neoscolastica
Movimento filosofico (detto anche neotomismo) che, contro le tendenze della filosofia moderna da Descartes in poi, intende restaurare il realismo sulla base dell’indirizzo aristotelico-tomistico. Sorto in Italia (a Piacenza) per opera del can. Vincenzo Buzzetti (1777-1824) e dei discepoli Serafino e Domenico Sordi, si diffuse anche a Roma e a Napoli. Tra i principali promotori vi furono anche i pp. Luigi Taparelli d’Azeglio, Liberatore, G.M. Cornoldi, Zigliara, il can. Sanseverino, mons. Talamo, il card. Giuseppe Pecci (fratello di Leone XIII); in Germania il p. Joseph Kleutgen (1811-83). Questa rinascita del tomismo fu legittimata dall’enciclica Aeterni Patris (1879) di Leone XIII, la quale incitò a introdurre nell’insegnamento cattolico lo studio dei grandi maestri della scolastica e specialmente di Tommaso d’Aquino. Nel 1889 fu costituito nell’univ. di Lovanio l’Istituto superiore di filosofia, di indirizzo tomistico, sotto la direzione dell’abate Mercier, poi cardinale. Suo organo fu la Revue néoscolastique (1894). La n. italiana riprese vigore con la fondazione nel 1909 della Rivista di filosofia neoscolastica e la creazione (1921) dell’univ. cattolica del Sacro Cuore di Milano. In questa nuova fase (animata dall’attività scientifica di A. Gemelli, Olgiati, E. Chiocchetti, Zamboni, Masnovo, Bontadini e di altri) essa tende a cogliere quegli elementi del pensiero moderno che possano arricchire il tomismo e renderlo più adatto a soddisfare le esigenze della spiritualità contemporanea. La n. ha dato notevole impulso allo studio e all’edizione di testi medievali e, contro le tesi positivistiche, ha sostenuto l’importanza della riflessione metafisica e teologica, nonché la legittimità della fede per l’uomo moderno.