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Nerone

di Tommaso Gnoli - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Nerone

Tommaso Gnoli

Un mostro al potere?

L’imperatore romano Nerone è passato alla storia come un tiranno crudele e megalomane. Questa rappresentazione, pur non priva di fondamento, si deve in gran parte alle sue scelte politiche: Nerone infatti attuò, accanto a misure molto discutibili e spregiudicate, anche provvedimenti coraggiosi, che però gli alienarono quelle classi sociali che ne avrebbero poi tramandato il ritratto di uomo crudele

Nerone imperatore

Nato nel 37 d.C. da Gneo Domizio Enobarbo e da Agrippina Minore, Lucio Domizio Enobarbo era il rampollo di una delle più nobili famiglie romane. In quanto pronipote di Ottaviano Augusto per parte di madre, Nerone crebbe a corte con sua zia Messalina, moglie di Claudio, ed ebbe come maestro il grande filosofo Lucio Anneo Seneca. Alla morte di Messalina, Claudio sposò proprio Agrippina e adottò Nerone. Dopo l’adozione Lucio Domizio cambiò il suo nome in quello di Nerone Claudio Cesare e, pochi anni dopo, sposò Ottavia, la figlia di Claudio e Messalina.

Nel 54 Claudio morì, e Nerone gli successe alla guida dell’Impero. I suoi primi cinque anni di governo (quinquennium Neronis) sono descritti in tutte le fonti come anni felici: sotto l’influenza di Seneca e del prefetto del pretorio Afranio Burro, Nerone seguì una politica favorevole al Senato, tesa a garantire i privilegi e le immense ricchezze di questo influente gruppo di potere e del ceto dei liberti (ex schiavi) affaristi; gli insegnamenti di Seneca, inoltre, sollecitavano nel giovane e influenzabile imperatore l’amore per la cultura greca che sarebbe esploso, con manifestazioni eccessive e maniacali, nella seconda parte del suo regno.

Nel frattempo Nerone iniziò una relazione sentimentale con la bellissima Poppea, suscitando l’indignazione della moglie Ottavia e della madre Agrippina, che tentò addirittura di prospettare la sostituzione sul trono di Nerone con Britannico, figlio di Claudio e Messalina. Nerone, allora, agì con spietata lucidità: eliminò in successione Britannico (55), Agrippina (59) e infine Ottavia (62).

Contro i senatori

L’anno del matricidio (58-59) fu l’anno della svolta nella politica dell’imperatore. Nerone si svincolò dai suoi consiglieri per intraprendere una politica demagogica – fatta di grandi giochi per il popolo e di distribuzioni di pane e di denaro – che si sarebbe via via accentuata nel corso del regno.

Per colpire il lusso sfrenato della classe senatoria e dei potenti liberti imperiali Nerone attuò una riforma monetaria tesa a favorire il potere di acquisto della moneta d’argento – che circolava soprattutto nelle mani della classe media, dell’esercito e della burocrazia imperiale – sulla moneta d’oro, che era posseduta soprattutto da senatori e dai liberti imperiali. Questa politica si rivelò utile ed efficace, ma alienò per sempre all’imperatore i favori della classe senatoria, che fu in particolare colpita dalla riforma. Sempre nel 58 Seneca si ritirò dalla vita pubblica. Pochi anni dopo Afranio Burro moriva in circostanze non chiare.

L’incendio di Roma

Nel 64, a Roma, si sviluppò il celebre incendio del quale vennero accusati i cristiani. In realtà si trattò di uno dei tanti incendi che minacciavano continuamente la popolosa capitale dell’Impero, ma l’odio contro il tiranno da parte di senatori e di cristiani, nonché il fatto che Nerone approfittò dell’incendio per intraprendere la costruzione di un’immensa reggia – la Domus aurea – portò alla diceria che l’incendio fosse stato opera dello stesso imperatore. In ogni caso, durante quella che fu la prima persecuzione contro i cristiani vennero martirizzati s. Paolo e s. Pietro.

Nel 65, venne scoperta e punita la congiura capeggiata da Calpurnio Pisone, che portò all’uccisione di Seneca, Petronio e Lucano, tre dei maggiori autori della letteratura latina.

In Oriente, frattanto, si verificarono eventi importanti: la sottomissione temporanea dell’Armenia all’egemonia di Roma e lo scoppio della grande rivolta giudaica che si sarebbe concluso solamente nel 70 d.C. con la conquista di Gerusalemme da parte di Tito e la definitiva distruzione del tempio.

L’ostilità della nobiltà senatoria e della corte diede origine, alla fine, a un’insurrezione militare, che costrinse al suicidio Nerone ormai braccato (68). Aborrita dalla storiografia di matrice senatoria e da quella cristiana e giudaica, la figura di Nerone conservò tratti positivi solamente nel ricordo della plebe urbana, che sempre gli rimase grata e riconoscente.

Vedi anche
Clàudio imperatore Clàudio imperatore (lat. Ti. Claudius Caesar Augustus Germanĭcus). - Nato a Lione nel 10 a. Claudio imperatore, fu imperatore romano dal 41 al 54 d. C. Figlio di Druso maggiore e di Antonia minore, fino ai cinquant'anni visse tra gli studî, componendo opere di storia e di filologia. Dopo l'assassinio ... Agrippina minore (lat. Iulia Agrippina). - Figlia di Germanico e di Agrippina maggiore (15 - 59 d. C.), era sorella dell'imperatore Caligola; moglie di Gneo Domizio Enobarbo (da cui ebbe Nerone), quindi dell'imperatore Claudio, al quale fece adottare il figlio; ebbe grande prestigio nella corte di Claudio, valendosi ... Poppèa Poppèa (lat. Poppaea Sabina). - Moglie di Nerone (n. tra il 30 e il 32 - m. 65 d. C.), figlia di Tito Ollio; di grande bellezza e intelligenza, dapprima sposò Rufrio Crispino, poi Marco Salvio Otone, amico di Nerone, ma l'imperatore ne fece dapprima la sua amante e poi, ripudiata la moglie Ottavia, la ... Lucio Anneo Sèneca Sèneca, Lucio Anneo (lat. Lucius Annaeus Seneca). - Filosofo e scrittore latino (n. Cordova 4 a. C. - m. 65 d. C.). Figlio di Seneca il Retore, compì i suoi studî a Roma, con Papirio Fabiano, retore e filosofo stoico, lo stoico Attalo, il cinico Demetrio e il neopitagorico Sozione. Giovane, si recò in ...
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  • BIOGRAFIE in Storia
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  • GRANDE RIVOLTA GIUDAICA
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  • IMPERATORE ROMANO
Altri risultati per Nerone
  • Nerone
    Dizionario di Storia (2010)
    (Nero Claudius Caesar Drusus Germanicus) Imperatore romano (Antium  37- presso Roma 68). Figlio di Gneo Domizio Enobarbo e di Agrippina Minore, si chiamò Lucio Domizio Enobarbo; poi (50), adottato dall’imperatore Claudio, che Agrippina aveva sposato in seconde nozze, ebbe il nome di N. Claudio Cesare; ...
  • Neróne imperatore
    Enciclopedia on line
    Figlio (Antium 37 d. C. - presso Roma 68) di Gneo Domizio Enobarbo e di Agrippina Minore, si chiamò Lucio Domizio Enobarbo; poi (50), adottato dall'imperatore Claudio, che Agrippina aveva sposato in seconde nozze, ebbe il nome di N. Claudio Cesare; nel 53 sposò Ottavia, figlia di Claudio. Quando questi ...
  • NERONE imperatore
    Enciclopedia Italiana (1934)
    NERONE (Nero Claudius Caesar Drusus Germanicus) imperatore Arnaldo MOMIGLIANO Figlio di Gneo Domizio Enobarbo e di Agrippina, passata poi in seconde nozze all'imperatore Claudio, nacque il 15 dicembre 37 d. C. ad Antium: ebbe originariamente il nome di L. Domizio Enobarbo. Agrippina riuscì a farlo ...
Vocabolario
neroniano
neroniano agg. – Dell’imperatore romano Nerone (37-68 d. C.): l’epoca n.; il principato n.; le persecuzioni n. contro i cristiani; senatoconsulto n., emanato su proposta di Nerone. Per estens. (con riferimento alla crudeltà e alle perversioni...
qualis artifex pereo!
qualis artifex pereo! 〈ku̯àlis àrtifeks pèreo〉 (lat. «quale artista muore con me!»). – Celebre frase che, secondo Svetonio (Vita di Nerone, 69), l’imperatore Nerone avrebbe pronunciato morendo.
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