nevrosi
Disturbo psichico d’origine psicogena, cronico o ricorrente, senza base organica dimostrabile, con sintomi vari, tra i quali l’ansia, e con diverse caratteristiche (inibizione, insicurezza, labilità emotiva, conflittualità interiore). Contrariamente alle psicosi (➔), nella n. il soggetto è cosciente del proprio disagio psichico, avvertito come fonte di sofferenza; il comportamento sociale è relativamente adeguato poiché è conservato un corretto esame di realtà.
Il termine nasce nel Settecento come neurosi per indicare tutte le malattie del sistema nervoso centrale e periferico non riconducibili a fattori infettivi. Con J.-M. Charcot e S. Freud si ha il passaggio da una concezione patogenetica somatogena a una psicogena. La n. diviene un disturbo psichico i cui sintomi sono la conseguenza immediata e l’espressione simbolica di un conflitto psichico inconscio e rimosso, che ha le sue radici nell’infanzia o in un trauma non elaborato. Per P. Janet le n. sono invece malattie della personalità, contraddistinte da conflitti intrapsichici inibenti le condotte sociali. Attualmente si assiste a un superamento del concetto di n. e il termine scompare dai documenti ufficiali dell’OMS, sostituito da una serie di definizioni più specifiche (disturbi d’ansia, dell’umore, di conversione o somatoformi, dissociativi, da attacco di panico, sessuali, distimici, da stress e di adattamento, ossessivi e compulsivi, ecc.), rimanendo in uso solo per indicare quell’insieme di disturbi nei quali il giudizio di realtà della persona è intatto.
Il tronco comune di tutte le n. è la n. da ansia generalizzata, consistente in uno stato di apprensione e di timore di catastrofe imminente, in assenza di reali pericoli, con sintomi quali tachicardia e tremore. Le altre forme sono: la n. fobica, con o senza attacchi di panico, che riguarda un’ampia gamma di situazioni (claustrofobia, agorafobia, tanatofobia); la n. ossessiva, in cui il soggetto si sente costretto ad agire o pensare contro la propria volontà (con pensieri coatti, immagini intrusive e persistenti, idee fisse), accompagnata o no da compulsioni (spinta a ripetere atti, come il controllare gas, rubinetti ecc., oppure a effettuare riti strani o bizzarri, toccare oggetti, contare numeri all’infinito); la n. isterica e di conversione, riguardante le funzioni motorie (tic, crampi, paresi, alterazione del coordinamento, difficoltà a deglutire, fuga improvvisa, somatizzazioni varie con concentrazione dell’attenzione su un organo) o che si manifesta con dissociazione della coscienza e amnesia; la n. di angoscia, astenico-ipocondriaca o depressiva (stanchezza cronica, spossatezza mattutina, senso di debolezza, disistima, svogliatezza e apatia, paura di avere una qualche malattia non accertata); la n. post-traumatica da stress (ricordi angoscianti, stato di allarme e sensazione di malessere in ogni situazione che ripropone l’evento traumatico esperito, come violenze subite, guerre, ecc.).