NEOTTOLEMO
. Della casa reale di Epiro, ma appartenente a un ramo collaterale degli Eacidi, e quindi escluso da ogni diritto successorio, accompagnò Alessandro nella sua anabasi. Il tratto più glorio'o che di lui si ricorda è la scalata alle mura di Gaza. È singolare che Alessandro, benché lontano congiunto di N., non l'abbia ammesso mai fra i suoi più intimi né mai gli abbia dimostrato speciale favore. Alla morte di Alessandro, N., che allora rivestiva la carica di comandante di una delle due grandi sezioni della fanteria macedone (ἀρχωπασπιστής), seguì il partito di Perdicca, da cui ebbe il compito di conquistarsi la satrapia di Armenia. Scoppiata la guerra contro Antipatro e Cratero, N. rifiutò di sottostare al comando di Eumene, cui Perdicca aveva affidato la direzione delle ostilità. Mentre cercava di passare al nemico, N. fu scoperto e sorpreso da Eumene. Battuto, riuscì a fuggire con soli 300 cavalieri. Poco dopo, nella battaglia decisiva, N., che aveva collaborato al piano di guerra di Cratero, cadde per mano di Eumene (primavera 321 a. C.).
Bibl.: H. Berve, Das Alexanderreich auf prosop. Grundlage, II, Monaco 1926, p. 273; K. J. Beloch, Griech. Gesch., IV, i, pp. 89-90; IV, ii, pp. 145-46, 313-14; A. Vezin, Eumenes von Kardia, Tubinga 1907, passim; R. Schubert, Die Quellen z. Gesch. d. Diadochenzeit, Lipsia 1914, pp. 40-41, 162-163, 173 segg.