Vedi Nicaragua dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
A fronte di una situazione interna difficile caratterizzata da una dilagante povertà, appesantita dall’ancor viva eredità della guerra civile e martoriata dalle frequenti calamità naturali, il Nicaragua si distingue per un vivace dinamismo politico ed economico nello scacchiere geopolitico della regione latinoamericana.
Nel gennaio 2007 Daniel José Ortega Saavedra, leader del Frente sandinista de liberación nacional (Fsln), è stato rieletto presidente del paese, dopo essere stato all’opposizione per più di quindici anni. Ortega ha stretto solidi legami con Hugo Chávez, presidente del Venezuela; nell’ottica di un avvicinamento alla sfera d’influenza venezuelana, infatti, Ortega ha promosso l’adesione del Nicaragua all’Alleanza bolivariana per le Americhe (Alianza bolivariana para los pueblos de nuestra América, Alba), progetto politico ed economico cui partecipano Bolivia, Cuba, Honduras, Venezuela e altre repubbliche caraibiche e centro-sud americane. Nelle intenzioni di Chávez, perno del progetto bolivariano, l’Alleanza intende creare un blocco regionale solidale e integrato, basato su sviluppo sostenibile e giustizia sociale, e capace di opporsi alle logiche neoliberiste occidentali. Chávez ha negoziato una serie di trattati bilaterali con tutti i paesi membri dell’Alba: gli accordi con il Nicaragua prevedono lo stanziamento di aiuti economici destinati alla costruzione di una raffineria, la fornitura di nuovi impianti di energia elettrica e l’apertura di una banca di sviluppo sociale. Inoltre, dal 2007, il Venezuela invia circa 400 milioni di dollari di donazioni annue al Nicaragua (su 900 milioni totali ricevuti), è il secondo partner commerciale del paese ed è presente sul territorio tramite Albanisa, una compagnia privata che opera nel settore petrolifero, per metà venezuelana e per metà nicaraguese.
Allo stesso tempo, Ortega ha mantenuto legami con paesi politicamente distanti dal progetto Alba, come gli Stati Uniti. Dal 2006, infatti, il Nicaragua partecipa all’Accordo di libero scambio tra Repubblica Domenicana, America centrale e Stati Uniti (Dr-Cafta). Questi ultimi rimangono il principale investitore, detengono l’indiscusso primato commerciale per l’import e l’export e ospitano gran parte degli emigranti nicaraguesi, che costituiscono la fonte più importante delle rimesse dall’estero. Inoltre, nel 2010 i rappresentanti dell’America centrale (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panamá) e l’Unione Europea, tradizionale donatore per il Nicaragua, hanno concluso il negoziato, avviato nel 2007, per un accordo di associazione che comprende norme di liberalizzazione commerciale.
Il Nicaragua è da lungo tempo coinvolto in una controversia territoriale con il Costa Rica, attualmente pendente presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite. I due paesi, infatti, rivendicano la sovranità sui medesimi territori lungo il fiume San Juan.
L’economia del Nicaragua è molto legata al settore primario, che rappresenta il 19% del pil e impiega circa il 40% della popolazione. Tradizionali prodotti di esportazione sono caffè e zucchero ma, grazie ad un’efficace politica di diversificazione, il paese esporta anche altri prodotti, tra i quali formaggi, fagioli e frutta. Il settore industriale è in espansione, mentre i servizi contano per il 51% del pil. Nel 2007 il paese ha aderito al Poverty Reduction and Growth Facility del Fondo monetario internazionale e, di conseguenza, ha attuato alcune riforme economiche.