NEW YORK (A. T., 132-133)
YORK La più importante città degli Stati Uniti, la seconda del mondo per numero assoluto di abitanti, dopo Londra, ma prima fra tutte le metropoli della terra, se in luogo dell'area entro i confini amministrativi si prenda in considerazione la superficie metropolitana. Sorge allo sbocco del fiume Hudson e si è andata estendendo parte sulla terra ferma, parte sulle isole, che chiudono la Upper Bay; la città, entro i confini determinati dalla fusione avvenuta nel 1898 dei cinque boroughs, e cioè di Bronx, Brooklyn, Manhattan, Queens e Richmond, comprende infatti la sezione meridionale di quella parte di terraferma compresa fra il Hudson a O. e il Long Island Sound a oriente, limitata a S. dal fiume Harlem; per intero l'isola di Manhattan e la Staten-Island, la sezione occidentale di Long Island, oltre a numerose isole minori. I suoi confini sono in gran parte naturali, avendo il fiume Hudson, la Upper Bay, il Kill van Kull e l'Arthur Kill come limiti occidentali; a S. è limitata dalla Lower Bay e dall'Oceano Atlantico; a oriente e a N. invece i confini sono parzialmente convenzionali, essendo dati dai limiti amministrativi con le contee di Nassau e Westchester.
La città misura ben 774 kmq. di superficie così ripartiti: Manhattan Borough (New York County), kmq. 57 (comprende oltre all'isola omonima anche le minori: Governor's, Blackwel's, Ward's, Randall's, ecc.); Bronx Borough, 106 kmq. (oltre alla sezione di terraferma include numerose isole, quali North e South Brother; Riker's, Hart, City Island, ecc.); Brooklyn Borough (Kings County), 184 kmq. (si estende nell'estrema sezione occidentale della Long Island e sulle numerose isole della porzione ovest della Jamaica Bay); Queens Borough, 279 kmq. (oltre alla parte della Long Island include le isole orientali della Jamaica Bay); e finalmente Richmond Borough, 148 kmq. (comprende per intero la Staten Island).
Il City Hall, situato all'estremità meridionale dell'isola di Manhattan è a 40° 42′ 43″ di lat. N. e a 74° 0′ 29″ di long O. Le proporzioni sono grandiose: la città si estende da nord a sud per 58 km., con una larghezza di km. 40 dall'estremità occidentale di Richmond a quella orientale di Queens Borough.
Il clima di New York è di carattere continentale, con inverni freddi (media di gennaio −1°,1) ed estati molto calde (luglio 23°,3); la temperatura media annua è di 11°,1. Notevolissimi sono gli scarti tra minimi e massimi assoluti, registrandosi temperature di −21°,1 durante i mesi invernali, e di 37°,7 durante i mesi estivi. La neve per conseguenza è abbondante, con uno spessore medio annuo pari a 925 mm.; il gelo non è infrequente e il ghiaccio talvolta appare nelle zone d'acqua lungo il Hudson, nel Gowanus Creek, nel Newton Creek e nel fiume Harlem, senza peraltro ostacolare la grande navigazione.
Le precipitazioni sono abbondanti (1120 mm. annui), distribuite in ogni mese dell'anno, con leggiera prevalenza nei mesi di luglio e agosto. La nebulosità è notevole; la nebbia è frequente durante l'inverno: da dicembre a marzo si ha una media di tre giorni al mese di nebbia fittissima, media che si riduce a due giorni in aprile, maggio, ottobre e novembre, e a un giorno o meno nei mesi restanti, da giugno a settembre incluso. I venti predominanti sono quelli di NO.
Nello sviluppo della città hanno influito ragioni d'ordine geografico: innanzi tutto la presenza dell'ampio estuario del Hudson il fiume che doveva diventare, a partire dalla prima metà del secolo XIX, l'arteria di traffico più importante degli Stati Uniti del NE. Il viaggio del capitano Henry Hudson, effettuato nel 1609 con la nave Half Moon di circa 80 tonnellate e m. 2,10 di pescaggio, aveva dimostrato le larghe possibilità di navigazione di questo fiume, che si addentra profondamente nell'interno, aprendo così una magnifica via di passaggio verso la regione dei Grandi Laghi e riducendo in tal maniera lo svantaggio sensibile causato dalla presenza di alte terre (Monti Appalachiani) distese da NE. a SO., a breve distanza dalla zona costiera dell'Atlantico. Ma fino a quando non fu effettuato l'allacciamento del Hudson con i Grandi Laghi, New York visse una vita modesta, servendo come sbocco a una regione di modeste risorse, ed era superata, per numero di abitanti e intensità di traffico, da Filadelfia e Boston. New York (intendendo il solo borough di Manhattan) nel 1731 aveva 8628 abitanti, Filadelfia 12.000, oltre 10.000 Boston. Ma quando, a partire dal 1825, mediante il Canale Erie, si poté usufruire d'una via d'acqua navigabile dai Grandi Laghi, attraverso il fiume Mohawak e il Hudson, fino all'Atlantico, un nuovo periodo incominciò per la futura metropoli. Un gigantesco retroterra si apre, aumenta di dimensioni, si riversa nel bacino dell'Ohio e del Mississippi. A ciò si aggiunga l'estendersi delle ferrovie, dapprima costruite con ritmo meno intenso di quello delle altre città dell'Atlantico (New York fu allacciata con Albany soltanto nel 1851; poco più tardi avveniva l'allacciamento con Bulnalo), poi con ritmo sempre più accelerato; la città divenne il primo grande centro dell'Unione e l'aumento della popolazione seguì il suo vertiginoso progredire economico. Si ha quindi il secondo periodo della vita della metropoli, quello che si può chiamare del traffico dei canali e delle ferrovie.
Fiotti d'immigranti si riversano nella città, soprattutto a partire dalla metà del sec. XIX: ed ecco la popolazione salire da 152.056 abitanti nel 1820 a 696.115 nel 1850, a 3.437.202 nel 1900, per toccare la cifra di 6.930.446 nel 1930, superando di gran lunga tutte le altre città dell'Unione.
La presenza di confini netti obbliga a una utilizzazione del suolo veramente impressionante. Nel 1930 la densità per kmq. raggiunge l'enorme cifra di oltre 31.000 persone. Nuove aree vengono utilizzate, onde il progredire vertiginoso dei boroughs contermini (Bronx a nord, Brooklyn e Queens a sud-est): secondo l'ultimo censimento il borough di Brooklyn supera per popolazione tutti gli altri, con i suoi 2.560.401 abitanti. Ritmo ben più modesto avverte Richmond nella Staten Island, che da 3835 ab. nel 1790 sale a 15.061 nel 1850, a 67.021 nel 1900, a 116.531 nel 1920, a 158.340 nel 1930.
Nel 1930 New York era, come s'è detto, la seconda città della terra per popolazione; ma balza al primo posto se agli abitanti della città, entro i limiti amministrativi, si aggiungono quelli della metropolitan area, in numerosissime città, ormai definitivamente attratte nell'orbita commerciale ed economica di New York City. In tal caso la popolazione della più grande New York sale a 10.901.424 ab. nel 1930. Tre stati sono interessati nell'area metropolitana, con le seguenti partecipazioni demografiche: New York con 7.848.065 abitanti; New Jersey con 2.915.056 (numerose sono le città che ormai formano un tutto unico geografico ed economico con New York, quali Newark, con 442.337 abitanti; Jersey City, con 316.715; Paterson, con 138.513; Elizabeth, con 114.589; Bayonne, con 88.979; Hoboken, con 59.261; Union City, con 58.659, ecc.) e infine lo stato di Connecticut con 138.303 abitanti (Stamford, con 46.346 abitanti; Norwalk, con 36.019, ecc.). La superficie complessiva del distretto metropolitano sale così a 6500 kmq.
L'aumento demografico è dovuto quasi interamente all'immigrazione, ché l'eccedenza delle nascite sulle morti si mantiene molto modesta. Se essa avverte un aumento in questi ultimi decennî, salendo dal 4‰ nel periodo 1898-1902 al 7‰ nel quinquennio 1928-1932, ciò è dovuto unicamente al decrescere costante dell'indice di mortalità (dal 19‰ al 10‰), perché contemporaneamente la natalità accusa un regresso sensibilissimo, atto questo che si riscontra in quasi tutti i grandi centri industriali e commerciali. Infatti, se come valore assoluto medio annuo, i nati vivi saigono da 80.000 nel 1898-1902 a 120.000 nell'ultimo periodo, riferito alla popolazione totale, su 1000 abitanti il valore decresce dal 23‰ al 17‰: la differenza in meno per i singoli anni si fa ancora più sensibile andandosi dal 27,6‰ nel 1911 al 15,2‰ nel 1932.
L'immigrazione ha raggiunto proporzioni veramente grandiose. Secondo il censimento del 1930 la città era così composta: per il 21,7% di Bianchi indigeni nati da genitori indigeni; per il 40,2% di Bianchi nati da genitori parzialmente o totalmente stranieri; per il 33,1% di Bianchi nati all'estero. Il 5% era costituito da elemento di colore. L'elemento bianco nato all'estero era, secondo il censimento del 1930, di 2.293.400 individui.
Si può dire che tutte le nazionalità della terra siano rappresentate in New York. Nel 1930 i più importanti nuclei di Bianchi nati all'estero erano i seguenti, in ordine decrescente di numero: Russi 442.431, viventi in assoluta preferenza nei quartieri di Brooklyn e Bronx; Italiani 440.250, che abitano soprattutto nei boroughs di Brooklyn e Manhattan (70%); Polacchi 238.339; Tedeschi 237.588; Irlandesi dello Stato Libero 192.810, Inglesi (inclusi i Gallesi e gli Scozzesi) 146.262; Austriaci 127.168. Tutte le altre nazionalità presentano meno di 100.000 individui ciascuna; tra le più importanti ricorderemo quella ungherese (60.000 persone), la romena (46.750), la norvegese (38.130), la svedese (37.267), la cecoslovacca (35.318).
I Bianchi indigeni nati da genitori parzialmente o totalmente stranieri sommavano, sempre nel 1930, a 2.788.625, con i valori massimi offerti dagli Italiani (630.105), dai Russi (502.641), dai Tedeschi (362.496), dagli Irlandesi dello Stato Libero (342.224) e dai Polacchi (220.042). Nel complesso la popolazione bianca non totalmente indigena risultava di ben 5.082.025 individui, pari al 73,3% della popolazione.
Le correnti immigratorie dall'Europa presentano, nel corso del secolo XIX e nei primi decennî del XX, notevoli variazioni. Durante la metà dell'Ottocento l'immigrazione prevalente fu quella dell'Europa centrale e di N. O. (Tedeschi e Irlandesi), mentre nella seconda metà incominciò ad assumere proporzioni grandiose quella dell'Europa orientale (Russi e Polacchi) e quella mediterranea, soprattutto dall'Italia meridionale e insulare.
L'elemento negro è forte di 327.706 individui, accentrati quasi interamente nel Manhattan Borough (224.670), soprattutto nel distretto di Harlem fra la 116ª e la 150ª Strada, in un'area limitata a ovest della Fifth Avenue e a ovest dalla St Nicholas Avenue. Il quartiere cinese si addensa nella sezione SE. dell'isola nei pressi della Chatam Square. Grande è il numero di Ebrei che vive nella città (1.765.000 nel 1927).
Il piano topografico della città ha dovuto nei diversi boroughs, necessariamente adattarsi alle svariate esigenze morfologiche del suolo; il borough più interessante al riguardo è quello di Manhattan, il quartiere tuttora più densamente popolato, il centro degli affari della metropoli, dove lo sfruttamento dello spazio disponibile ha raggiunto proporzioni grandiose.
Il piano generale degli abitati riproduce il classico reticolato con le vie tagliantisi ad angolo retto, mentre a sud della 14ª Strada (ovest ed est) l'adattamento alla morfologia dell'isola si riflette anche nella direzione delle vie e nell'ubicazione degli abitati: quivi è il regno dei grattacieli, una delle caratteristiche edilizie più salienti della metropoli. Numerose strade hanno assunto importanza straordinaria, quali la Wall Street nella sezione meridionale di Manhattan, il centro finanziario della città; la Fifth Avenue con i suoi magnifici negozî, i suoi clubs, che costeggia il Central Park, sulla quale si affaccia il palazzo del Metropolitan Museum of Art e quello della Biblioteca Pubblica (Public Library) all'incrocio della 42ª Strada; Broadway, la più celebre delle strade di New York, che si estende per 29 km. dall'estremità meridionale di Manhattan sino al suo limite settentrionale. La strada è seguita per quasi tutta la sua lunghezza dalla metropolitana sotterranea e in essa si trovano i maggiori teatri, cinematografi e ritrovi notturni. Più a occidente il Riverside Drive che costeggia il Hudson, dal quale è separato da una zona a giardini (Riverside Park) e che è divenuta una delle zone più ricercate e aristocratiche per abitazioni, in singolare contrasto con le zone rivierasche più a sud, dove ferve il traffico portuale.
Topografia molto differente presenta Brooklyn, per la successiva cementazione dei varî centri, che hanno dato vita alla metropoli attuale (Brooklyn, Williamsburg, New Lots, Flatbush, Gravesend, ecc., annesse a Brooklyn a partire dal 1855); essa è conosciuta come la "Sleeping Room of New York" o anche come la "City of Homes", appunto per indicare la sua funzione di residenza familiare di gran parte dei cittadini, che hanno il loro centro d'attività in Manhattan. Nella sezione sud-occidentale di Brooklyn si estende, separata dalla Long Island, la Coney Island, divenuta celebre sede di ritrovi e di divertimenti.
Attualmente è in costruzione nella città, e più precisamente nel Manhattan Borough, fra la 5ª e la 6ª Avenue, dalla 48ª alla 51ª Strada, il più grande centro commerciale che impresa privata abbia iniziato, il cosiddetto Centro Rockefeller, che conterrà anche la "Radio City", tutto il complesso delle opere, già parzialmente inaugurate nel 1933, dovrà essere ultimato nel 1935.
New York possiede numerosi parchi e giardini (117), ricoprenti una superficie di quasi 38 kmq. Nel Manhattan Borough il più vasto è il Central Park, con una superficie di 3,4 kmq., creato nel 1853, uno dei più suggestivi e interessanti, ricco di laghi, di statue, di piante esotiche. Lungo il Hudson si distende il Riverside Park (kmq. 0,54). Nel Brooklyn Borough i due parchi più vasti sono il Marine Park e il Prospect Park (kmq. 6,2 e 2,1 rispettivamente); nel quartiere di Bronx si hanno il Bronx Park (kmq. 2,9) con magnifici giardini di botanica e di zoologia, aperti al pubblico nel 1899; il Van Cortlandt (kmq. 4,6) e il Pelham Bay Park con 7,1 kmq. di superficie, il più vasto dei parchi di New York City.
Come numero di persone occupate nelle varie attività economiche, New York occupa il primo posto tra le città nordamericane: nel 1890, su un totale di 1.210.589 persone di più di 10 anni, il 56% risultava impiegato (individui 677.463); nel 1930 la percentuale si abbassa leggermente (54,8%). Le singole categorie, su un totale di 3.187.459 individui, si presentano così distribuite: grande e piccola industria, artigianato, 32% (1.021.199 persone occupate); attività commerciali e trasporti, 19.5% (851.532 individui); impiegati, 16,8%; addetti ai servizî domestici, 14,1%; e infine professionisti, 8%.
Anche per la grande industria New York occupa un posto di primissimo ordine nell'economia nordamericana, superando di gran lunga tutte le altre città. Il numero dei salariati sale da 415.552 nel 1890 a 553.923 nel 1909; tocca il massimo di 638.775 nel 1919; negli anni successivi si avverte una generale diminuzione: 578.000 nel 1923; 538.845 nel 1925; 563.249 nel 1929. Il valore della produzione tra le suddette date estreme sale da 1,08 miliardi a circa 6 miliardi di dollari. Secondo il censimento del 1929, l'80% degli operai impiegati è offerto dai boroughs di Manhattan (328.230 individui) e di Brooklyn (146.648); seguono Queens con 55.166, Bronx con 24.958 e finalmente Richmond con 8247. Il numero complessivo dei salariati nella "New York City industrial area" raggiungeva nel 1929 i 918.208 individui.
Tutte le industrie sono rappresentate, ma alcune hanno tradizioni e caratteristiche veramente salienti. Occupa il primo posto l'industria del vestiario per uomo e signora (inclusa la camiceria), che incominciò a prendere piede verso la metà del secolo scorso dopo la scoperta della macchina da cucire: l'industria dci mantelli e accappatoi per donne ebbe inizio in New York City nel 1849. Tale ramo industriale, che occupava già nel 1900 95.000 operai, 150.000 nel 1919, per scendere a 128.300 nel 1929, è accentrato nel borough di Manhattan (104.000 operai, pari all'80% del totale impiegato in tale industria). Altra industria, per cui New York mantiene l'assoluto primato, è quella editoriale, che ebbe inizio alla fine del sec. XVII, quando William Bradford, indotto dal governo di New York, lasciò Filadelfia e venne in New York City a impiantarvi nel 1693 una prima tipografia. Attualmente oltre 39.000 operai sono impiegati per la stampa tanto dei libri quanto di giornali e riviste. New York si mantiene il primo centro librario dell'Unione.
L'industria siderurgica e meccanica presenta una grande varietà di produzione. La fonderia raggiunge lo sviluppo più alto nel 1919 con 34.000 operai, in massima parte concentrati nel borough di Manhattan. Tra le industrie meccaniche hanno grande importanza quelle relative al materiale elettrico, alle costruzioni navali, alle macchine da stampa; giova ricordare che fu in New York City che una ditta iniziò nel 1822 la costruzione di macchine da stampa di ferro, in luogo di quelle di legno e che nel 1847 produsse la prima rotativa.
Grande centro commerciale, New York ha sviluppato anche l'industria di trasformazione e di lavorazione di molte materie prime, quali manifatture tabacchi, con larga produzione di sigari e sigarette, raffinazione di olî minerali, zuccherifici, lavorazione del caucciù, produzione di olî vegetali, fabbriche di conserve (legumi e frutta), di cioccolata e di confetterie. Sviluppatissima è anche l'industria del mobilificio corrente e di lusso.
Tuttavia la città deve in grandissima parte il suo meraviglioso sviluppo al porto, che è divenuto il primo della terra.
Esso non comprende soltanto le sponde della città in senso strettamente amministrativo, ma si estende a ovest fino a Newark (New Jersey), a sud include New Brunswick (New Jersey), a nord giunge sino a Tarrytown (New York) sul fiume Hudson, mentre a oriente comprende la Jamaica Bay nella sezione di sud-ovest della Long Island.
Si può dividere in due sezioni fondamentali, di cui quella meridionale è chiamata anche Lower Bay, con una superficie di 316 kmq., comunicante con il mare aperto tra le penisole di Sandy Hook e Rockaway Beach. Si addentra in numerose baie, tra le quali le più vaste sono la Jamaica Bay, con una superficie di 48 kmq., e la Raritan Bay, compresa fra la Staten-Island e la costa dello stato di New Jersey. Uno stretto (Narrows), con larghezza massima di poco più di 1,2 km. e con profondità superiore ai 15 m., mette in comunicazione la Lower Bay con la Upper Bay, sulla quale si affaccia il vero porto della metropoli o Inner Harbor, che comprende, oltre alla Upper Bay, la sezione meridionale del fiume Hudson, l'East River, il Long Island Sound e i corsi d'acqua tributarî, tra cui ii Gowanus Creek, il Newtown Creek, i fiumi Harlem, Bronx, il Kill van Kull, l'Arthur Kill, la Newark Bay, il fiume Passaic, ecc. Numerosi canali opportunamente dragati permettono l'accesso anche ai più grossi piroscafi e più precisamente il Main Harbor Channel, con una larghezza variabile dai 240 ai 450 m., con fondali superiori ai 12 m., che dai Narrows porta allo sbocco del fiume Hudson, il Bay Ridge Channel, largo 450 m. e profondo oltre 12 m., che unisce il canale precedente con l'East River, il Hudson River Channel, che permette di risalire il fiume fino al limite settentrionale del porto, con una profondità di 12 metri, lungo la sponda di New York, dalla Batteria a Tarrytown, su una lunghezza di oltre 43 km.
Il porto di New York è beneficiato dalla marea, che penetra nell'interno per due vie, una meridionale fra Sandy Hook e Coney Island, che interessa le maree della Raritan Bay, del porto interno di New York, del fiume Hudson, dell'East River sino all'altezza della North Brother Island e dei loro affluenti; l'altra via è quella del Long Island Sound, che controlla le maree di quella parte dell'East River che si estende a nord e a oriente della North Brother Island. La corrente della marea meridionale ha, all'entrata del porto, un'altezza media di m. 1,4, altezza che mantiene quasi inalterata fino a Spuyten Duyvil sul fiume Hudson e a Hell Gate sull'East River.
Le proporzioni del porto sono gigantesche: la fronte d'acqua lungo la costa e i moli misura una lunghezza di ben 1600 km.; la superficie è di quasi 3900 kmq.; ii numero dei moli, delle banchine, dei bacini supera le 1800 unità, di cui circa un migliaio lungo il fiume Hudson, tanto sulla sponda di Manhattan, quanto su quella dello stato di New Jersey e lungo l'East River e suoi tributarî (lato di Manhattan e sponda di Long Island).
Servono il porto oltre 150 linee regolari di navigazione, di cui 12 per il traffico interno e 28 per quello di cabotaggio, oltre a numerose linee per il traffico portuale e per quello del Barge Canal.
Lo sviluppo grandioso del porto data dalla prima metà del sec. XIX, quando con l'apertura del canale Erie un vasto retroterra si apriva al traffico, creandosi una nuova via dai Grandi Laghi all'Atlantico; nella seconda metà del secolo si aggiungevano il mezzo ferroviario e il miglioramento generale delle vie d'acqua navigabili. Attualmente si può affermare che il porto di New York riflette nella sua molteplicità e grandiosità tutta l'economia americana. Esso è diventato il principale porto d'esportazione degli Stati Uniti verso l'Europa ed è nel tempo stesso il centro nel quale convergono merci d'ogni genere e da ogni parte del mondo. È divenuto, inoltre, lo sbocco dei grandi mercati agricoli interni, come pure è il centro dei grandi distretti industriali della Nuova Inghilterra, del Medio Atlantico, del medio e alto bacino del Mississippi e suoi tributarî.
Il commercio complessivo del porto, costituito dal traffico estero e da quello nazionale (commercio con i varî stati dell'Unione, con lo stato di New York e commercio locale) raggiunse nel periodo 1920-1922 la formidabile cifra di 86 milioni di tonnellate metriche, di cui 1/5 costituito dalle importazioni ed esportazioni con l'estero. Per il periodo 1929-1931 il commercio estero è stato di 23,2 milioni di tonnellate metriche, con netta prevalenza delle importazioni e con accentuata diminuzione in conseguenza della crisi. La funzione veramente nazionale di New York nel commercio nordamericano si può comprendere pensando che attraverso il porto passa dal 40 al 50% del valore totale delle importazioni e il 30-40%, del loro peso complessivo; dal 30 al 40% del valore totale delle esportazioni e il 20-30% del loro peso complessivo.
Alle importazioni i principali prodotti sono dati da materie prime che alimentano le fiorenti industrie di trasformazione, quali petrolio, zuccheri, prodotti tropicali (caffè, cacao, spezie), frutta, legumi, semi oleaginosi, caucciù, minerali, ecc., mentre le esportazioni riguardano soprattutto cereali e farine, petrolio e derivati e un'ingente quantità di prodotti industriali manifatturati (acciaio e suoi prodotti, macchine, automobili, ecc.).
Insieme con Winnipeg, Chicago, Buenos Aires e Liverpool, New York è un mercato mondiale del frumento, della segala, dei prodotti animali. È inoltre un mercato universale per il caucciù, lo zucchero, il caffè, il cacao, il petrolio, per moltissimi metalli di largo consumo, per i metalli preziosi. New York è inoltre il grande porto dei passeggeri dell'America Settentrionale e questa funzione preminente era ancora meglio illustrata durante il periodo della grande immigrazione, attualmente quasi del tutto cessata. Basti pensare che nel periodo 1900-1909 si ebbe uno sbarco medio annuo di 813.000 passeggeri, di cui 630.000 immigranti. Attualmente si può calcolare che circa il 60% dei passeggeri transitati per i porti americani ha preso la via di New York.
Di pari passo con lo sviluppo demografico si ha sempre più impellente la necessità d'intensificare i mezzi di comunicazione tra un borough e l'altro, tra un'isola e l'altra e tra le isole e il continente. Lo scopo è stato raggiunto con la costruzione di ponti ferroviarî, ponti per veicoli e passeggeri, gallerie per ferrovie e automezzi sottopassanti i varî fiumi. Speciali difficoltà si sono dovute superare per l'attraversamento dell'East River fra Manhattan da una parte e Queens e Brooklyn dall'altra e del Hudson, per non ostacolare la grande navigazione.
Tra i ponti più famosi sull'East River, partendo da sud, ricorderemo il ponte di Brooklyn, di tipo sospeso, incominciato a costruire il 3 gennaio 1870, aperto al traffico il 24 maggio 1883, con un costo totale di 25,1 milioni di dollari, che fa capo a Park Row nella sezione meridionale di Manhattan: l'altezza del ponte sul livello delle acque alte è di 40 m. Segue verso nord il ponte di Manhattan, anche questo di tipo sospeso, iniziato il 1° ottobre 1901, ultimato il 31 dicembre 1909, con un costo di 32 milioni di dollari, con un'altezza sulle acque alte di m. 40,5. Il ponte di Williamsburg, di tipo sospeso, che si estende da Delancey Street (Manhattan) a Broadway (Brooklyn), alto sul livello delle acque alte m. 41,7, fu iniziato il 7 novembre 1896 e terminato il 19 dicembre 1903, con un costo di 24,25 milioni di dollari. Il ponte di Queensboro, che sorpassa l'isola di Blackwell, aperto al traffico il 30 marzo 1909, con un eosto complessivo di 20,8 milioni di dollari, unisce la 59ª Strada (Manhattan) con Long Island City (Queens Borough). Il fiume Harlem, attraverso il quale fu costruito il primo ponte nel 1693 per opera di Frederick Phillipse, è servito attualmente da 13 ponti, il più vecchio dei quali è il Harlem o High Bridge. che fu completato nel 1849, di notevole importanza storica. Bronx e Queens sono poi unite mediante il grande ponte ferroviario di Hell Gate, aperto al traffico nel 1917. Sul fiume Hudson, sino a questi ultimi anni, non si avevano ponti; attualmente è aperto al traffico il ponte George Washington, iniziato nel maggio del 1927, inaugurato nell'ottobre del 1931. Per le esigenze della navigazione sul fiume, il ponte è di tipo sospeso e il suo livello si trova a 75 m. dalle acque alte; l'opera gigantesca che unisce Manhattan con lo stato di New Jersey, parte da Broadway e dalle 178ª e 179ª Strada per giungere a Fort Lee ed è costata 60 milioni di dollari. Anche la Staten Island è allacciata mediante numerosi ponti con la terraferma: tra i più importanti sono da ricordare il ponte di Kill van Kull, aperto al traffico nel novembre 1931, che unisce Richmond con Bayonne (New Jersey); il Goethals Bridge (inaugurato nel giugno del 1928), che porta da Howland Hook a Elizabeth (New Jersey).
Larghissimo sviluppo hanno raggiunto le gallerie sottopassanti il Hudson e l'East River, tanto per le comunicazioni ferroviarie quanto per i servizî delle linee metropolitane e dei veicoli a motore. Il Pennsylvania Railroad System sottopassa il Hudson mediante due gallerie, aperte al traffico nel 1910, e, attraversata Manhattan, mediante quattro gallerie sotto l'East River giunge a Long Island City (Queens); il Hudson and Manhattan Railroad System sottopassa per mezzo di gallerie, completate nel 1908, il Hudson, allacciando Jersey City con Manhattan Borough (Morton Street) e più a sud, mediante quattro gallerie serve alle comunicazioni tra Jersey City e la sezione meridionale di Manhattan (Cortlandt, Church e Fulton Streets).
Le linee metropolitane esercitate dalle Brooklyn and Manhattan Transit Corporation e Interborough Rapid Transit Company, sottopassano mediante numerosissime gallerie l'East River per allacciare Manhattan con Brooklyn e Queens Borough e il fiume Harlem per le comunicazioni tra Manhattan e Bronx.
Il 13 novembre 1927 fu aperto al traffico dei veicoli a motore il Holland Vehicular Tunnel, gigantesca doppia galleria, che dalla Canal Street (Manhattan) porta alla 12ª strada di Jersey City (New Jersey), lunga 2775 metri. Il traffico ha assunto proporzioni grandiose: nel 1929 ha raggiunto quasi gli 11 milioni di veicoli.
Completa il quadro imponente tutta una serie di servizî fluviali disimpegnati dai ferry-boats, gestiti parte dal municipio, parte da enti privati.
Il problema delle comunicazioni interne si è presentato particolarmente irto di difficoltà, dato l'enorme sviluppo assunto dal traffico attualmente, accanto ai servizî tramviarî e di autobus, si hanno le ferrovie sopraelevate e le linee metropolitane sotterranee. I primi servizî pubblici a cavalli s'iniziarono nel 1832 in Manhattan (Fourth Avenue); le tramvie elettriche datano dal 1893; la prima linea sotterranea rimonta al 1904.
New York ha inoltre enorme importanza per le linee ferroviarie di grande comunicazione, appartenenti a numerose società: gran parte di queste linee hanno i loro termini sulla sponda destra del Hudson (Jersey City, Hoboken, ecc.), collegate poi mediante le gallerie sopra ricordate con Manhattan e gli altri boroughs di New York City. Numerosi aeroporti sono aperti al traffico civile: il Curtis Field a Garden City (Long Island); il Roosevelt Field a Mineola (Long Island); il Teterboro Airport a Hasbrouck Heights (New Jersey) e il Newark Airport a Newark (New Jersey). La città è divenuta un centro aviatorio importante con linee regolari aeree per Boston (309 km.), Albany (216 km.), Richmond (491 km.), Atlantic City (156 km.), Washington (336 km.), Buffalo (520 km.), Chicago (1154 km.), Kansas City (1834 km.), Atlanta (1276 km.), Miami (1945 km.) e con Montreal nel Canada (537 km.). Molte di queste linee sono tronchi delle grandi arterie transcontinentali che dalla metropoli portano ai centri del Pacifico (S. Francisco, Los Angeles ecc.) e, via Miami, nell'America Centrale e Meridionale.
Monumenti. - La caratteristica più peculiare di New York è costituita dal suo profilo verticale. Esso è visibile da quasi tutti i punti, ma soprattutto dal porto o dove è separato dall'osservatore mediante uno specchio d'acqua che gli conferisce il suo pieno effetto, come p. es. dalle alture di Brooklyn o dall'East River a monte del ponte di Brooklyn. La parte bassa della città, nonostante la congestione, possiede parchi e piazze. Battery Park, dove si trova l'acquario, occupa il luogo in cui sorgevano le opere difensive dell'antica città olandese. Washington Square, unito al Washington Arch, possiede ancora belle dimore antiche. Il più noto è Central Park, tracciato da F. L. Olstead agli ordini di una commissione di cui facevano parte Washington Irving e Cullen Bryant. Il Bronx Park contiene una notevole collezione botanica e zoologica. Il più bello è forse il Prospect Park, mentre il Riverside Park si estende per tre miglia, lungo il fiume Hudson, dalla 72ª alla 129ª Strada. La metà della superficie totale dei parchi è formata da tre parchi maggiori: Pelham Bay, Van Cortlant e Marine. Da Riverside Drive dove si trova la tomba di U. Grant, si ha una splendida veduta del fiume Hudson. Caratteristica di New York è la statua della Libertà, opera del francese F.-A. Bartholdi, sull'isola di Bedloes.
La più antica chiesa della città è St Paul's Chapel nella Broadway, cominciata nel 1764 e costruita nello stile del Rinascimento inglese, la quale ricorda la chiesa di St Martin-in-the Fields a Londra. L'attuale Trinity Church in Broadway e nella Wall Street fu compiuta nel 1848 da R. Upjohn sul luogo d'un edificio assai più antico, eretto nel 1697. Vi sono belle porte di bronzo e monumenti funebri dell'antico sagrato. La chiesa di St Mark, sulla 2ª Avenue e sulla 10ª Strada, fu eretta nel 1795 e contiene la statua della Little Lady of the Dew, opera di Solon Borglum. Come la Trinity Church, anche la Grace Church è bella opera dell'inizio della rinascita gotica americana, piena di grazia e di delicatezza. La Lady Chapel nella cattedrale di St Patrick è un adattamento grazioso di stile gotico francese già sviluppato, la Chapel of the Intercession, opera di Goodhue, col suo colore vivace, con l'altezza, col soffitto in legname, armonizza la semplicità della linea con la ricchezza dei particolari. La migliore espressione del gotico moderno è offerta da un'altra chiesa del Goodhue, St Vincent Ferrer, col suo perfetto equilibrio tra libertà e stile accademico. Invece la chiesa di St Thomas, opera di R. A. Cram, Goodhue e Ferguson, ha nella forma e nel colore una certa freddezza, ma s'impone per la sua stessa severità ed è arricchita dallo splendido coro e dal postergale aggiunto più tardi dal Goodhue. Ugualmente ricco, ma in uno stile diversissimo, è il coro della chiesa di St Bartholomew, dove il colore delle decorazioni murali contrasta con la semplicità delle gregge mura intonacate. Nella cattedrale di St John, non terminata, la stessa vastità riesce imponente. Il disegno originario, di Heins e La Farge, è stato molto modificato dal Cram e dal Ferguson. La chiesa di St Paul di Howells e Stoltes, presso la Columbia University, è forse la meglio riuscita tra le chiese americane a cupola. Uno stile diverso appare nella chiesa di St Gregory a Brooklyn la quale, specialmente nell'interno, ha per modello la basilica romana. I pilastri nella parte superiore della facciata arieggiano il Rinascimento e il rosone è romanico. Il tempio israelitico Bnai Jeshurum con le sue ardite zone di pietra gialla e con l'ornamentazione moderna richiama abbastanza lo spirito moresco (rimasto sempre popolare dall'epoca del tempio Emanuel terminato nel 1868) ed offre la tipica espressione della sinagoga.
Tra gli edifici pubblici il municipio, d'un accentuato carattere Luigi XVI, cominciato nel 1803 dal francese Mangin e continuato da John McComb, fu ai suoi tempi uno degli edifici pubblici più notevoli della città. L'antico ufficio di saggio delle monete, originariamente edificio d'una Banca degli Stati Uniti e attualmente incorporato in un'ala del Museo metropolitano d'arte, fu eretto nel 1823 e mostra il largo influsso della ripresa di stile romano avvenuta in quell'epoca. Esso ha un basamento a superficie scabra, colonne, frontone, finestre incorniciate. L'edificio della biblioteca Lenox costruito da R. M. Hunt, e oggi non più esistente, fu la migliore opera di stile neogreco, mentre al Rinascimento fiorentino s'ispira l'antica sede della Police. L'ufficio centrale delle poste, adorno di colonnato, continua la tradizione strettamente classica, caratteristica degli edifici federali. Un altro bel colonnato si trova in prossimità del ponte di Manhattan, ed ha al centro un arco d'ispirazione francese.
Le stazioni terminali delle due maggiori linee ferroviarie sono entrambe imponenti per dimensioni e disposizioni. Specialmente la Pennsylvania Station, sebbene derivata dalle terme romane, è tipicamente americana. Il suo vasto salone centrale è dominato dalle finestre aperte sotto la vòlta centrale. La proporzione è perfetta e la semplicità della forma potrebbe dirsi puritana. I disegni furono dati da McKim, Mead e White. Altra opera degli stessi architetti è il Century Club costruito intorno al 1890 e derivato dal Rinascimento italiano. Vi si nota un accurato studio del materiale, specialmente delle possibili applicazioni della terracotta. Gli architetti medesimi hanno costruito anche la biblioteca Morgan, uno degli edifici più belli dell'America. Suoi modelli furono le opere del primo Cinquecento italiano e la ricchezza del materiale vi si unisce alla perfezione dell'esecuzione. Le decorazioni murali furono eseguite da H. Siddons Mowbray e l'edificio contiene una delle più belle collezioni d'arte dell'America.
Tra gli edifici destinati agli affari, è da menzionare quello della Guaranty Trust Company, arieggiante lo stile greco. Non del tutto dissimile è la sede della Seabord National Bank, cui conferiscono varietà portali e colonnati di grandi dimensioni. Il Tribune Building, costruito da R. M. Hunt, fu, insieme col Post's Times Building, uno dei primi grattacieli. Il Woolworth Building, di Cass Gilbert, sorse più tardi. La semplicità nel disegno degli edifici alti fu tentata dapprima a Chicago, ma il tipo a torre, iniziato da Louis H. Sullivan, si sviluppò a New York. Il Singer Building fu seguito dalla più audace torre della Metropolitan Life Insurance Company, disegnata da Le Brun e figli. Di tipo diverso è invece il Cunard Building, dove l'effetto è ottenuto con la composizione di massa. Il Municipal Building ha un massiccio colonnato di facciata sormontato da una costruzione più semplice a tetto piatto, con una ricca torre centrale. Le rastremazioni venute in uso di recente, hanno rivoluzionato gli edifici alti e delle facciate progressivamente rientranti che essi richiedono sono esempî l'American Radiator Company Building di Raymond Hood e il Liggett Building di Carrère e Hastings. Nel Bush Terminal Building, Helmle e Corbett si sono serviti di un'estrema verticalità per esprimere la struttura d'acciaio, mentre la policromia dei mattoni sulle pareti contribuisce all'effetto di torre prodotto dall'insieme. Il Woolworth Building, il più alto, ha un'audace vitalità e delicatezza di particolari, la quale ultima è prodotta dall'uso della terracotta. L'effetto è fortemente gotico.
Quasi tutti gli artisti americani importanti hanno, prima o poi, lavorato a New York e la città è piena d'opere d'arte notevoli di tutte le epoche, oltre a possedere molte raccolte d'opere di scuole straniere. Il Museo metropolitano è una delle maggiori raccolte del mondo. Il disegno originale fu dato da R. M. Hunt e quello delle ali da McKim, Mead e White. Tra i doni più preziosi vanno menzionate la collezione Altman e quella Pierpont Morgan d'arte decorativa europea, le quali occupano un'ala dell'edificio. L'altra ala, donata dai coniugi R. W. de Forest, è dedicata all'arte americana primitiva. Le collezioni comprendono le antichità classica ed egiziana, pitture, sculture, tappezzerie, ceramiche, armi e armature. La Società ispanica d'America possiede una collezione di pitture, carte geografiche, monete e libri che è, in questo campo, la più notevole dell'America, e ha fatto importanti pubblicazioni. Il Museo degl'Indiani americani possiede un'immensa raccolta antropologica. L'Istituto d'arti e scienze di Brooklyn, sorto da un'istituzione fondata nel 1823 e più volte riorganizzato, possiede un museo di belle arti, etnologia e storia naturale e un museo infantile, nonché il giardino botanico. La biblioteca della Columbia University, costruita da McKim, Mead e White, è un edificio monumentale con una bassa cupola al centro e un portico a colonne, che sorge in cima a una larga rampata di gradini bassi. La sala principale di lettura, al centro, è notevole per proporzioni e per delicatezza ed è ravvivata da ricche colorazioni. La collezione Frick, bella raccolta privata di pitture che comprende opere di Velázquez, del Veronese, di Tiziano, di Duccio e di altri grandi maestri, ha sede in un edificio costruito da Carrère e Hastings che è stato donato alla città. Opere di grande bellezza e valore si trovano inoltre nella collezione di disegni Grenville Winthrop, in quella di pitture Arthur Sachs, Strauss, Bache, Lehman, Mellon e in numerose altre. Tra le statue erette in varie piazze pubbliche, una delle più belle è il monumento allo Sherman di A. Saint-Gaudens, nel quale la statua equestre del generale è preceduta da una vittoria alata che reca una palma. Il monumento Farragut, per il quale il medesimo scultore collaborò con l'architetto Stanford White, è una felice unione delle due arti. Altre opere importanti sono: il monumento al padre Brown, del Rhind, nella chiesa di St Mary-the-Virgin; quello a Nathan Hale, del Macmonnies, nel City Hall Park; quello a Giovanna d'Arco, di Anna H. Huntington, nel Riverside Drive; quello che rappresenta il Sacrificio, di Malvina Hoffman, nella cattedrale di S. Giovanni. La statua del generale Washington, di Henry K. Browne, nell'Union Square, appartiene a un periodo precedente e fu una delle prime statue equestri del paese. A epoca in cui la scultura americana era ancora in formazione, risale anche il vigoroso monumento a Henry Ward Beecher, di J. Q. A. Ward. Notevoli pitture parietali si trovano in varî edifici della città. L'Ascensione, nella chiesa di uguale nome, è probabilmente il capolavoro del La Farge. Il Blashfield, il più fecondo pittore murale americano, e altri artisti, decorarono la Corte d'appello e altri edifici pubblici e privati.
V. tavv. CXI-CXVI.
Istituti culturali. - Scuole. - Nel 1633, quando la città aveva ancora il nome di Nuova Amsterdam, gli Olandesi v'istituirono la prima scuola, che fu anche la prima di tutto lo stato di New York. Il sistema scolastico odierno comprende numerosissime scuole pubbliche con più d'un milione di alunni. Esse sono così suddivise: circa 700 scuole elementari, 37 scuole medie, 3 scuole magistrali, 4 scuole professionali e 14 scuole per la continuazione obbligatoria degli studî oltre le elementari. Questo complesso è amministrato, insieme col dipartimento dell'educazione, da una commissione di 7 membri nominati dal sindaco per 7 anni e che prestano la loro opera gratuitamente. Per ogni distretto scolastico vi è una commissione di 5 membri nominati dal presidente del distretto per 5 anni. Tale organizzazione mette capo a un soprintendente delle scuole, che è il principale funzionario esecutivo eletto dalla Commissione dell'educazione. Nel 1928 il personale del dipartimento dell'educazione comprendeva in tutto 42.000 persone. Le pensioni per gl'insegnanti sono amministrate da un'apposita commissione di 7 membri.
Università. - La maggiore università di New York, per ricchezza e per numero di studenti, è la Columbia University. Suo primo nucleo fu il King's College, fondato nel 1754 da un gruppo di cittadini. Per quasi un secolo, esso fu poco più d'una scuola parrocchiale; ma fin dall'inizio ebbe uno statuto molto liberale e, a differenza delle consorelle Harvard e Yale, un carattere nettamente aconfessionale. Primo presidente ne fu Samuel Johnson, teologo della Yale. Vi si tenevano sei corsi: latino, greco, ebraico, matematica, storia e "belles lettres". Dopo dieci anni aveva 27 studenti; dopo un secolo, 150. Allo scoppio della rivoluzione (1776), quando New York cadde in possesso degl'Inglesi, il College si chiuse e si riaprì solo nel 1784 col nome di Columbia College, riuscendo a conservare la propria indipendenza. Nel 1817 un fallito tentativo di rimodernare il curriculum portò a un grave dissidio interno che mise capo alla fondazione della rivale New York University (v. appresso). Intorno al 1857, sotto la presidenza di Charles King, il college fu interamente riorganizzato con carattere semiuniversitario e si trasferì nei nuovi quartieri della città. Nuovamente riorganizzato tra il 1890 e il 1895, divenne finalmente un'università vera e propria, pur conservando sempre il suo college o scuola inferiore. Nel 1896 assunse il nome di Columbia University e nell'anno successivo si trasferì sulle alture di M0rningside, dove occupa attualmente 62 edifici.
Essa è costituita da un aggregato di varie scuole: il college, l'università, le scuole professionali e gl'istituti annessi. Il college, fondato, come si è detto, nel 1754, corrisponde più o meno agli ultimi due anni del liceo classico e a un primo biennio universitario. Se ne esce col grado di Bachelor of Arts (B. A.), con cui si passa alle scuole superiori o graduate schools. L'università propriamente detta comprende tre facoltà: 1. scienze politiche (storia, legge, economia e scienze sociali); 2. filosofia (filologia classica, lingue orientali, lingue e letterature moderne, filosofia, psicologia, antropologia ed educazione); 3. scienze pure (biologia, chimica, geografia, geologia e mineralogia, matematica e scienze fisiche).
Le scuole professionali comprendono: la scuola di medicina (1767) che, unita al grande ospedale presbiteriano e ad altri istituti, costituisce l'enorme "centro medico" sulle rive del Hudson; la scuola di legge (1858); la scuola delle miniere (1833); la scuola d'architettura (1881); la scuola di giornalismo (1912); la scuola di business (1916); la scuola di odontoiatria; la scuola di servizio bibliotecario.
Gl'istituti annessi comprendono: 1. il College di farmacia (1868); 2. il Teachers' College (1886) per la preparazione degl'insegnanti; 3. il Barnard College, fondato nel 1889 per signorine (che non sono ammesse nel Columbia College) e unitosi alla Columbia nel 1900; 4. il St Stephen College, per uomini, fondato nel suburbio nel 1860 e unitosi alla Columbia nel 1928; 5. la cosiddetta Extension che dal 1903 dà corsi di carattere popolare aperti a persone d'ogni età che possano dedicare agli studî solo una parte del loro tempo, 6. l'Institute of Arts and Science che, in connessione con l'Extension, organizza conferenze e altre manifestazioni culturali e offre corsi per corrispondenza sulle più svariate materie; 7. la scuola estiva, che dal 1900 tiene corsi di sei settimane senza titoli d'ammissione; 8. lo Union Theological Seminary che sostituisce la mancante facoltà di teologia; 9. l'Istituto di ricerche sul cancro; 10. l'Istituto di pubblica sanità; 11. il College of Physicians and Surgeons in the City of New York; 12. l'Istituto di malattie tropicali nell'isola di S. Domingo.
Tra i 62 edifici dell'università sono compresi anche: 16 dormitorî per gli studenti, una chiesa, tre centri di cultura per stranieri (la Casa italiana, la Maison française e il Deutsches Haus). Tra le pubblicazioni unimrsitarie si annoverano: opere originali pubblicate dalla Columbia University Press, studî speciali pubblicati in serie dai varî dipartimenti, periodici varî pubblicati dai membri della facoltà (The Romanic Review, The Germanic Review, The Political Science Quarterly, ecc.) e dagli studenti (il quotidiano The Columbia Spectator, il Columbian, il Varsity, il Jester, ecc.).
L'università è diretta da un consiglio di 24 trustees (amministratori o fiduciarî) sei dei quali eletti tra gli alumni (antichi studenti) e dal consiglio universitario, formato dal presidente e dai rappresentanti delle varie scuole. Nel 1928-29 il College contava 3423 studenti, l'università 19.035, la scuola estiva 13.817, l'Extension 9282. Con gli studenti per corrispondenza si arriva a un totale di 49.633. Il corpo insegnante contava 2802 tra professori e assistenti.
Nel 1927 il patrimonio della Columbia University era di dollari 59.484.980 che, aggiunto al valore della proprietà fondiaria, dà un totale di 114.153.789 dollari. La retta degli studenti varia da dollari 300 a 500. Il bilancio annuale nel 1928-29 fu di 13.829.105 dollari.
Nel 1924 alcune personalità della comunità italiana (tra cui specialmente i fratelli Paterno e Campagna) regalarono all'università un palazzo in stile Rinascimento del valore di 700.000 dollari e s'impegnarono a contribuire al suo mantenimento. La Casa italiana fu inaugurata nel 1926; essa ospita il Dipartimento d'italiano, una ricca biblioteca donata dal dott. C. Paterno, la Italy-America Society, la Italian Teachers Association, la Dante Alighieri, ecc. Suo compito è di promuovere la conoscenza della cultura italiana in America, con corsi, conferenze, pubblicazioni, borse di studio, ecc. La Italy-America Society, che collabora con essa con carattere più generale, fu fondata nel 1918 da un gruppo di personalità americane amiche dell'Italia e conta sette sezioni negli Stati Uniti con 3000 soci. Essa pubblica un bollettino mensile e assegna ogni anno due borse di studio.
La New York University venne fondata nel 1831, in seguito al dissidio sopra accennato con la Columbia University. Nel 1928 essa contava circa 23.000 studenti. A questa università, che ha una sede in Washington Square e una nel Bronx, sono connessi: l'University and Bellevue Hospital Medical College e la New York University Law School.
La Fordham University, con 6000 studenti maschi, venne fondata nel 1841 col nome di St John's College; nel 1846 il college passò in possesso dei gesuiti e fu trasformato in università. Essa ha sede nel Bronx e vi sono connessi la Fordham University Law School e il Fordham University College of Pharmacy.
A Brooklyn ha sede la Long Island University fondata nel 1928; essa può contenere 400 studenti ed è specializzata nelle facoltà di giurisprudenza e medicina. Vi è annesso il Long Island University Medical College.
Ugualmente nel 1928 venne fondato lo Yeshiva College, istituto israelita che occupa nuovi edifici di stile semitico antico situati nella parte superiore di Manhattan e può ospitare 1500 studenti.
Quelle finora menzionate come connesse con le varie università, formano, insieme con molte altre, un importante complesso di scuole professionali superiori. Oltre alle già citate, si ricordano tra le principali: i colleges Hunter, Manhattan e St Francis Xavier; il College of the City of New York; il General Theological Seminary (protestante episcopale); il Jewish Theological Seminary of America; il Cornell University Medical College; la New York Law School; la Brooklyn Law School of St Lawrence University; il Brooklyn College of Pharmacy; la New York School of Social Work; il National Institute of Public Administration e la New School of Social Research. Tra gl'istituti d'istruzione tecnica citiamo la Mechanic Institute School, fondata nel 1820: il People's Institute for the Promotion of adult education; il Pratt Institute e il Polytechnic Institute, entrambi a Brooklyn. Particolare menzione merita la Cooper Union, fondata nel 1857-59 da Peter Cooper, ingegnere, la quale fornisce un'ottima istruzione in tutti i rami dell'ingegneria, nel disegno, nella pittura, nella decorazione, ecc., mediante corsi in gran parte serali e tutti gratuiti. Il patrimonio dell'istituto, costituito inizialmente dal fondatore, venne accresciuto nel 1900 da una cospicua elargizione di Andrew Carnegie. Nel 1927 l'istituto aveva 2895 studenti.
Collezioni scientifiche. - La più importante, notissima in America e all'estero, è l'American Museum of Natural History a cui sono annessi il giardino zoologico e quello botanico situati nel parco di Bronx e l'acquarium nel Battery Park. Notevoli inoltre il Museum of the American Indian, Heye Foundation, fondato nel 1920; il Museum of the City of New York, che ha lo scopo d'illustrare lo sviluppo cronologico delle varie fasi nella vita della metropoli; il New York Museum of Science and Industry, ecc.
Associazioni culturali. - A New York hanno sede circa 150 tra società scientifiche, letterarie, artistiche, ecc. Si ricordano qui solo le principalissime. New York Academy of Sciences (1817); Carnegie Corporation of New York, l'ultima e la maggiore delle fondazioni dovute ad A. Carnegie, ha per scopo il progresso e la diffusione della scienza; American Geographical Society of New York (1852); American Oriental Society (1842); New York Historical Society (1804), che possiede un vastissimo e importante materiale per la storia dello stato di New York. Come affini a quest'ultima ricordiamo la Long Island Historical Society of Brooklyn, e la New York Genealogical and Biographical Association, fondata nel 1869. Inoltre sono da menzionare: la Italian Historical Society (1927); la United States Catholic Historical Society (1884); l'Archaelogical Institute of America (1879); il Chemists Club (1898); la Botanical Society of America (organizzata nel 1894 e poi accresciuta con l'aggregazione di altri enti); la New York Zoological Society, che mantiene il giardino zoologico e l'acquarium; la New York Academy of Medicine (1847); la American Indian and Hispanic Society of America e la Academy of Political Science, fondata nel 1880 presso la Columbia University, ecc. Quasi tutte queste associazioni pubblicano periodicamente riviste, oppure bollettini, atti, ecc.
Biblioteche. - Molte delle associazioni sopra nominate possiedono biblioteche, talora assai cospicue; per esempio, la biblioteca della Cooper Union che possiede 58.000 volumi; quella della American Geographical Society (circa 97.500 volumi); quella della American Oriental Society (150.000 volumi e 300.000 opuscoli); quella del Chemists Club (40.000 volumi); quella della New York Academy of Medicine (184.000 volumi). All'infuori di queste riservate, è da rammentare che la prima biblioteca di New York in ordine di tempo fu la Corporation Library, istituita nel 1697-1701 nel City Hall, dove rimase fino al 1795 con la funzione di Library of Congress. Trasferita la capitale a Washington, la biblioteca divenne la New York Society Library che possiede attualmente circa 150.000 volumi.
La maggiore e più importante biblioteca è attualmente la New York Public Library che nel 1932 possedeva un patrimonio librario di circa 3 milioni e mezzo di volumi. Questa grande biblioteca disimpegna il servizio per Manhattan, Bronx e Richmond; per le altre parti della città vi sono la Brooklyn Public Library e la Queens Public Library. La New York Public Library pubblica ottimi bollettini mensili delle nuove accessioni e una relazione annua. A questa biblioteca segue, per importanza, la Columbia University Library fondata nel 1754, la quale possiede circa 1.300.000 volumi. Da notare inoltre: la New York University Library con circa 420.000 volumi; la Fordham University Library con circa 115.000 volumi. Quasi tutti gl'istituti connessi con le varie università possiedono notevoli e talora importanti biblioteche. Sono anche da ricordare la Mercantile Library Association fondata nel 1820, che possiede circa 432.000 volumi, e la cospicua biblioteca della American Historical Society.
Vita musicale. - La vita musicale a New York s'inizia con i primi spettacoli di Ballad Opera, dati probabilmente nel 1732 e col primo concerto tenuto dall'arpicordista J. Pachelbel. Fra il 1732 e il 1760 numerosi strumentisti, cantanti e danzatori dànno concerti e spettacoli a proprio beneficio e di opere di carità, finché nel 1760 si ha la prima stagione concertistica in abbonamento. Quest'istituzione dura 7 anni, durante i quali viene organizzato anche un ciclo di audizioni all'aperto, che si tengono al giardino Ranelagh. Nel 1774 si ha notizia di una Harmonic Society, e in quest'anno stesso compaiono i primi virtuosi italiani. Dalla Hallam Company è aperto nel 1752 il primo teatro costruito a scopo di spettacoli musicali. L'impresario David Douglas, dell'American Company, ne apre un altro in Chapel Street e nel 1767 ancora un altro: il John Street Theatre, la cui stagione del 1773 è l'ultima che gode New York in regime di città coloniale.
Nella seconda metà del Settecento esercita sensibile influenza sulla vita musicale di New York l'attività dell'inglese William Tuckey, organista, compositore, direttore e organizzatore di concerti, e già maestro dei cori nella cattedrale di Bristol. Egli dirige, fra l'altro, la prima esecuzione in America di 16 parti del Messia di Händel (1770), e compone gran numero di musiche, quasi tutte legate a personaggi e avvenimenti del mondo newyorchese dell'epoca. Si deve a lui, inoltre, la formazione d'uno dei primi cori di New York, il coro della parrocchia della Trinità (1753). Nel 1792 si stabilisce in New York un altro musicista inglese, James Hewitt, compositore e violinista, che giunge accompagnato da un gruppo di strumentisti dell'orchestra londinese di Haydn. Hewitt organizza l'anno successivo una stagione di concerti all'Albergo Corre, nella quale vengono eseguiti lavori di Haydn manoscritti. Nel 1794 Hewitt scrive un'opera, Tammany, che si rappresenta sotto gli auspici della Tammany Society.
Mentre così durante la guerra d'indipendenza la vita concertistica continua a prosperare, la vita teatrale subisce invece una stasi, ed è soltanto nel 1785 che si riapre il John Street Theatre, gestito dall'American Company. Questa nel 1798 erige il Parc Theatre in Parc Row. Numerosi musicisti stranieri vengono a stabilirsi in questi anni a New York, e assumono una parte predominante nella vita musicale del paese. Si può dire che la loro attività impronti di sé la fine del Settecento, specialmente per quel che riguarda la formazione del gusto nelle classi medie. Fra essi vanno ricordati Peter Albrecht Van Hagen, Peter Van Hagen Iunior, Alexander Reinagle, il citato Hewitt, Raynor Taylor, Beniamin Carr, John Bentley, Henry Capron, Philip Roth, George Schetky, John H. Schmidt, William Brown. William Brown è il musicista che dà l'ultimo concerto in regime britannico, nel 1783, anno in cui gl'Inglesi abbandonano la città.
Notevole impulso riceve la vita musicale di New Vork nella prima metà dell'800 dal sorgere di un'importante società orchestrale, la Philharmonic Society, che si aggiunge alle già esistenti orchestre Euterpean e Concordia. La Philharmonic Society è fondata il 2 aprile 1842 da Uriel Corelli Hill, violinista, compositore e direttore, e dà il primo concerto il 7 dicembre dello stesso anno. Le audizioni delle varie orchestre si tengono ai Giardini Niblo, al Lyceum, all'Apollo, al City Hotel, al Broadway Tabernacle e alla Davie's Hot Pie House. Si calcola che nel 1839 furono tenuti in New York almeno settanta concerti, dieci dei quali dedicati a selezioni di opere italiane. Accanto alle società orchestrali fioriscono società corali e miste corali-orchestrali, fra le quali le società Händel, Haydn, corale e di musica sacra; nate tutte per impulso del movimento musicale religioso che ebbe inizio nella chiesa episcopale. Di carattere profano sono invece il Deutscher Liederkranz, costituito nel 1847 e dedicato particolarmente alla musica e ai metodi tedeschi, e il Männergesangverein Arion, formato alcuni anni dopo da un gruppo di soci dissidenti del Liederkranz.
Le iniziative e gli avvenimenti musicali in genere di cui è ricca la seconda metà dell'800 si devono in gran parte al tedesco Leopold Damrosch e ai suoi figli. Il Damrosch è chiamato a New York nel 1871 per dirigervi il Männergesangverein Arion; nel 1878 fonda la Symphony Society, sorta quasi in antagonismo con la Philharmonic Society, allora diretta da Thomas; e nel 1873 istituisce l'Oratorio Society, che è diretta in seguito dai due figli Walter e Frank. Mentre il primo di questi sostituisce il padre nella direzione della Symphony Society, il secondo presiede all'istituzione delle People's Choral Union and Singing Classes (1892) - create allo scopo d'avvicinare la cultura corale alle classi lavoratrici della popolazione -, dirige la Musical Art Society - fondata nel 1894 per la diffusione delle opere di Palestrina, Bach e degli antichi e moderni compositori di musica polifonica -, e organizza nel 1898 quelle utilissime audizioni, corredate da illustrazioni storiche ed estetiche, che sono i Young People's Symphony Concerts, i concerti per ragazzi delle scuole elementari e medie di New York. L'insegnamento gode anch'esso in questo periodo di particolari provvidenze. La creazione del Normal Institute per i maestri di musica costituisce l'iniziativa più importante in questo ramo.
Gran parte di queste istituzioni ottocentesche alimenta, insieme con altre di data più recente, cui sarà accennato, la vita musicale odierna di New York. La fusione nel 1928 della Philharmonic Society con la Symphony Society nella New York Philarmonic Symphony, con Arturo Toscanini direttore, ha dato a New York una delle migliori orchestre del mondo, conferendo alla metropoli americana un prestigio musicale internazionale. I concerti che la Philharmonic Symphony tiene alla Carnegie Hall, la più importante sala concertistica newyorchese, accentrano l'interesse del pubblico su tutto quanto s'è prodotto e si produce di significativo nel campo della musica sinfonica d'ogni paese, allo stesso modo che il Metropolitan Opera House fondato nel 1885 e presieduto anch'esso da un italiano, Giulio Gatti Casazza, tiene il primo posto nel campo dell'opera lirica. La Philharmonic Symphony dà annualmente concerti in abbonamento, concerti straordinarî e, sotto la direzione di Ernest Schelling, i Young People's Concerts. Una particolarità di questi ultimi è che i ragazzi, fra i quali non pochi d'età inferiore ai dieci anni, sono invitati volta per volta a scrivere su una scheda appositamente distribuita le loro impressioni sulle musiche ascoltate e i loro desiderî circa le musiche che vorrebbero udire. In conseguenza la formazione dei programmi è in parte subordinata ai risultati di questa specie di votazione. La Philharmonic Symphony attraversa attualmente un difficile periodo economico, a sollevare il quale sono stati richiesti dal comitato di presidenza 500.000 dollari, da raccogliersi per mezzo di pubbliche sottoscrizioni. Il 15 marzo 1934 la sottoscrizione aveva già fruttato 337.000 dollari.
Oltre la Philharmonic Symphony si avvicendano in New York, nella stessa Carnegie Hall, alla Town Hall, al Julliard Auditorium e in altre sale, le orchestre newyorchesi Manhattan Symphony, fondata nel 1929. New York Orchestra, Institute of Musical Art Orchestra e altre minori; nonché le due grandi orchestre sinfoniche di Filadelfia e di Boston che ogni anno dànno concerti a New York. Fra i complessi corali e di musica da camera sono da notarsi la New York Chamber Music Society, il Musical Art Quartet, il New York Community Chorus, il St Cecilia Club, le copiosissime associazioni corali dei varî quartieri e sobborghi della metropoli, le Scholae cantorum, i gruppi corali maschili e femminili e i Glee Clubs presso la Columbia University e la New York University. L'Oratorio Society, che conserva una posizione preminente in questo campo, tenne il 27 dicembre 1933 la 110ª esecuzione del Messia di Händel, diretta da Albert Stoessel.
Nel 1923 fu istituita la League of Composers per la diffusione della musica moderna, società che nei primi sei anni di vita ha fatto conoscere 110 lavori, di cui 17 italiani. La Manuscript Society, che era sorta con scopi analoghi nel 1889, si dedica ora all'esame mensile dei lavori composti dai suoi soci. Nel campo dell'istruzione, la Julliard School of Music è l'istituto più completo di New York, cui è affiancato l'Institute of Musical Art. La Columbia University, dove insegnò il più notevole compositore americano dell'ultimo '800 e del principio del '900, il newyorchese Edward A. MacDowell, dispone di cattedre di composizione e di storia della musica, tenute rispettivamente dai professori Set Bingham e Daniel Gregory Mason. È ancora da notarsi fra le istituzioni varie un National Bureau for the Advancement of Music.
Le principali collezioni di libri e di opere musicali appartengono alla Public Library e alla biblioteca della Columbia University. La critica musicale è largamente rappresentata nei quotidiani e nelle riviste, di cui le più diffuse sono: The Musical Courier, fondato nel 1882; Musical America, fondata nel 1898; The Musical Quarterly, e Modern Music.
Storia. - Poche casupole erano state costruite sull'isola di Manhattan prima del 1626, quando Pieter Minuit la comperò dagli Indiani in cambio d'un lotto di gingilli stimati 60 fiorini, e fece edificare sulla punta meridionale dell'isola il forte Amsterdam. La storia della città corrisponde in gran parte a quella dello stato (v. sotto), di cui è sempre stata magna pars (oggi quasi ¾ della popolazione). Sin dall'inizio ha cominciato ad assumere un aspetto internazionale che è sempre stata la sua perspicua caratteristica: gli Olandesi vi attirarono profughi protestanti da tutte le parti dell'Europa (tra cui numerosi valdesi del Piemonte) e già alla metà del '600 le poche centinaia di abitanti di Nuova Amsterdam parlavano diciotto lingue diverse. Ma soprattutto per l'influsso di profughi dalla Nuova Inghilterra, l'inglese presto divenne una seconda lingua ufficiale accanto all'olandese. Il governo autocratico della Compagnia (gli Stati Generali non vollero mai ingerirsi o garantire la sicurezza della colonia) fece sì che quando nel 1664 la marina inglese apparve davanti alla città, gli abitanti costringessero il governatore Stuyvesant alla resa. Nel 1686 la città ebbe uno statuto, riveduto sostanzialmente nel 1830. La città è stata sempre il centro della vita sociale e politica dello stato (sebbene dal 1797 la capitale sia Albany) ma nello stesso tempo in conflitto con la vita della maggioranza dell'Unione; così durante la guerra civile fu teatro di sommosse contro la coscrizione e addirittura d'un tentativo, sotto il patronato del sindaco Fernando Wood e con l'approvazione del consiglio comunale, di erigersi in repubblica autonoma. La sua popolazione, interessata esclusivamente nel commercio, pensa in modo più vicino al modo di pensare europeo che non a quello del resto degli Stati Uniti; così fu sempre ostile al proibizionismo e favorevole alla Società delle Nazioni.
Sotto il dominio democratico della Tammany Hall, basato sull'ignoranza dell'eteroclita popolazione straniera, la vita politica della città ha conosciuto abissi di corruzione senza pari forse negli annali dei paesi civili. Ciò ha dato luogo a molti tentativi di riforma, come all'epoca della rivelazione dello scandalo Tweed nel 1871; ma questi ebbero sempre breve durata, e dopo un certo tempo la Tammany usciva nuovamente dall'eclissi. Nel 1933 divenne sindaco di New York l'italo-americano Fiorello La Guardia con voti repubblicani.
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Monumenti e arte. - W. S. Pelletreu, Early New York Houses, New York 1900; A. Ulmann, Landmark history of New York, New York 1901; Ch. Hemstreet, When old New York was young, New York 1902; J. C. Van Dyke, The new New York, New York 1909; R. Schackleton, Book of New York, Filadelfia 1920; Art in our Country, ed. da American Federation of Arts, Washington 1923; H. C. Chatfield-Taylor, Cities of many men, Boston 1925; H. Major, Domestic architecture of the early American republic, Filadelfia 1926; C. R. Post, European and American sculpture, voll. 2, New York 1926; R. N. Gabriel, American spirit in architecture, New Haven 1926; id., Pageant of America, XII; Americna spirit in art, XIII, New Haven 1927; G. H. Edgell, American architecture of to-day, New York 1928; Ch. H. Towne, This New York of mine, New York 1931; A. F. Harlow, Old Bowery days, New York 1931.
Storia. - Oltre tutte le opere citate appresso: Lo stato di New York, v.: B. Fernow, Records of New Amsterdam, 1653-1674, New York 1897, voll. 7; S. G. Fisher, Dutch and Quakers, I, Dutch and English on the Hudson, New Haven 1919; J. H. Innes, New Amsterdam and its people, New York 1902; New Netherlands, ed. Dowson, 1840; B. Tuckerman, Peter Stuyvesant, New York 1893; Mrs. Schuyler Van Rensselaer, History of the city of New York in the 17th century, New York 1909, voll. 2; Andros tracts, Boston 1869-1872, voll. 3. Una storia classica di tutto il periodo non esiste. Le migliori sono ancora: B. J. Lossing, History of New York City, 1609-1884, New York 1884, voll. 2; C. B. Todd, Story of the city of New York, New York 1890; Th. Roosevelt, New York, cit.; A. Ulmann, Landmark history of New York, New York 1901; J. G. Wilson, Memorial history of the city of New York, New York 1891-1904, voll. 4. V. inoltre: M. L. Booth, History of the city of New York, 1880; Breen, Thirty years of New York politics up to date, 1899; Charter of the city of New York with amendments, New York 1907; M. W. Goodwin e altri. Historic New York, New York 1899, voll. 2: G. A. Ingalls, Outline of municipal government in the city of New York, Albany 1904; T. A. Janvier, In old New York, New York 1894; F. B. Kelley, Historical guide to the city of New York, New York 1909; M. J. Lamb, History of the city of New York, New York 1877-1880, voll. 2; Lincoln, Constitutional history of New York, Rochester 1906; Monumental records, New York, gennaio-luglio 1900; continuato da: Records of the Past, Washington 1902-1914; Morris, Makers of New York, Filadelfia 1895; G. Myers, History of Tammany Hall, New York 1901; New York historical Society: v. sotto la bibliografia dello stato; New York municipal reference library notes, 1914 e segg.; J. N. Phelps-Stokes, ed., Iconography of Manhattan Island, 1498, 1915-26; Records of the city of New York; Richmond, New York and its institutions, 1609-1871, New York 1872; F. C. Seclerson, Manual of civics, New York 1908; W. L. Stone, History of New York City, New York 1872; D. T. Valentine, History of the city of New York, New York 1853; id., New York city (pp. 449-773 del suo Manual of the Common Council of New York, 1862); J. F. Watson, Annals and occurrences of New York city and state, Filadelfia 1846; R. R. Wilson, New York, old and new, Filadelfia 1902; 2ª ed., 1909; H. W. B. Howard, ed., History of the city of Brooklyn, Brooklyn 1893; S. M. Ostrander, History of Brooklyn and King's County, Brooklyn 1894; H. Putnam, Brooklyn, in L. P. Powell, Historic towns of the middle states, New York 1899; J. K. Morris, Memorial history of Staten Island, New York 1898-1900, voll. 2; R. M. Bayles, History of Richmond county, New York 1887; J. Clute, Annals of Staten Island, New York 1877. Sono anche da consultare i più vecchi giornali della città (la data in parentesi è quella della fondazione): New York Gazette (1725); Weekly Journal (1733); New York Mercury (1752-83); New York Gazetteer (1773-75); Rivington's New York Loyal Gazette (1773-83); Independent Journal (1787-88); New York Journal and Register (1788); Evening Post (1801); Daily Sun (1833); New York Herald (1835); Tribune (1841); New York Times (1851); World (1860-1930); Journal of Commerce and commercial bulletin (1827); Araldo italiano (1894); Progresso italo-americano (1879); Brooklyn Eagle (1841).
Lo stato di New York.
È una delle tredici colonie che diedero origine agli attuali Stati Uniti; è oggi il 28° stato della federazione come superficie (127.447 kmq.), il primo per popolazione assoluta. Fa parte degli stati del Medio Atlantico, e confina a nord con il Canada, a ovest con i laghi Erie e Ontario e con il S. Lorenzo, a sud con la Pennsylvania, a oriente con gli stati della Nuova Inghilterra (Connecticut, Massachusetts, Vermont). Nella sezione di SE. si affaccia all'Atlantico.
Dal punto di vista geomorfologico lo stato si può dividere in diverse regioni notevolmente differenti tra loro. La più importante è costituita dalle alteterre centrali, che si estendono dalla valle del fiume Hudson verso occidente e a sud, sino ai confini della Pennsylvania e che si devono considerare come la porzione settentrionale dell'Alleghany Plateau, che circonda il piede occidentale dei Monti Appalachiani. Nello stato esso raggiunge la massima altezza nei cosiddetti Monti Catskill (1281 m.). Ricco di vallate aperte, l'altipiano è una delle zone più importanti per l'allevamento e, nei tratti migliori, per l'agricoltura. A nord est dell'altipiano incontriamo la seconda regione morfologica, costituita dai Monti Adirondack, composti di rocce cristalline, che si devono considerare come il prolungamento meridionale dei Laurentian Highlands. Con cime superiori ai 1500 m. (Monte Marcy, m. 1629), la zona ha clima continentale, si presenta coperta in gran parte di foreste, ed è ricca di pietre da costruzione e di minerali, soprattutto ferro. Circonda la zona un anello di basse terre, percorso da fiumi o coperto da laghi, che hanno importanza fondamentale per la storia economica dello stato: a ovest il Lago Ontario e il S. Lorenzo, a sud la grande arteria del fiume Mohawk, che permette, insieme con il Hudson, il passaggio dall'Atlantico ai Grandi Laghi, a oriente il Champlain.
Lungo la zona di contatto tra le rocce dell'altipiano a ovest e i Monti della Nuova Inghilterra a oriente si è aperta la strada il fiume Hudson, che, beneficiato dalla marea, è divenuto un'arteria di grande traffico e ha permesso il sorgere e lo svilupparsi della grande metropoli.
Lo stato di New York manda le acque al bacino del S. Lorenzo mediante numerosi fiumi che si gettano nei laghi Erie e Ontario oppure direttamente nel S. Lorenzo; la sezione di SE. manda le acque al fiume Hudson, l'unica grande arteria che scorra interamente entro i confini dello stato, mentre le contee meridionali fanno parte del bacino imbrifero del Delaware e del Susquehanna. Oltre alla parte dei laghi Erie e Ontario compresa nello stato, si hanno entro il territorio numerosissime conche lacustri, molte delle quali celebri per la loro bellezza; esse hanno, di solito, forma allungata, occupando sezioni di vallate sbarrate da depositi glaciali (laghi di Seneca, Cayuga, Oneida, e nella sezione di NE. al confine con il Vermont, l'importante lago di Champlain).
Il clima è variamente influenzato dalla presenza dell'Oceano Atlantico e dalle condizioni altimetriche della regione. Le temperature medie annue più elevate si hanno verso il sud-est, mentre nella sezione interna e sui Grandi Laghi si scende a 6°-7°. Gl'inverni si presentano freddi: −1°1, a New York, ma nell'interno anche −4°, −5°; quindi abbondantissima la nevosità, che dai 600-700 mm. nella sezione costiera può arrivare anche a oltre 2000 mm. nelle parti interne. Le estati sono calde e bene provviste di piogge, che superano dovunque gli 800 mm., distribuite in ogni stagione lungo il mare e sui Grandi Laghi, e nei mesi estivi prevalentemente nell'intemo.
La popolazione dello stato è pari al 10% di quella totale della Unione; essa è andata aumentando con ritmo regolare notevolissimo, salendo da 340.120 abitanti nel 1790 a 589.051 nel 1800, a 1.918.608 nel 1830, a 3.097.394 nel 1850, a 7.268.894 nel 1900, a 9.113.614 nel 1910, a 10.385.227 nel 1920, per toccare i 12.588.066 nel 1930. Un calcolo del 1932 dà 13.061.486 abitanti. Nell'ultimo trentennio lo stato ha avuto un aumento pari al 73,2%.
Il graduale aumento della popolazione è dovuto in massima parte al fenomeno immigratorio, perché l'eccedenza delle nascite, in continuo regresso, è ben lontana dal presentare valori alti.
Al 1930 le condizioni etniche dello stato erano le seguenti: 96,5% Bianchi; 3,3% Negri; 0,1% Indiani, 0,1% Cinesi e altri. Dei Bianchi, il 36,8% era costituito di nati da genitori indigeni; il 9,3% di nati da genitori misti; il 27,6% di nati da genitori stranieri. L'elemento bianco nato all'estero era il 26,3% (3.191.549 individui). Le nazionalità più rappresentate erano l'italiana (629.322 individui), la russa (481.306), la polacca (350.383), la tedesca (349.196) ecc. Il 72% dei Bianchi nati all'estero viveva nella sola città di New Yorh (2.293.400 persone), che è seguita da Buffalo (118.316), Rochester (74.696), Syracuse (35.010), ecc. Nel 1880 i nati all'estero sommavano a 1,2 milioni, pari al 24%.
Il progresso dell'urbanesimo ha assunto nello stato proporzioni gigantesche. Secondo il censimento del 1930 si avevano 69 centri Con più di 10.000 abitanti; sette città superano i 100.000 abitanti. La loro ubicazione è quanto mai interessante sorgendo le due massime città (New York con 6.930.446 ab. e Buffalo con 573.076) agli sbocchi estremi della grande arteria naturale formata dal Hudson e dal Mohawk, dall'Atlantico ai Grandi Laghi, favorita dal canale Erie; Rochester (328.132) e Syracuse (209.326) all'incrocio di vie fluviali e di canali in prossimità della grande regione lacustre; Yonkers (134.646 ab.) sull'estuario del Hudson, a contatto con New York City; Albany, la capitale (127.412 ab.), sul corso medio del Hudson, un poco a valle della confluenza del Mohawk e del canale Erie e finalmente Utica (101.740) nel bacino superiore del Mohawk, beneficata dal canale ricordato.
Ragioni geografiche e umane spiegano il magnifico sviluppo economico dello stato di New York. Condizioni morfologiche, geologiche e climatiche hanno favorito lo sviluppo agricolo, ma soprattutto l'allevamento; la vicinanza ai grandi stati produttori di minerali e in primissimo piano la presenza d'importanti vie d'acqua navigabili quali il Hudson e il Mohawk, favoriti dalla speciale morfologia glaciale, lo sfruttamento del grande e comodo estuario del Hudson, hanno dato un poderoso impulso all'attività industriale e commerciale, facendo di New York lo stato più importante dell'Unione.
L'agricoltura, pur avendo trovato buone condizioni ambientali, è in regresso a favore dello sviluppo industriale. La popolazione rurale è in continua diminuzione e anche il numero delle farms accusa una costante diminuzione (226.720 nel 1900, 159.806 nel 1930). In quell'anno la superficie delle farms corrispondeva al 59% della superficie totale dello stato.
Tutti i cereali accusano una forte diminuzione di produzione: tiene il primo posto l'avena, che è coltivata in assoluta preferenza nelle contee occidentali e settentrionali dello stato, seguita dal grano e dal mais. Larga diffusione hanno le patate e gli ortaggi. La frutticoltura prospera molto bene soprattutto per quanto riguarda le mele. La viticoltura è diffusa nelle contee centro-occidentali dello stato. Notevole è anche la produzione dei foraggi in relazione con l'allevamento, che peraltro presenta una forte diminuzione. I cavalli scendono da 628.000 nel 1900 a 320.000 nel 1930; i bovini da 2.600.000 a 2.220.000; i bovini da latte da 1.500.000 a 1.172.000; i suini da 677.000 a 221.000. Enorme peraltro si mantiene la produzione del latte, che trova smercio giornaliero nelle grandi metropoli, soprattutto in New York.
Quanto alla produzione mineraria, manca il carbone, è scarso il ferro (ematite e magnetite); in grande quantità invece si trovano argilla e prodotti derivati, pietre da costruzione (calcari, arenarie, graniti), ecc., per le quali New York occupa uno dei primi posti nell'Unione. Viene subito dopo lo stato di Michigan per la produzione del sale.
Ma è nell'industria che lo stato di New York ha assunto un'enorme importanza; come numero di operai occupa il primo posto. Essi salgono da 200.000 nel 1850 a 850.000 nel 1900, a 1.000.000 nel 1909; toccano il massimo di 1.228.000 nel 1931. Le città principali per numero di operai impiegati nelle varie industrie nel 1929 erano: New York con ben 563.249 operai, Buffalo con 68.854, Rochester con 58.448, Syracuse con 26.486, Schenectady con 25.366, Utica con 13.195, Yonkers con 13.127.
Tutte le industrie sono rappresentate. Tiene il primo posto, come numero di persone occupate, l'industria del vestiario per uomo e signora (inclusa la camiceria) con oltre 150.000 operai nel 1927. Occupa il secondo posto l'industria siderurgica e meccanica (fonderie, industrie meccaniche ed elettriche) con circa 130.000 operai nel 1927, con produzioni svariatissime di oggetti e macchine, cui si deve aggiungere anche la fiorente industria delle costruzioni navali (10.400 operai nel 1927).
Seguono per importanza altre industrie, tra le quali ricorderemo quella editoriale (50.000 operai nel 1927). L'industria tessile nelle sue varie attività impiega 80.000 persone, primeggiando l'industria della maglieria. Seguono le industrie delle calzature, quelle alimentari, la conceria, l'industria del legno e del mobilificio, le manifatture tabacchi, ecc. Il valore dei prodotti sale da 238 milioni di dollari nel 1850 a 6554 milioni nel 1931.
Lo stato ha inoltre grande importanza per il commercio e le comunicazioni. Le ferrovie sono salite da 4315 km. nel 1860 a 13.326 nel 1931. Il primo tronco ferroviario fu aperto nel 1831 fra Albany e Schenectady. Il maggior numero di linee appartiene alla New York Central Rail Roads. Esistono inoltre circa 23.000 km. di strade statali, oltre a 274.000 km. di strade vicinali e rurali. Il numero dei veicoli a motore è salito da 134.500 nel 1913 a 2.242.000 nel 1931, per cui lo stato di New York occupa il primo posto nella Unione come cifra assoluta.
Grande importanza hanno anche le vie d'acqua navigabili (fiumi e canali), soprattutto nella sezione centrale dello stato, percorsa dal canale Erie, che mette in comunicazione Buffalo con New York: gran parte dello sviluppo commerciale della metropoli nel sec. XIX è dovuta appunto all'apertura di questa arteria artificiale, inaugurata nell'ottobre 1825, ampliata successivamente al 1895 insieme con altri canali (Champlain, Oswego, Cayuga, Seneca), venendo così a formare un grandioso complesso di vie d'acqua conosciute col nome di New York Barge Canal.
Storia. - Fu un italiano, Giovanni da Verrazzano, che nel 1524 scoprì la baia dì New York e il fiume Hudson. Ma la sua scoperta non ebbe seguito; e soltanto quando nel settembre del 1609 Henry Hudson vi tornò sulla Halj Moon in cerca del "passaggio di nord-ovest" vi si stabilì una colonia europea. La nuova repubblica dei Paesi Bassi mise il territorio sotto il suo protettorato; e varie compagnie furono organizzate per il commercio. Nel 1624 si fondò la colonia della Nuova Olanda (Nieuw Nederland) governata da un direttore generale e da un consiglio, nominati ambedue dalla Compagnia olandese delle Indie Orientali, ma il secondo con l'approvazione del primo. Il primo direttore, Pieter Minuit, comperò l'isola di Manhattan dagl'Indiani, e vi stabilì la fortezza di Amsterdam come sede del suo governo. La colonia fu organizzata con un sistema di patronato: chiunque avesse i mezzi poteva ottenere una cospicua concessione con poteri patriarcali, purché s'impegnasse a stabilirvi 50 persone entro 4 anni. Sotto Minuit e il suo successore Wonter van Twiller gli affari della colonia andarono male. L'autorità dei "patroni" e in seguito anche quella del direttore diminuì. Sotto il governatore Pieter Stuyvesant (1647-64) la colonia olandese conobbe la sua maggiore prosperità. Ma nel 1653 gl'Inglesi avanzarono pretese sul territorio, e dopo varie vicissitudini nel 1664 la Nuova Olanda diventò colonia inglese sotto il protettorato del duca di York, fratello di Carlo II, col nome di New York. Il primo governatore, il colonnello Richard Nicolls, e il suo successore, resero sopportabile il passaggio al nuovo regime, e i diritti degli Olandesi furono rispettati. Nel 1673 gli Olandesi rioccuparono la città, ma la tennero soltanto sino al febbraio dell'anno seguente. Questa volta tutta la colonia dovette accettare le istituzioni inglesi, dieci anni dopo s'istituì un'assemblea legislativa triennale. Diventato re il duca di York (Giacomo II) l'assemblea fu abolita e si tentò di unificare New York insieme con New Jersey nel Dominion della Nuova Inghilterra. La caduta di Giacomo II nel 1688 condusse alla breve dittatura d'un tedesco, Giacobbe Leisler, noto soprattutto per avere riunito, nel 1690, delegati di 5 colonie americane per meglio poter fronteggiare un'alleanza franco-indiana. L'anno seguente il Leisler fu deposto dagl'Inglesi e fatto decapitare, ma per molti anni i partiti politici della colonia furono chiamati leisleriani e antileisleriani. Nel 1691 l'assemblea era stata ristabilita, ma con riunioni annuali. Il problema principale della colonia fu sempre costituito dai rapporti con le 5 tribù federate (le "5 nazioni") degli Irochesi che abitavano sulla frontiera del nord-ovest, tra il Hudson Superiore e il Genesee. Gli Olandesi avevano combattuto una sanguinosa guerra con questi Indiani (1641-45) che erano sempre stati fedeli alleati degl'Inglesi: l'alleanza era basata sull'avversione che gl'Indiani avevano per i Francesi. Per meglio difendersi, le colonie rinsaldarono i loro reciproci vincoli. Per questo scopo fu convocata nel 1694 una conferenza di 4, e un'altra, più celebre, di 7 colonie ad Albany nel 1754. In quest'ultima Beniamino Franklin presentò un progetto di unione coloniale che non venne però approvato. Ma in questa riunione venne riconfermata l'alleanza indiana, che salvò la colonia nella guerra dei Sette anni. La più celebre di tutte queste riunioni fu quella di 9 colonie convocata a New York nel 1763, per protestare contro lo Stamp Act. I dazî doganali imposti con le leggi Townshend suscitarono uguale sdegno, ma nel 1770 l'Inghilterra abolì tutti i dazî, a eccezione di quello sul tè. Nel 1775 l'assemblea era divenuta tory e rifiutò di prendere parte ai primi due congressi continentali, ma i "patrioti" nel maggio del 1775 stabilirono un antigoverno (Provincial Congress) il quale dopo una certa esitazione, dovuta al timore della marina inglese, approvò la Dichiarazione d'indipendenza (9 luglio 1776). Dopo la battaglia di Long Island nell'agosto gl'Inglesi tennero la città di New York durante tutta la guerra (sino al 25 novembre 1783) e cercarono di servirsene come cuneo tra le colonie del nord e quelle del sud. Nel 1777 ebbero luogo nello stato di New York la resa di Saratoga e la battaglia di Oriskany. Lo stato di New York approvò gli Articles of Confederation; ma, geloso delle sue prerogative sovrane, esitò a lungo ad approvare lo statuto; trascinatovi da A. Hamilton l'approvò finalmente il 26 luglio 1788. La vita politica dello stato fu sempre confusa e combattuta tra fazioni piuttosto che tra partiti. Nel 1827 la schiavitù fu proibita; e durante la guerra civile lo stato (ad eccezione di New York City) fu fedele all'Unione. New York oscilla tra i due partiti, repubblicano e democratico, e il voto dei suoi milioni di abitanti è ora quasi decisivo per le elezioni presidenziali. Molti governatori dello stato sono diventati presidenti, o furono candidatì alla presidenza della repubblica.
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Fra i lavori particolari sullo stato da un punto di vista geografico, v.: J. Corbett, The Lake Country. An annal of golden days in Central New York, Rochester 1898; R. S. Tarr, Decline of farming in Southern Central New York, in Bull. of the Amer. Geographical Society, maggio 1909; R. S. Tarr, Location of the towns and cities of Central New York, in Bull. of the Amer. Geographical Society, ottobre 1910; R. H. Whitbeck, Geographic influences in the development of the New York State, in The Journal of Geography, gennaio 1911; R. S. Tarr, Larger physiographic features of New York, in The Journal of Geography, marzo 1912; E. O. Fippin, The Agriculture of New York, in The Journal of Geography, marzo 1912; A. P. Brigham, Early interpretations of the physiography of New York, in Bull. of the Amer. Geographical Society, gennaio 1914; A. P. Brigham, The population of New York State, in The Geographical Review, settembre 1916; W. J. Miller, The Adirondack Mountains, in New York State Museum, bull. n. 193, gennaio 1917; E. O. Phippin, Rural New York, New York 1921; R. A. Mordoff, The climate of New York State, in Cornell University Agricultural Experiment Station, bull. n. 444, 1925; H. L. Fairchild, Dausville Valley and drainage history of Western New York, in Proceedings fo the Rochester Academy of Science, ottobre 1926; A. P. Brigham, The valleys of New York in the American Revolution, in The Journal of Geography, gennaio 1928; B. L. Melvin, Rural population of New York 1855 to 1925, in Cornell University Agricultural Station, Memoir, 116, 1928; F. Whitbeck, New York Barge Canal. Exspectations and realizations, in Economic Geography, aprile 1928; C. M. Nevin, The Sand and gravel resources of New York State, in New York State Museum Bulletin, 1928; M. P. Chatetwood, A statistical study of milk production for the New York Market, in Cornell University Agricultural Experiment Station Bulletin, 1931; D. H. Newland, ecc., The mining and quarry industries of New York State for 1928 to 1929 ecc., in New York State Museum Bulletin, 1932; H. L. Fairchild, New York Physiography and Glaciology west of the Genesee valley, in Proceedings of the Rochester Academy of Science, ottobre 1932; State of New York, Annual Report of the State Department of Health, Albany, annuale.