ACCIAIUOLI, Neri
Figlio di Francesco di Donato e di Margherita Dini, nacque verso il 1409, forse ad Atene, e visse alla corte di Antonio I Acciaiuoli, duca della città. Morto costui senza figli nel 1435, il partito greco, che in Atene faceva capo alla potente famiglia dei Calcocondila, cui apparteneva anche la vedova
di Antonio I, Maria Melissene, tentò di escludere Neri e suo fratello Antonio dalla successione. Ma in città prevalse il partito avverso ai Calcocondila, i quali, insieme con Maria, furono espulsi da Atene. L'A. fu fatto così duca, secondo la volontà del defunto Antonio. Si mantenne in buoni rapporti col sultano Murad, continuando a pagargli l'annuo tributo, che il suo predecessore aveva cominciato a versare. Secondo lo storico Laonico Calcocondila, l'A. sarebbe stato uomo effeminato e molle, ma si tratta del giudizio di un nemico personale. Certo è che nel 1439 l'A. fu detronizzato dal fratello Antonio e dovette rifugiarsi a Firenze. Qui rimase sino al 1441 quando, morto Antonio, egli rientrò in Atene e, scacciati la vedova del fratello, Maria Zorzi di Bodonitza e il figlio di lui Francesco, vi si insediò di nuovo, pare con l'aiuto dei Turchi. Secondo il Calcocondila, subito dopo il 1441 l'A. prese le armi contro i Turchi insieme con i Greci di Morea. Costretto presto alla pace, nel febbraio 1444 fu assalito da Costantino Paleologo despota di Morea, il quale lo costrinse a riconoscere la sua sovranità e a pagargli un tributo e occupò Tebe con un presidio. L'effettivo dominio dell'A. si ridusse allora alla sola Atene, che proprio in quell'anno era visitata da Ciriaco d'Ancona. Anche per questo l'A., che in cuor suo aveva sempre preferito i Turchi, suoi alleati in varie occasioni, ai Greci, nemici tradizionali della sua famiglia, dopo la battaglia di Varna (1444), si offerse come feudatario al sultano, invitandolo inoltre ad invadere il Peloponneso. Quando Murad scese in Grecia (1446) l'A. gli si unì a Tebe, che riottenne dopo due anni di occupazione greca.
Morì ad Atene nel 1451. Lasciò il ducato al figlio Francesco sotto la tutela della madre, Chiara Zorzi, donna ambiziosa ed intrigante, che tentò di escludere il figlio dalla successione; infine, per intervento di Maometto II, il ducato passò a Franco Acciaiuoli, cugino di Francesco.
Fonti e Bibl.: Acta et diplomata graeca res graecas italasque illustrantia,a cura di F. Miklosich e G. Müller, Vindobonae 1865, pp. 256-257; Laonici Chalcocondylae Historiarum libri decem,in Migne, Patr. Graeca,CLIX, coll. 317-320, 337-338; P. Litta, Fam. cel. ital., Acciaiuoli di Firenze,tav.V; J. A. Buchon, Nouvelles recherches sur la principauté française de Morée,I, 1, Paris 1843, pp. 181-187; C. Hopf, Chroniques gréco-romaines,Berlin 1873, p. 476;G.Schlumberger, Numismatique de l'Orient latin,Paris 1878, p. 345;W. Miller, Essays on the Latin Orient,Cambridge 1921, pp. 80, 100, 146-150, 159, 160, 236; D. A. Zakythinos, Le despotat grec de Morée,Paris 1932, pp. 198, 230; F. Babinger, Maometto il conquistatore ..., Torino 1957, pp. 89, 90.