Niagara
(USA 1952, 1953, colore, 89m); regia: Henry Hathaway; produzione: Charles Brackett per 20th Century-Fox; sceneggiatura: Charles Brackett, Walter Reisch, Richard Breen; fotografia: Joseph McDonald; montaggio: Barbara McLean; scenografia: Lyle Wheeler, Maurice Ransford; costumi: Dorothy Jeakins; musica: Sol Kaplan.
Un uomo, la cui voce fuori campo lamenta disillusione e dolore, cammina nelle vicinanze delle cascate del Niagara. Sembra sconvolto. Polly e Ray Cutler, in viaggio di nozze ritardato, giungono intanto negli stessi luoghi. Il proprietario dei bungalow assegna loro la stanza regolarmente prenotata, che è però ancora occupata dalla signora Loomis e dal marito (lo stesso uomo della scena iniziale). Rose Loomis, donna di fascino prorompente e dal comportamento ambiguo, convince l'albergatore a lasciarli nella camera. I Cutler si offrono di prendere una stanza diversa. Rose, ben presto, dimostra la propria inaffidabilità: si fa trovare tra le braccia di un altro uomo dalla signora Cutler; esaspera il marito George, ossessionato da traumi bellici e per questo instabile, e resta indifferente alla sua gelosia; si mostra seduttiva nei confronti degli altri turisti. La signora Cutler, dopo aver assistito a uno degli sfoghi di George, cerca di avvicinarsi a lui, per comprenderne le ragioni, e così fa anche il marito. Rose lascia un messaggio in codice a Patrick, l'amante, e si reca alla stazione dei bus. Senza accorgersi di essere seguita dal marito, riceve un biglietto in cui Patrick le fa sapere che, se udirà una certa melodia provenire dalle campane del mezzodì, avrà la certezza della riuscita del piano. Il piano in questione è l'omicidio di George. Le campane suonano, ma quando Rose si reca all'obitorio trova il cadavere di Patrick. George (che ha ucciso l'amante della moglie, lo ha sfigurato e gli ha messo in tasca i propri documenti) si nasconde agli occhi del mondo. Tuttavia, non si sottrae al desiderio di ulteriore vendetta: entra nella propria vecchia stanza, senza sapere che nel frattempo è stata restituita ai Cutler, e aggredisce per errore l'innocente Polly. Scusandosi, le spiega di aver ucciso per legittima difesa. Poi trova Rose, terrorizzata, e dopo un lungo inseguimento la strangola in cima al campanile. A quel punto, braccato dalle forze dell'ordine, George rapisce Polly e si lancia in una folle corsa in barca verso le cascate: prima di gettarsi nelle rapide, mette in salvo Polly, l'unica persona che sembra aver saputo comprendere le sue ragioni.
Primo film in cui Marilyn Monroe interpreta un personaggio del tutto negativo, anche Niagara appartiene assai più alla storia di Marilyn che non al regista che la dirige, in questo caso Henry Hathaway. Se nella commedia Marilyn evidenzia i doppi sensi e le allusioni su cui l'intero genere si basa, in questo film la sua sensualità è palese e sottolineata dal commento dei personaggi in scena. La formula del noir viene giustapposta in modo originale a quei colori accesi che concorrono a esaltare le doti più carnali dell'attrice. Le prime sequenze compongono una specie di spogliarello al contrario. Rose Loomis viene inquadrata dapprima a letto, poi in piedi fasciata da una leggera sottoveste, poi in vestaglia. In seguito, l'esperimento si ripete: vediamo la silhouette della donna sotto la doccia, poi l'asciugamano che le lascia libere le spalle, infine l'abito da sera destinato a suscitare scandalo. Lo stratagemma dimostra come il fascino di Marilyn sia ancor più irresistibile invertendo l'ordine del desiderio maschile: dal corpo nudo al corpo disegnato dagli abiti.
La storia del film, assai cupa, è una variazione intorno alla figura della dark lady. In verità, lo spettatore è chiamato, come il marito di Rose, a sospettare della protagonista e ad avere ben presto conferma dei propri sospetti. Adultera, poco di buono e uxoricida, Rose viene raffigurata senza pietà e senza sfumature da Hathaway, interessato più che altro a costruire uno squillante mondo figurativo intorno alla sensualità della sua diva. La presenza delle cascate è incombente, la natura viene chiamata a simboleggiare lo strazio dei protagonisti e a ricordare l'intemperanza degli umani desideri. Tuttavia, il film si può dire claustrofobico: le pareti del bungalow, le cabine della funivia, l'abitacolo della barca sembrano soffocare i personaggi pur in presenza di uno spettacolo naturale senza eguali.
L'incipit del film suggerisce (grazie alla voce fuori campo) una lettura del racconto attraverso gli occhi di George, geloso coniuge di Rose, del quale Joseph Cotten ben restituisce sofferenza e squilibrio. Il punto di vista si trasferisce invece presto ai Cutler, vicini di stanza dei Loomis, che osservano gli avvenimenti dall'esterno; e infine a Rose stessa, nel suoi vani tentativi di far eliminare il marito. È per questo forse che Niagara offre la sensazione di un'opera che si alimenta solo fino alla morte della protagonista, strangolata dal marito in una sequenza hitchcockiana. L'inseguimento finale sulle acque della cascata si concentra sulla figura dell'assassino, ma è come se la scomparsa di Marilyn interrompesse l'energia del racconto. Pieno di amarezza, Niagara è un film nel quale la misoginia viene moderata da annotazioni brillanti e ciniche intorno alla presunta felicità delle 'coppie regolari' (la coppia dei Cutler, avendo rimandato troppo a lungo il viaggio di nozze, si aspetta una vacanza di letture e riposo: marito e moglie scherzano apertamente sul desiderio ormai sopito). Il ruolo di Ray Cutler, del resto, è ambivalente. Da una parte l'uomo nota a voce alta e senza pudore la scandalosa bellezza di Rose; dall'altra sembra non mettere mai in dubbio che l'ammirazione per la fisicità della donna non ha nulla a che fare con l'indiscutibile fedeltà alla moglie, innescando nello spettatore un interessante (e certamente volontario) sistema di previsioni e dubbi frustrati dalla storia.
Tornando all'aspetto del divismo, si può affermare che il ruolo di Rose è completamente modellato dall'attrice. Meno interessante, astuta e ricca di contraddizioni di altre dark lady, la protagonista di Niagara è costruita sul corpo, sugli sguardi, sui movimenti, sulle espressioni, sulla voce suadente che canta Kiss, sull'esuberanza sensuale di Marilyn Monroe, che si incarica di dotare Rose di ogni spessore narrativo e di ogni fascino cinematografico. Risultato ottenuto, come sempre.
Interpreti e personaggi: Marilyn Monroe (Rose Loomis), Joseph Cotten (George Loomis), Jean Peters (Polly Cutler), Casey Adams (Ray Cutler), Denis O'Dea (ispettore Starkey), Richard Allan (Patrick), Don Wilson (Mr. Kettering), Lauren Tuttle (Mrs. Kettering), Russell Collins (Mr. Qua), Will Wright (barcaiolo), Lester Matthews (medico), Carleton Young (poliziotto).
Gilb., Niagara, in "Variety", January 21, 1953.
Anonimo, Niagara, in "Films in review", n. 3, March 1953.
G.C. Castello, Miscellanea, in "Cinema", n. 117, 15 settembre 1953.
Vice, Niagara, in "Cinema nuovo", n. 20, 1 ottobre 1953.
R. Lachenay, Les dessous de Niagara, in "Cahiers du cinéma", n. 28, novembre 1953.
N. Ghelli, Niagara, in "Bianco e nero", n. 11, novembre 1953.