NETO (Νεαίτον; Netum)
Antica città della Sicilia, il cui nome compare per la prima volta nelle fonti (Diodoro, XXIII, 4) a proposito della sua cessione a Gerone II da parte dei Romani. Nel 210 Neto si arrendeva spontaneamente al console Marcello e di qui la sua condizione privilegiata di civitas foederata; più tardi è ricordata da Plinio tra le civitates latinae condicionis dell'interno dell'isola.
Già dal Fazello il sito di Netum fu identificato con quello di Notovecchia, abbandonata dopo il terremoto del 1693 e sita sul monte Alveria, tra due profonde gole. Le indagini archeologiche compiute da P. Orsi hanno potuto accertare l'esistenza di quattro necropoli sicule del 3° periodo con circa 500 sepolcri. Tra il periodo siculo e quello ellenico si ha una vasta lacuna poiché i più antichi avanzi greci sono del sec. III-II a. C. e consistono nei resti di una necropoli, nelle testimonianze di un gymnasium intitolato a Gerone II (v. Kaibel, Inscr. Graec., 240), e in alcune grotte che ci parlano del culto di defunti eroizzati. Nessun avanzo di età romana che confermi le notizie del Fazello o del Littara intorno a templi, circhi e teatri ivi esistenti. Del periodo cristiano abbiamo una dozzina di catacombe, taluna delle quali appartenenti a sette giudaiche; infine, a sud-est della città, un piccolo cimitero bizantino. Tali le testimonianze dell'antica Neto, nella quale ormai non è più da vedersi, come prima sostennero alcuni, la patria del siculo Ducezio.
Bibl.: T. Fazello, De rebus siculis, I, iv, Palermo 1558, p. 213; Littara, De rebus netinis, p. 2, ma principalmente l'ampia relazione di P. Orsi, in Notizie scavi, 1897, pp. 69-90.