neve
néve [Der. del lat. nix nivis] [GFS] Nella meteorologia, precipitazione atmosferica di ghiaccio in cristalli, generalm. con simmetria esagonale, aggregati in lamine (fiocchi) di piccole dimensioni. Le precipitazioni nevose provengono principalmente da vasti sistemi di nubi stratificate, animate da lenti moti ascensionali. La formazione dei fiocchi ha inizio quando le goccioline d'acqua delle nubi vengono trasportate dai moti ascensionali a una quota a cui la temperatura è nettamente minore di 0 °C; si formano allora minuti cristalli di ghiaccio, di forma prevalentemente esagonale. Siccome la tensione di vapore attorno ai cristalli di ghiaccio è minore di quella attorno alle goccioline d'acqua, queste ultime tendono a evaporare e il vapore acqueo si sublima sui cristalli, i quali così crescono rapidamente; se la crescita avvenisse in aria perfettamente tranquilla, la forma dei cristalli non verrebbe alterata; ma a causa dei movimenti dell'aria e della caduta stessa dei cristalli, questi tendono a crescere maggiormente in corrispondenza dei vertici, dando luogo a caratteristiche forme geometriche (v. fig.). Attraversando strati d'aria con temperatura intorno a 0 °C, i cristalli di neve diventano umidi per parziale fusione e tendono ad agglomerarsi in fiocchi che talvolta possono assumere dimensioni ragguardevoli, anche di qualche centimetro. La massa volumica della n. appena caduta varia tra circa 0.08 e 0.l g/cm3 (quindi 10÷12 cm di n. fresca corrispondono a circa 1 cm di pioggia); aumenta fino a circa 0.3÷✄.4 g/cm3 qualche tempo dopo la caduta. La temperatura del manto nevoso è in diretta dipendenza da quella dell'aria sovrastante e può anche superare 0 °C; oltre 2÷3 °C la n. si fonde rapidamente. La nevosità cresce con la latitudine e con l'altitudine; la distribuzione della n. caduta è messa in risalto sulle carte geografiche dalle linee isochione (luogo dei punti nei quali si ha uguale durata media del manto nevoso, misurata dal numero dei giorni in cui la n. copre a una data ora più della metà di una certa regione circostante al punto d'osservazione) e dalle linee isoplete (linee di ugual frequenza delle nevicate). L'altezza della n. caduta si misura con asticelle graduate o più correttamente, per mezzo di nivometri. Non tutta la n. che cade nell'inverno si fonde nei mesi estivi, spec. in montagna; quella che rimane al suolo subisce delle modificazioni, per cui diventa granulare e l'insieme del nevato diventa glacionevato; questa n. è detta n. perenne poiché di anno in anno si accumula e non scompare, pur rinnovandosi con il volgere del tempo sia perché quella superficiale passa in profondità e può essere asportata e fusa dalle acque di fondo, sia perché può sublimarsi (anche le n. artiche, benché con lentezza estrema, subiscono questo ciclo di sostituzione). Si chiama limite climatico delle n. permanenti il livello al di sopra del quale la n. caduta non può fondere interamente nell'estate; questo limite, abbastanza costante nei tempi storici, ha invece subìto notevoli oscillazioni altimetriche nel decorso dei tempi geologici: esso varia da latitudine a latitudine (più elevato all'equatore e via via decrescente verso i poli, ove raggiunge il livello marino) e a seconda dell'esposizione (più basso a Nord, più elevato a Sud). Si può parlare anche di un limite temporaneo delle n., che è l'altitudine minima alla quale la n. caduta a un determinato momento (giorno o mese, in pratica) permane al suolo senza fondere, tale limite è soggetto a notevoli variazioni temporali dipendenti dall'esposizione del luogo. Ricordiamo infine che il naturale color bianco della n. può essere modificato in rosso per la presenza di alcune Alghe unicellulari che prosperano a 0 °C di temperatura; n. tinta di rosso si osserva nelle regioni polari e di alta montagna, ma la n. può essere colorata anche in giallo o verde, a seconda del predominio dell'una o del-l'altra specie di alghe. ◆ [CHF] N. carbonica: anidride carbonica allo stato solido, detta anche ghiaccio secco, che trova applicazione in qualche tecnica di refrigerazione; per es., una sua miscela con alcole etilico costituisce un mezzo termostatico alla temperatura di circa -78 °C. ◆ [GFS] N. granulosa friabile: precipitazione atmosferica sotto forma di granuli di ghiaccio bianchi e opachi, sferici e conici, con dimensioni di qualche mm; è cosa diversa, come processo di formazione (che è quello della n.) dalla grandine e si differenzia, per le dimensioni dei granuli, anche dal nevischio. ◆ [GFS] N. penitente: formazione nevosa delle regioni tropicali e subtropicali ad alta quota soggette a nevicate e a forti piogge, frequente soprattutto nelle Ande; si presenta come cumuli piramidali o conici alti qualche metro che da lontano assomigliano a figure di persone incappucciate e oranti (donde la denomin.); deriva da effetti di modellamento delle acque piovane scorrenti su un manto nevoso rammollito in superficie dalla forte insolazione diurna.