’Unione Europea è stata spesso considerata un soggetto promotore di politiche neoprotezionistiche, il più delle volte in maniera non dichiarata e, quindi, difficilmente individuabili. Di n. si discuteva con frequenza nel corso degli anni 1990, quando esso era indicato come una delle possibili reazioni alla sempre più spiccata globalizzazione (➔) dei mercati. La crisi economica mondiale, iniziata nel 2008, ha rafforzato questo approccio in molti Paesi, pur se fra le critiche di vari osservatori, per i quali il n. sarebbe piuttosto una delle cause di accentuazione delle difficoltà internazionali. ● In generale, il temine è usato per indicare una politica economica che, nei fatti, persegue obiettivi e metodi tipici del protezionismo (➔) classico, anche se tale comportamento non è sempre reso esplicito, né palesato, perché passibile di rappresaglie e non rispettoso della libertà dei consumatori.