SILLANI, Nereo
(in religione Ilarione). – Nacque a Porto di Civitanova (oggi Civitanova Marche) il 7 febbraio 1812 da Giuseppe, funzionario pubblico, e da Cecilia Albertini, entrambi originari di Sassoferrato.
A 18 anni entrò nella Congregazione silvestrina, una famiglia benedettina istituita nel secolo XIII da s. Silvestro Guzzolini da Osimo. Sillani indossò l’abito monastico il 26 novembre 1830 nella chiesa di S. Benedetto di Fabriano insieme con Giuseppe Maria Bravi da Montesanto (oggi Potenza Picena), assumendo il nome di Ilarione. Il 27 novembre 1831 emise i voti solenni. Compiuti gli studi di filosofia a Fabriano e quelli di teologia nel seminario diocesano di Perugia, il 25 agosto 1834 fu ordinato sacerdote a Perugia dal vescovo Carlo Filesio Cittadini. Il 25 aprile 1837 fu nominato lettore di filosofia nel monastero di S. Benedetto di Fabriano, sede dello studentato dei giovani monaci silvestrini. Il 19 ottobre 1842 fu designato consigliere teologico per la diocesi di Fabriano dal domenicano Vincenzo Sanguineti, inquisitore generale per le Marche.
Nel 1847 fu chiamato a Roma come aiutante del procuratore generale della Congregazione silvestrina Settimio Conversi. L’anno seguente, in seguito alla morte di quest’ultimo, Sillani fu nominato procuratore generale. Nel capitolo generale del maggio 1850, prorogato di un anno a causa degli sconvolgimenti politici nello Stato pontificio che avevano indotto Pio IX a rifugiarsi a Gaeta, fu eletto procuratore generale e abate di governo del monastero di S. Stefano del Cacco a Roma, sede della procura generale silvestrina. Il 1° giugno 1850 ricevette la benedizione abbaziale nella chiesa di S. Benedetto a Fabriano.
Il 4 dicembre 1857, dopo aver rinunziato all’ufficio di procuratore generale, Sillani partì dal porto di Civitavecchia alla volta di Ceylon (oggi Sri Lanka), per raggiungere i confratelli missionari che operavano nel vicariato apostolico di Colombo. Giunse nell’isola il 4 febbraio 1858.
Il 3 dicembre 1834 Gregorio XVI aveva costituito il vicariato apostolico autonomo di Ceylon, indipendente dalla diocesi di Cochin (India meridionale), poi il 16 marzo 1845 lo aveva diviso in due vicariati: di Colombo (Ceylon meridionale) e del Jaffnapatam o Jaffna (Ceylon settentrionale), entrambi sotto la giurisdizione del vicario apostolico Gaetano Antonio, della Congregazione dell’oratorio di Goa. Il primo missionario silvestrino, Giuseppe Maria Bravi, giunto a Colombo il 14 agosto 1845, il 13 agosto 1849 era stato nominato da Pio IX vescovo titolare di Tipasa (Algeria) e coadiutore con diritto di successione di Gaetano Antonio. Nel 1847 il vicariato di Jaffna era stato affidato alla Congregazione dei missionari oblati di Maria Immacolata. Nel 1855 Bravi era rientrato per la prima volta in Italia e aveva ottenuto dalla Sacra congregazione de Propaganda Fide l’assegnazione della missione di Colombo alla Congregazione silvestrina. Il 27 gennaio 1857, in seguito alla morte di Gaetano Antonio, Bravi era diventato vicario apostolico.
Sillani svolse il suo apostolato dapprima a Negombo, una città a circa 40 km a nord di Colombo, poi a Pettah (sobborgo di Colombo). Nel 1860, poco prima di lasciare l’isola per il suo ultimo viaggio, il vicario apostolico Giuseppe Maria Bravi lo nominò provicario generale.
Dopo la morte di Bravi, avvenuta il 15 agosto 1860 durante la navigazione nel Mar Rosso sulla via del ritorno in Italia per motivi di salute, gli oblati di Maria Immacolata, sostenuti dal fondatore Eugenio de Mazenod, si adoperarono con ogni mezzo per ottenere la conduzione del vicariato di Colombo, più importante di quello di Jaffna, riunendo così sotto la loro cura pastorale l’intera isola. Il vicario apostolico di Jaffna Stefano Semeria (1857-1868), oblato di Maria Immacolata, e il visitatore apostolico Clemente Bonnand, religioso della Società per le missioni estere di Parigi e vicario apostolico di Pondicherry (India), fornirono a Propaganda Fide informazioni negative, anche con accuse pesanti, sull’operato dei missionari silvestrini. In difesa dei confratelli Sillani inviò due articolate relazioni (13 gennaio 1861 e 13 aprile 1862) al cardinale prefetto di Propaganda Fide Alessandro Barnabò, presentando una situazione ben diversa da quella delineata dai detrattori (Archivio storico de Propaganda Fide, Acta, 226, cc. 156r-158v, 159r-165v).
Di fronte a una documentazione così discordante, Propaganda Fide non se la sentì di prendere una decisione immediata e l’11 agosto 1862 nominò un amministratore apostolico nella persona del carmelitano scalzo Carlo Giacinto Valerga, vicario apostolico di Quilon (Kerala, India) per accertare lo stato delle cose. Valerga, giunto a Colombo il 31 dicembre 1862, fece una visita capillare del vicariato. Passando di parrocchia in parrocchia e osservando attentamente l’attività dei missionari e la pratica religiosa dei fedeli, egli giunse alla conclusione «di aver trovato in Colombo uno dei migliori vicariati apostolici dell’India sotto ogni riguardo» (Barcatta, 1995, p. 48).
Nella relazione a Propaganda Fide del 4 aprile 1863, Valerga raccomandava di nominare al più presto un vicario apostolico per Colombo, in quanto non era possibile che un vicariato potesse crescere e svilupparsi senza un vero superiore e senza una chiara linea di azione. Inoltre – concludeva l’amministratore apostolico – troppo a lungo i silvestrini erano stati oggetto di discredito, per cui era giunto il momento che fossero liberati «dalla umiliazione» di essere stati lasciati per tre anni senza vicario apostolico, suggerendo che a tale ufficio venisse preposto l’abate Ilarione Sillani (Archivio storico de Propaganda Fide, Acta, 234, cc. 257r-258v). Propaganda Fide accolse l’indicazione di Valerga nell’assemblea plenaria del 7 settembre 1863 e il successivo 22 settembre il papa Pio IX nominò Ilarione Sillani vescovo titolare di Callinico (Siria) e vicario apostolico di Colombo. La consacrazione episcopale ebbe luogo a Kottar (Tamil Nadu, India) il 27 dicembre 1863 per le mani dello stesso Valerga.
Gli anni di governo di Sillani sono ricordati come «il periodo d’oro della chiesa cattolica nel Ceylon» (Barcatta, 1995, p. 75). Il nuovo vicario apostolico, infatti, promosse una serie di iniziative che diedero un impulso straordinario al cattolicesimo nell’isola: istituì quasi in ogni parrocchia scuole cattoliche (inglesi, singalesi e tamil), dove nel 1878 erano iscritti più di 11.000 alunni (The Catholic Church in Sri Lanka, V, 2001, p. 283); fece costruire 52 chiese, fra cui l’attuale cattedrale di S. Lucia a Colombo (una delle chiese più grandi di tutta l’Asia), S. Antonio a Kandy (ora cattedrale), S. Maria a Galle (ora cattedrale); aprì un seminario per la formazione del clero indigeno; eresse a Colombo il St. Benedict’s College, inaugurato nel 1865, affidandone la direzione ai Fratelli delle scuole cristiane. Per l’educazione delle ragazze Sillani invitò le suore della Congregazione del buon pastore, costruendo per loro il Good Shepherd Convent a Kotahena (quartiere di Colombo). Inoltre promosse la fondazione di una congregazione indigena, che prese il nome di Congregazione di S. Francesco Saverio e successivamente confluì nella Congregazione del buon pastore.
Sotto il vicariato di Sillani i cattolici passarono da 90.000 a 121.000 (ibid., IV, p. 189, V, p. 281).
Nel campo della stampa cattolica Sillani fondò due periodici: nel 1866 il mensile in lingua singalese Gnanartha Pradeepaya e nel 1869 il settimanale in lingua inglese The Ceylon Catholic messenger (oggi entrambi i periodici sono settimanali), per la stampa dei quali aprì una tipografia cattolica a Colombo, dove si pubblicarono anche testi scolastici e di devozione.
Infine riuscì a eliminare gli ultimi strascichi dello scisma indo-portoghese, detto anche del padroado, originato in India, ma che poi si era esteso ai vicariati di Ceylon, provocando un’aspra contesa tra i difensori dei diritti di Propaganda Fide e i fautori dei privilegi della Corona del Portogallo.
Nel maggio del 1870 Sillani rientrò in Italia per partecipare alla fase finale del Concilio ecumenico Vaticano I, che era iniziato l’8 dicembre 1869. Il Concilio fu sospeso sine die il 20 ottobre 1870 in seguito all’occupazione di Roma da parte dell’esercito italiano e la conseguente annessione al Regno d’Italia. Fece ritorno in missione il 15 febbraio 1871, salpando da Ancona; sbarcò a Galle il successivo 12 marzo.
Nel 1874 riuscì a realizzare il progetto che il precedente vicario apostolico di Colombo Giuseppe Maria Bravi coltivava già nel 1845 al momento della partenza per Ceylon: costituire una comunità monastica in terra di missione. Infatti il 30 dicembre 1874, ottenutane facoltà da Pio IX, Sillani eresse canonicamente il monastero di S. Benedetto (in seguito denominato S. Antonio) a Kandy: si trattò del primo insediamento benedettino in Asia in epoca moderna. Il 1° gennaio 1875 nella chiesa del nuovo monastero Sillani rivestì tre giovani aspiranti dell’abito silvestrino. Il 4 febbraio 1875 l’abate generale della Congregazione silvestrina Vincenzo Corneli vi istituì il noviziato: fu l’unica sede di noviziato dei silvestrini fino al 1881, allorché venne riaperto l’eremo di Montefano presso Fabriano, che era stato chiuso nel 1866 in seguito alle leggi eversive promulgate dal governo italiano.
Colpito da paralisi progressiva, Sillani fu costretto a lasciare il vicariato di Colombo il 14 settembre 1878. Giunto a Roma il successivo 6 ottobre, morì il 27 marzo 1879 nel monastero di S. Stefano del Cacco colpito da ictus cerebrale. Fu sepolto nel cimitero del Verano nella tomba dei monaci silvestrini, dove tuttora riposa.
Fonti e Bibl.: Archivio segreto Vaticano, Sec. Brev., Reg. 5393, cc. 29r-35v, 5394, cc. 13r-21v; Archivio storico de Propaganda Fide (congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli), Acta Sacrae Congregationis, Lettere, Decreti, Biglietti, Scritture originali riferite nelle Congregazioni generali (Indie Orientali); Fabriano, Archivio di Montefano, Fondo Congregazione, Capitoli generali, 4, Libri dei novizi e dei professi, 6, Libri actorum; Liber mortuorum; Fondo Ceylon; L. Cingolani, Memorie cronologiche sulla missione silvestrina nel vicariato apostolico di Colombo dal 1845 al 1868 (sec. XIX), Id., Storia dell’isola di Ceilan geografica, politica e religiosa, ossia missione dei pp. Silvestrini nel vicariato di Colombo (sec. XIX); Kandy, Archivio della diocesi, A 06, 4/1864; Roma, Archivio della Curia generalizia dei silvestrini, 10 (123 lettere dal 1857 al 1878); The Catholic Church in Sri Lanka. The British period, IV, 1856-1863, The vicariates of Colombo and Jaffna, V, 1864-1878, The vicariates of Colombo and Jaffna, Dehiwala 2001.
V. Fattorini, Mons. Ilarione Sillani vicario apostolico di Colombo, in Inter fratres, 1964, vol. 14, pp. 46-52; R. Boudens, Weal and woe of the Colombo vicariate. The episcopate of bishop Sillani (1863-1879), ibid., 1981, vol. 31, pp. 56-67; I. Sillani, Seconda relazione sul vicariato apostolico di Colombo («Apologia»), ibid., 1987, vol. 37, pp. 189-207; B. Barcatta, A history of the Southern vicariate of Colombo, Sri Lanka. The history of the Apostolate of the sylvestrine-benedictine monks in the Island, II, Ampitiya-Kandy (Sri Lanka) 1994, pp. 265-497; Id., The sylvestro-benedictine prelates and the Sri Lankan church. An historical memento on the occasion of the 150th anniversary of the sylvestrine monks’ presence in the island, Ampitiya-Kandy (Sri Lanka) 1995, pp. 47-76; Id., The «Benedictine Mission» in Sri Lanka, in Inter fratres, 1996, vol. 46, pp. 78-108; Id., The relentless campaign of the oblates to take control of the vicariate of Colombo, ibid., 2004, vol. 54, pp. 239-271; L. Hyde, A short historical review of the sylvestrine monks in Ceylon from 1845 to 1920, Fabriano 2010 (supplemento a Inter fratres, 2010, vol. 60, pp. 25-31); U. Paoli, Tentativo di un progetto missionario in comune tra silvestrini e sublacensi in Sri Lanka, in Studia monastica, 2012, vol. 54, pp. 141-163; A. Pantaloni, The sylvestrine-benedictine congregation. A monastic pioneer in modern benedictine mission, in Mission and monasticism. Acts... 2009, a cura di C. Leyser - H. Williams, Roma 2013, pp. 137-139.