nepote
Esclusivo del Convivio e della Commedia, si registra, al maschile o al femminile, nel duplice significato di " figlio del figlio " o di " figlio (figlia) del fratello o della sorella ".
Nella prima accezione il termine compare in Cv IV Le dolci rime 36 Io fui / nepote, o figlio, di cotal valente (ripreso in VII 2, due volte); XIV 12, XXIX 6, If XVI 37 [Guido Guerra] nepote fu de la buona Gualdrada, e Pg III 113 Io son Manfredi, / nepote di Costanza imperadrice. Nella seconda accezione, in Cv IV VI 14 Platone e Speusippo suo nepote, figlio di Potone, sorella di Platone; Pg XIV 58 Io [Guido del Duca, rivolgendosi a Rinieri da Calboli] veggio tuo nepote, cioè Fulcieri, di cui " Messer Rinieri... fu zio " (Anonimo) e XIX 142 Nepote ho io [Adriano V] di là c'ha nome Alagia, figlia di Niccolò dei Fieschi, fratello di Adriano.
In senso metaforico: If XI 105 vostr'arte a Dio quasi è nepote, cioè l'arte umana, in quanto dipendente dalla natura, che può dirsi figlia di Dio, è da ritenersi quasi n. a lui. Antonio Lanci