NERAZIO Prisco (L. Neratius Priscus)
Giureconsulto romano della scuola proculeiana, quasi contemporaneo di Giuliano e di Celso, ancora vivente quando Pomponio stendeva il suo Liber singularis enchiridii scritto dopo il 129 d. C. Fu console, fece parte del consilium di Traiano e di Adriano: sembra che Traiano volesse nominare lui come suo successore invece di Adriano (cfr. Ael. Spart., Vita Hadriani, 4).
Probabilmente è lo stesso L. N. P. oriundo di Saepinum nel Sannio, che fu praefectus aerari Saturni, poi console e quindi, forse nel 98 d. C., governatore della Pannonia.
Abbiamo nelle Pandette parecchi frammenti ricavati da varie opere di lui: scrisse quindici libri di regulae, tre di responsa, sei di membranae. In questi ultimi la casistica è mescolata con l'esposizione dommatica, il diritto civile trattato insieme col diritto onorario: l'ordine e la partizione incerti. A quale di queste opere si riferiscano i libri di Paolo ad Neratium, non appare chiaro: solo di nome sono noti i libri di N. ex Plautio, le epistulae e un libro de nuptiis.
Bibl.: P. Krüger, Geschichte der Quellen und der Literatur des römischen Rechts, 2ª ed., Monaco-Lipsia 1912, pagg. 187-188; P. De Francisci, Storia del diritto romano, II, i, Roma 1929, p. 358.