neuroinformatica
s. f. Settore di studio che si occupa dell’organizzazione dei dati relativi alle ricerche condotte dalle neuroscienze, mediante l’applicazione di modelli e strumenti informatici.
• I giorni profetizzati da scrittori di fantascienza come Isaac Asimov e Philip Kindred Dick stanno arrivando: è partita la corsa per la creazione di robot in grado di vedere, udire, pensare come esseri viventi. La concorrenza sempre più accanita nel settore informatico porta Stati e aziende a investire patrimoni nella neuroinformatica, la scienza che si occupa di progettare computer che replichino il funzionamento del cervello animale. (Giovanni Tomasin, Piccolo, 9 gennaio 2009, p. 23, Trieste) • «La neuroinformatica ‒ prosegue [Jacopo] Annese ‒ sarà perciò per la nostra “biblioteca” sempre più fondamentale, perché ci aiuterà a offrire ai ricercatori un database utile come le classiche illustrazioni anatomiche, ma con una complessità infinitamente maggiore». (Elena Meli, Corriere della sera, 4 marzo 2012, p. 62, Salute) • C’è chi segue la mappatura del cervello dei topolini, chi analizza i dati strategici relativi al cervello umano e chi sviluppa i modelli matematici per la descrizione del cervello. C’è poi la neuroinformatica per gestire l’enorme mole di dati generati dal progetto. L’ospedale di Ginevra, ad esempio, cerca di mettere insieme i dati medici (dagli scan di risonanza magnetica alle analisi) provenienti da centinaia di centri sparsi in tutto il mondo. (Valeria Strambi, Repubblica, 13 ottobre 2016, Firenze, p. II).
- Composto dal confisso neuro- aggiunto al s. f. informatica.
- Già attestato nel Corriere della sera del 28 giugno 2002, p. 53, Cronaca di Roma (Francesco Di Frischia).