NIBIA, Martino Paolo, detto Nidobeato
NIBIA (Nibbia), Martino Paolo, detto Nidobeato. – Nacque nei primi decenni del XV secolo da Serafino, giureconsulto di nobile famiglia novarese.
Nel 1451 grazie alle sue doti letterarie divenne segretario di Guglielmo Paleologo, condottiero e fratello di Giovanni IV marchese di Monferrato. Le sue mansioni comprendevano sia la stesura e la traduzione in latino di missive, sia incarichi di rappresentanza, viaggi e ambascerie, che richiedevano abilità politica e capacità oratorie. Nel 1459 partecipò alla dieta di Mantova, indetta da Pio II; l’anno successivo andò a Neustadt dall’imperatore Federico III, per ottenere la riconferma dell’investitura imperiale dei feudi monferrini, ripetutamente minacciati dai Savoia.
In quegli stessi anni sposò Taddea Vistarini, dalla quale ebbe almeno otto figli (documentati sono i nomi di sette: Francesco, Pietro Giorgio, Serafino, Ciro, Cornelio, Ippolita e Caterina).
La morte di Giovanni Paleologo (19 gennaio 1464) e la successione di Guglielmo VIII al titolo coincisero con il suo ingresso ufficiale nella cancelleria marchionale. Nel 1469 fu nominato consigliere e svolse un ruolo significativo nelle trattative matrimoniali tra Guglielmo VIII ed Elisabetta Sforza, sorella del duca di Milano. I suoi incarichi di oratore alla corte di Galeazzo Maria Sforza, principale alleato del Monferrato, divennero presto più frequenti e prolungati. In ricompensa dei servigi resi al signore di Milano, ricevette i feudi di Pombia e Varallo (6 ottobre 1469) e la cittadinanza milanese per sé e per i suoi discendenti (13 febbraio 1472).
Dopo l’assassinio di Galeazzo Maria Sforza (26 dicembre 1476) concepì il progetto, finanziato dal nobile milanese Guido Terzago, di un’edizione a stampa commentata della Commedia dantesca (Milano, Ludovico e Alberto Pedemontani, 1478).
La genesi dell’edizione, conosciuta come Nidobeatina, è narrata nella dedicatoria a Guglielmo VIII (cc. 1r-1v): rivoltosi alla Commedia «inter magnarum rerum curas ex cede nepharia divi principis Galeacii ingruentes», Nibia vi trovò un «lenimen maximum», catturato dalla poesia e dalla forza del poema, vera e propria summa del sapere umano. Per rendere la Commedia accessibile a «docti pariter et indocti», decise di accompagnarle un commento. Tra quelli a lui noti (ne nomina otto), scelse quello in volgare del bolognese Iacomo della Lana, preferito per ragioni linguistiche («Iacobus Lanaeus materna eadem et Bononiensi lingua superare est visus»). Il modello trecentesco è però profondamente rivisto con interventi «spessi e notevoli» (Dionisotti, 1965, p. 370), che comprendono l’interpolazione di nuove chiose, giudizi sferzanti su personaggi ed eventi quattrocenteschi, e di moltissime citazioni dalla Bibbia e da auctores classici, ma anche da altri commentatori danteschi (Pietro Alighieri e Guido da Pisa). Il risultato è un prodotto nuovo, con cui si confrontarono esegeti successivi come Cristoforo Landino e Alessandro Vellutello.
Tra la fine di aprile e l’inizio del maggio 1479 in rappresentanza del Monferrato partecipò alle trattative di pace tra le potenze italiane, in guerra per la crisi innescata dalla congiura dei Pazzi (26 aprile 1478), iniziate a Roma e poi concluse a Napoli il 13 marzo 1480.
Al soggiorno romano risale una lunga e inedita Oratio pro pace italica et expeditione in Turcos (Città del Vaticano, Bibl. Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 3696), pronunciata di fronte a Sisto IV, al collegio cardinalizio e agli ambasciatori delle altre potenze italiane e straniere per chiedere una tregua fra gli Stati italiani e una lega generale contro i Turchi. Fu certamente pronunciata prima della presa di Otranto (28 luglio 1480), perché un attacco turco dall’Albania alle coste dell’Italia meridionale è presentato ancora come terribile eventualità.
Ormai all’apice della sua carriera, abbandonò il Monferrato per passare sotto il diretto servizio dei signori di Milano: il 7 febbraio 1482 fu nominato membro del Consiglio Segreto, il 1° gennaio 1483 luogotenente sforzesco di Parma. Tuttavia l’incarico nella città emiliana, scossa da violente lotte tra fazioni, si rivelò arduo e superiore alle sue forze.
Il 31 luglio 1483, sette mesi dopo il suo arrivo, durante un tumulto di piazza fu assalito e ucciso insieme al figlio Ciro.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Sforzesco, 465-471, 844, 1066, 1066 bis; Famiglie, 129; Comuni, 85; Notarile, Not. Comi Filippo q. Luigi, filza 2286; Arch. di Stato di Torino, Paesi, Monferrato,Ducato del Monferrato, prima addizione, 2; Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Novarese, Paesi per A e B, 13; Acta in Consilio Secreto in castello Porte Jovis Mediolani, a cura di A.R. Natale, I-III, Milano 1963-69, ad ind.; Carteggio degli oratori mantovani alla corte sforzesca (1450-1500), VIII (1468-1471), a cura di M.N. Covini, Roma 2000 e vol. XII (1480-82), a cura di G. Battioni, Roma 2002, ad ind.; C. Landino, Comento sopra la Comedia, a cura di P. Procaccioli, I-IV, Roma 2001, pp. 221, 1002. Si vedano inoltre: A. Pezzana, Storia della città di Parma, IV, Parma 1852 [rist. anast. Bologna 1971], pp. 341 s., 354 s.; M. Barbi, Dante nel Cinquecento, in Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, VII (1890), pp. 147 s.; Id., Recensione a B. Carmine Gioia, in Bullettino della società dantesca italiana, n.s., I (1893), 1, pp. 17-19; C. Dionisotti, Dante nel Quattrocento, in Atti del Congresso internazionale di Studi Danteschi (20-27 aprile 1965), a cura della Società Dantesca Italiana, I, Firenze 1965, pp. 333-378; G. Resta, N., M.P. (Nibbia), in Enc. dantesca, IV, Roma 1970, p. 44; A. Ganda, L’edizione nidobeatina della «Commedia», in Bibliologia e critica dantesca: saggi dedicati a Enzo Esposito, a cura di V. De Gregorio, II, Ravenna 1997, pp. 271-297; L.C. Rossi, Per il commento di M.P. N. alla «Commedia», in Filologia umanistica per Gianvito Resta, a cura di V. Fera - G. Ferraù, III, Padova 1997, pp. 1677-1716; S. Bellomo, Dizionario dei commentatori danteschi, Firenze 2004, pp. 299; S. Invernizzi, Per una biografia di M.P. N. commentatore dantesco, in ACME, LXI (2008), 3, pp. 109-136; Id., Il commento di M.P. N. alla «Commedia». 1. L’«Inferno», in Rivista di studi danteschi, VIII (2008), 1, pp. 168-192; Id., Un lettore quattrocentesco della «Commedia»: M.P. N. e il commento al primo canto dell’«Inferno», in Novella fronda. Studi danteschi, a cura di F. Spera, Napoli 2008, pp. 237-261; B. Del Bo, Uomini e strutture di uno stato feudale. Il marchesato di Monferrato (1418-1483), Milano 2009, pp. 318-322 e ad ind.; M. Gentile, Fazioni al governo. Politica e società a Parma nel Quattrocento, Roma 2009, pp. 174-176.