ACUSTICO, NERVO
NERVO - È l'ottavo paio di nervi cranici. E impropriamente chiamato acustico, essendo costituito da una parte che serve realmente alla percezione delle onde sonore e s'inizia dagli elementi sensoriali acustici (organo del Corti) della coclea, e da una parte che dà la sensazione dell'equilibrio statico e dinamico del corpo e che si inizia dalle macule otolitiche dell'utriculo e del sacculo e dalle creste ampollari dei canali semicircolari; esse finiscono in nuclei e centri corticali, distinti e per sede e per funzione.
Fra le affezioni morbose del nervo acustico sono da ricordare le neuriti acustiche da malattie infettive acute quali (tifo, scarlattina, morbillo, influenza, tisi galoppante, ecc.), da anomalie di costituzione (gotta, arteriosclerosi, ecc.), da intossicazioni (alcool, tabacco, più raramente piombo, mercurio, arsenico, ossido di carbonio, anche da chinino, ecc.) da rumori molto intensi (artiglieri, ferrovieri, calderai, scalpellini, ecc.), da causa speciale sconosciuta (neurite essenziale acustica). Particolare menzione meritano i tumori.
Sono stati descritti la prima volta da Cruveilhier e da Virchow, in seguito da numerosi autori fra i quali Alquier, Klarfeld e Jumentié in Francia; Henschen in Germania, Cushing in America. Ebbero così denominazioni diverse: tumori del nervo acustico (Sternberg); per la loro particolare sede, tumori dell'angolo pontocerebellare (Hennenberg e Koch); per la loro struttura microscopica, gliomi dell'acustico. Di solito sono unilaterali, meno spesso si sviluppano nei due nervi acustici; sono di forma arrotondata, ovalare, o irregolare, di volume molto variabile; abitualmente rimangono circoscritti nell'interno della guaina aracnoidea che però oltrepassano, quando assumono carattere invadente e distruttivo. Nel loro sviluppo comprimono le parti vicine, cioè il peduncolo cerebrale, la protuberanza, il bulbo, il cervelletto, i nervi cranici. Hanno una struttura microscopica bene definita che li fa rassomigliare a quelli della nevroglia donde i nomi di neurinoma (Verocay), glioma periferico (Lhermitte), schwannoma (Masson). Assai più raramente le neoformazioni dell'acustico possono essere di altra natura: sifilide, tubercolosi, colesteatomi, ecc.
La sintomatologia di questi tumori varia a seconda del loro sviluppo e si riferisce alle lesioni dei nervi cranici (acustico, facciale, abducente, trigemino); del cervelletto, in primo tempo, piú tardi anche della protuberanza e del bulbo compressi a distanza dal tumore, oltre ai fenomeni più complessi, in rapporto con eventuali riproduzioni metastatiche.
Cura. - La cura chirurgica consiste nell'asportazione del tumore che, se completa, può dare guarigione definitiva quando si tratti di tumori, come di solito, incapsulati e benigni. Le prime operazioni, eseguite senza conoscenza esatta dell'anatomia patologica e con tecnica imperfetta, furono tutte mortali. Pare che il primo caso operato, seguito da morte, sia quello di Guldenarm e Winkler, e la prima guarigione quella di Ballance nel 1894, riferita nel 1907, poi quella di Horsley nel 1903: in seguito per opera di F. Krause, di A. von Eiselsberg, di H. Cushing, di W. Dandy, De Martel e altri e per la sicurezza raggiunta nella diagnosi (Monakow, Oppenheim, Gowers, Holmes) la tecnica e i risultati hanno notevolmente progredito. La mortalità da 70-80% è scesa a 15, nella statistica di Cushing: successo non da altri raggiunto. La causa dell'alta mortalità sta soprattutto nel disturbo circolatorio che sopravviene nel midollo allungato poiché nel togliere il tumore, o dopo, si possono provocare emorragie, edema, rammollimento nel tronco cerebrale, con fatali conseguenze anche immediate. Perciò ha grande importanza prognostica il volume del tumore, ed occorre una tecnica delicatissima e un'emostasi perfetta. Il tumore è circondato da una capsula connettivale, nella quale scorrono rami provenienti dall'arteria basilare; perciò l'asportazione completa del tumore con la capsula, che è l'operazione veramente radicale, costituisce una gravissima e difficile impresa. Ad essa, praticata con rari successi dai primi chirurgi, Cushing ha sostituito il metodo dell'asportazione intracapsulare, più o meno completa: consiste nello scoprire il tumore, inciderne la capsula e, asportandolo col cucchiaio a pezzi, per quanto è possibile, lasciare integra la capsula, in modo che si evitino emorragie e trazioni sul tronco del cervello. Ai buoni risultati immediati si oppone la recidiva più o meno rapida. W. E. Dandy nel 1925 ha scritto che forse non vi sono più di 6 casi operati radicalmente e senza recidiva, ma egli ne conosce con certezza 2 soli (Ballance, Horsley) e perciò propone l'operazione completa aprendo la capsula, vuotandola del tumore, poi stirandola delicatamente sì da mettere in evidenza i vasellini che vi giungono e sezionandoli previa emostasi con piccoli fermagli d'argento. Ebbe 5 guarigioni su 5 operati.
Le complicazioni sono: meningite, emorragia (extra e intrabulbare) paralisi del nervo facciale e del nervo trigemino per i loro rapporti col tumore. Il nervo acustico nelle operazioni complete è necessariamente sezionato o leso, donde sordità permanente; ma questa è spesso già completa prima dell'operazione.
Difetti permanenti per lesione centrale nervosa, quale paralisi bulbare e disturbi atassici e di motilità, sono segnalati.
Tecnica. - Consiste nello scoprire uno o ambedue gli emisferi del cervelletto. Si solleva l'emisfero del lato malato e si procede alla asportazione del tumore con uno dei metodi descritti. R. Panse (1904) propose l'asportazione del tumore per via translabirintica, cioè asportando con lo scalpello mastoide e rocca fino al poro acustico. Pochi hanno seguito questa via e, malgrado alcuni buoni risultati, i chirurgi non sono favorevoli ad essa perché non permette né sufficiente esplorazione, né completa estirpazione del tumore, creando grave lesione ossea e quasi certa lesione del facciale.
Bibl.: H. Cushing, Tumors of the N. acusticus, 1917; W. E. Dandy, Surg. Gyn. Obst., XLI (1925); F. Krause, Chirurgie de Gehirns u. Rückenmarks nach eigenen Erfahrungen, Vienna 1908-1911; E. Heymann, Bruns' Beiträge z. Kl. Chir., CXXXVI (1926); De Martel e altri, in Rapports Soc. intern. de Chirurg., VII Congresso, Roma 1926. Questi lavori contengono ampie notizie bibliografiche.