NEVRITE (del gr. νεῦρον "nervo" e il suffisso ite, che designa i processi infiammatorî)
Infiammazione di un tronco nervoso. Può essere provocata da moltissime cause: i traumi (ferite dirette dei nervi, contusioni, stiramenti, compressioni) sono fattori causali abbastanza frequenti. Tutte le malattie infettive possono provocare una nevrite: il tifo, il vaiuolo, la difterite, il reumatismo articolare acuto, l'influenza, l'encefalite letargica, il morbillo, la parotite, l'erisipela, la tubercolosi, la lues (questa predilige fra i nervi periferici il cubitale e fra i nervi cranici l'ottico). La nevrite può inoltre essere causata da intossicazioni, sia esogene, come l'alcool (frequentissimamente), il piombo (specialmente il nervo radiale), l'arsenico, l'ossido e il solfuro di carbonio, sia endogene (gotta, diabete, gravidanza, puerperio, senilità, cachessia). Il raffreddamento, fattore molto spesso invocato, non agisce probabilmente che come causa occasionale. Quando il processo infiammatorio colpisce due o più nervi, si ha la polinevrite. I sintomi fondamentali della nevrite sono: deficit motorio e sensitivo nei territorî muscolari e cutanei innervati dal tronco leso, dolori spontanei e provocati dalla pressione di questo, atrofia muscolare, disturbi dell'eccitabilità elettrica (reazione degenerativa totale o parziale), diminuzione o scomparsa dei riflessi il cui arco passa per il nervo leso.
Una forma speciale è la nevrite interstiziale ipertrofica di Dejerine e Sottas non infiammatoria, ma dipendente da lesioni embrionali. Le sue caratteristiche sono, anatomopatologicamente, lesioni dei nervi periferici e del midollo spinale; clinicamente atrofia muscolare, atteggiamenti viziosi della colonna vertebrale, atassia, aumento di volume dei nervi, che non sono dolenti alla pressione, dolori folgoranti agli arti, disturbi a tipo degenerativo delle regioni elettriche, alterazioni gravi della sensibilità, piede varo-equino.