NESEBAR
(gr. Μεσαμβϱία, Μεσημβϱία; lat. Mesambria, Mesembria)
Città della Bulgaria, posta su di un promontorio roccioso collegato da uno stretto istmo alla costa del mar Nero, a ca. 40 km a N di Burgas.Fondata intorno al 510 a.C. come colonia delle città doriche di Megara, Bisanzio e Calcedonia, sul luogo di un più antico insediamento fortificato trace sorto sull'intera superficie del promontorio, nonché sulla circostante terraferma, N. si sviluppò in un importante centro commerciale, artigianale e culturale sul mar Nero, annesso nel 72 a.C. all'Impero romano. Dopo la creazione dell'impero bizantino, la città divenne un importante centro strategico nella difesa contro gli attacchi degli Slavi e dei Bulgari e sede di un arcivescovado autonomo. In seguito alla nascita dello stato bulgaro, nel sec. 7°, N. fu centro di confine tra l'impero bizantino e la Bulgaria e dall'812 appartenne con poche interruzioni a quest'ultima. La città raggiunse il suo maggiore sviluppo all'epoca del secondo regno di Bulgaria (secc. 12°-14°), in particolare sotto lo zar Ivan Aleksander (1331-1371); nel 1366 venne presa e devastata dalle truppe di Amedeo di Savoia, che la cedette all'impero bizantino; nel 1453 cadde infine sotto il dominio turco.L'antica cinta fortificata, risalente al sec. 5° a.C., che tagliava perpendicolarmente l'istmo e il cui tracciato attraversava una zona della penisola oggi in gran parte sommersa dal mare, venne parzialmente distrutta durante l'occupazione romana; fu in seguito più volte restaurata e ampliata in epoca tardoantica e medievale e si è meglio conservata presso la porta urbana, in particolare nelle torri pentagonali che fiancheggiano la porta, nonché in una terrazza adiacente a N e a S con torri semicilindriche e quadrangolari.Nel Medioevo N. contava oltre quaranta chiese, dieci delle quali sono ancora in varia misura conservate. Quella più antica si ritiene sia la c.d. basilica sulla riva del mare, databile al sec. 5°-6°, le cui fondazioni sono state riportate in luce nel corso di scavi condotti negli anni Venti: si trattava di un impianto a tre navate con un'abside principale, poligonale all'esterno, affiancata da protesi e diaconico. La chiesa è stata identificata in quella della Theotokos Eleusa, nota attraverso diversi documenti medievali; al suo arredo apparteneva un'icona dell'Odighítria, del 1341-1342, attualmente conservata a Sofia (Nat. arheologitcheski muz.).La c.d. vecchia metropoli, oggi in rovina, è stata solo recentemente identificata con la chiesa della Santa Sofia. Il suo impianto architettonico si è rivelato unitario e non, come si riteneva in passato, dovuto a due fasi costruttive: si tratta di una basilica a tre navate, divise - come nelle chiese di Santa Sofia a Sofia e a Ochrida (Macedonia) - da muri massicci in conci di pietra e corsi di mattoni con aperture ad arco, verso E terminante in un'abside, poligonale all'esterno e dotata all'interno di sýnthronon, e verso O preceduta da un atrio; probabilmente eretta nella seconda metà del sec. 9°, venne ricostruita nel 15° senza l'atrio.Al tardo sec. 9° dovrebbe risalire il primitivo impianto della chiesa di S. Stefano (c.d. nuova metropoli), che rimanda a una serie di costruzioni simili dei secc. 9°-10° a Pliska, Preslav e Kastoria. Si tratta di una piccola basilica a tre navate con tetto ligneo e tre absidi semicircolari orientate e decorate all'esterno con un fregio di piccoli archi su mensole; le navate laterali sono spartite da una coppia di colonne, da due pilastri rettangolari e da due coppie di semipilastri addossati; verso E e verso O la navata centrale è coronata da timpani e nel sec. 16° un nartece venne addossato alla facciata occidentale. L'interno della chiesa fu decorato con affreschi alla fine del sec. 16° e si sono conservati resti dell'originaria decorazione scolpita, fra cui alcuni frammenti della recinzione corale, reimpiegati come base dell'iconostasi.Ai secc. 9°-10° risalgono anche due chiese a croce con cupola: una piccola, in rovina, posta a N-O della c.d. vecchia metropoli, e una dedicata a s. Giovanni Battista. Quest'ultima (od. sede del Gradski arheologitcheski muz.) è la meglio conservata tra le costruzioni medievali di N.: eretta in conci di pietra, presenta tre absidi semicircolari e una cupola con alto tamburo cilindrico, sostenuta da due pilastri liberi, senza nartece, con le facciate esterne articolate da arcate cieche e con all'interno esigui resti di affreschi risalenti al 14° secolo.Altri importanti edifici religiosi eretti a N. nel sec. 14° fanno parte di un gruppo stilistico peculiare dell'architettura bulgara a cui appartengono anche alcune chiese di Tărnovo e Červen. La chiesa della Santa Parasceve è una costruzione a una sola navata con abside pentagonale ed esonartece; due coppie di paraste addossate alle pareti laterali dividono la navata in tre parti uguali, che erano coperte da volte semicilidriche. Qui fa la sua prima comparsa uno stile coloristico caratteristico di N., in cui vengono impiegati filari di conci e di laterizi con decorazione ceramicoplastica; le facciate sono articolate da arcatelle cieche e le lunette sono ornate con piccoli mattoni disposti a scacchiera o a spina di pesce; gli archivolti degli archi sono rivestiti da tre file di incrostazioni di ceramica invetriata di forma circolare o a trifoglio; al di sopra, a tratti, corre un fregio di arcate. Simile nelle modalità costruttive e nella struttura è la chiesa di S. Teodoro, del cui impianto originario non si conservano la volta e le pareti orientali e meridionali; nel 1700 la chiesa venne trasformata e ampliata verso S.La chiesa dedicata agli arcangeli Michele e Gabriele è un edificio a croce greca con cupola sostenuta da quattro pilastri, con torre occidentale quadrangolare sull'esonartece e ambiente del coro tripartito e voltato; le facciate nord e sud sono scandite da sette arcate, quella occidentale da tre. La chiesa del Pantocratore, restaurata negli anni Settanta, appartiene a una tipologia più sviluppata: la cupola con tamburo ottagonale è sostenuta da quattro colonne libere, le volte dei bracci della croce e dei vani angolari sono semicilindriche, il braccio orientale è allungato e termina con un'abside pentagonale, mentre davanti alle absidi laterali si trovano cupole cieche e al di sopra del nartece si eleva una torre campanaria pentagonale.Il massimo raggiungimento dell'architettura di N. è rappresentato dalla chiesa di S. Giovanni Aleiturghetos - pervenuta in rovina, ma restaurata negli anni Ottanta - dove il tipo a croce con cupola appare ulteriormente sviluppato e la decorazione esterna, oltre a presentare le consuete incrostazioni ceramiche, è completata da un fregio a rilievo e da elementi di plastica architettonica. I frammenti di affreschi del sec. 14°, visibili ancora negli anni Trenta, sono andati perduti.Il Gradski arheologitcheski muz., ospitato, come si è detto, nella chiesa di S. Giovanni Battista, dispone di ricche raccolte di scultura antica e di ceramica, nonché di una collezione di arte religiosa medievale.
Bibl.:
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