NICARAGUA (XXIV, p. 749; App. I, p. 898)
Popolazione (p. 751). - I dipartimenti amministrativi, da 15 che erano, sono diventati 17; i due dipartimenti di nuova costituzione si chiamano dal nome dei capoluoghi: Boaco e Somoto. Le due città sono poste sull'altopiano centrale, la prima presso le sorgenti del fiume Coco, l'altra a nord del lago di Nicaragua. Le fonti locali (Ministerio de la gubernación) stimano ora la superficie della repubblica a 118.453 kmq. (senza le aree lacustri che sono circa 9.000 kmq.). Le stesse fonti affermano che la popolazione complessiva equivaleva nel 1940 a 1.381.146 ab. (dens. 11,6), con un aumento medio annuo rispetto al censimento 1932 circa del 10%. In base ad altre fonti (bollettino mensile Nazioni Unite), la popolazione era di 983.000 ab. nel 1940, e di 1.122.000 ab. circa nel 1945 (dens. circa 9,1). La metà della popolazione è data da Meticci, 1/3 circa da Amerindi, il resto da Negri (9%) e da Creoli (7%).
La capitale Managua aveva, nel 1940, 62.342 ab., più che duplicati nel 1946 (137.014 ab.), segnando quindi un notevole incremento dopo il terremoto del marzo 1931; rispetto al censimento 1932 la sua popolazione è aumentata circa quattro volte. Egualmente forte l'incremento delle altre città: nel 1946 la popolazione era a León di 50.290 ab., a Jinotega di 38.835, a Granada di 37.959, a Masaya di 36.282, a Chinandega di 24.927.
Condizioni economiche (p. 752). - Le colture del caffè, del cacao, dello zucchero restano quelle più importanti. Il caffè si coltiva su 50.000 ha. circa, con una produzione annua equivalente a 300.000 q., di cui nel periodo 1936-46 in media 2/5 sono stati esportati. La produzione del cacao rimane a una media di 110-120.000 q. annui, come pure quella dello zucchero a 130-150.000 q. Viceversa il banano ha avuto in questo periodo una riduzione areale notevole determinata da malattie (Sigatoka e Panamá) che ne hanno devastato molte piantagioni. Le sue esportazioni che erano di 680.000 q. nel 1932, di 540.000 q. nel 1934, di 390.000 q. nel 1936, sono poi regolarmente diminuite negli anni più vicini a noi, fino a scendere a zero nel 1944. Nei due anni 1945-46 l'esportazione ha ripreso, anche se con quote trascurabili (24-25.000 q.). La coltura ha avuto un nuovo sviluppo in varî punti del bassopiano atlantico, richiamandovi mano d'opera negra dalla Giamaica.
Commercio (p. 753). - Gli scambî commerciali che avevano avuto una forte depressione negli anni 1932-34, si sono poi rianimati e durante la seconda Guerra mondiale hanno superato ogni precedente quota. Prevalgono le esportazioni, che nel periodo 1941-46 sono state in media di 18,5 milioni di córdobas oro. Per lo stesso periodo il valore delle merci importate è stato di 13,5 milioni.
Finanze (XXIV, p. 753; App. I, p. 898). - Si riportano qui di seguito le cifre dei bilanci (esercizî dal 1° luglio al 30 giugno):
Al 30 giugno 1947 il debito pubblico interno ammontava a 16,7 milioni e quello estero a 19,9 milioni. Nel 1939 il córdoba è siato ancorato al dollaro sulla base di 5 córdobas per dollaro; in corrispondenza, è stata comunicata al Fondo monetario internazionale la parità aurea ufficiale del córdoba di gr. 0,177734 di fino; il cambio libero era a fine novembre 1948 di 6,13 córdobas per dollaro. La situazione valutaria del paese, migliorata durante la guerra, si è mantenuta soddisfacente negli anni del dopoguerra. Alla fine del mese di ottobre 1948 le riserve auree ed equiparate della Banca nazionale ammontavano complessivamente a 25 milioni di córdobas, dopo aver raggiunto un massimo di 56 milioni nel precedente mese di maggio.
Nel 1939 la Banca nazionale è passata in completa proprietà dello stato. Al 31 luglio 1948 la circolazione ammontava a 49,1 milioni di córdobas (contro 12 milioni di cordobas a fine dicembre 1939) e i depositi bancari a vista ammontavano a 33,9 milioni.
Storia (p. 754) - L'emissione di un francobollo (1937) con una carta geografica in cui i confini erano tracciati secondo l'interpretazione del Nicaragua, provocò le proteste dell'Honduras: i due paesi accettarono la mediazione offerta da Costa Rica, Stati Uniti e Venezuela; ma la disputa si trascinò a lungo. Un'invasione di cavallette durata per parecchi mesi, quindi il ribasso dei prezzi mondiali del caffè, provocarono una crisi economica che, grazie anche ai trattati di commercio conclusi nel 1938 e 1939 con Francia, Gran Bretagna e Italia, accennava appena a migliorare allo scoppio della seconda Guerra mondiale. Nello stesso 1939 fu rieletto per 8 anni il presidente Anastasio Somoza che, in una visita agli Stati Uniti, nel maggio, riprese le trattative per l'apertura di un canale tra i due Oceani e le avviò con il Salvador per la regolarizzazione del fiume San Juan, frontiera fra i due paesi. Venne altresì definita con gli Stati Uniti la questione dei debiti (1938); si nazionalizzarono le ferrovie.
La guerra impose di prendere misure per alleviare la situazione economica, fattasi ancor più grave. Il Nicaragua cooperò pienamente con gli Stati Uniti nella politica di difesa del continente; nel settembre 1941 ruppe le relazioni con la Germania, in dicembre dichiarò guerra a Germania, Giappone e Italia. Ma l'entrata in guerra degli Stati Uniti impose di accelerare i lavori della strada panamericana e d'iniziare quelli per una strada dall'Atlantico al Pacifico, in attesa del canale. Così si alleviava la disoccupazione; mentre gli acquisti nordamericani anche di prodotti alimentari, e gli aiuti per incrementare la produzione della gomma e di fibre tessili e per migliorare le condizioni sanitarie (lotta antimalarica, ecc.), creavano un certo benessere. Ma nel 1944 le condizioni meteorologiche avverse obbligarono a sospendere l'esportazione delle derrate alimentari: e intanto si modificava la costituzione per introdurvi la Carta atlantica e permettere la seconda rielezione del Somoza; si ebbero però agitazioni politiche. Si permise l'immigrazione di Cinesi, si stabilirono relazioni con l'URSS; e si cominciò a studiare la ricostituzione della Federazione centro-americana, nonché una legislazione del lavoro; il Partito liberale si pronunciò in favore del suffragio femminile e della libertà di stampa, nonché della rielezione del presidente. Il nuovo codice del lavoro entrò in vigore nel luglio 1945. Nell'estate, una legge obbligò i nuovi immigrati a stabilirsi in zone rurali; intanto il Somoza annunciò elezioni libere per l'agosto 1946, e nel novembre ristabilì le garanzie costituzionali sospese durante la guerra. Con il 1946 cominciò un periodo agitato: nel giugno, dopo dimostrazioni contro il governo, sedate con energia dalla polizia, s'ebbe uno sciopero generale; nel settembre furono prorogati fino al 30 aprile 1947 i poteri straordinarî concessi al governo nel 1939. Intanto il Partito nazionalliberale, per consiglio del Somoza (che non volle ripresentarsi), designò a candidato L. Argüello, fronteggiato da una coalizione di conservatori (diretti dall'ex-presidente E. Chamorro ritornato dopo 10 anni di esilio) e liberali indipendenti: i due partiti scelsero E. Aguado, ch'ebbe l'appoggio anche dei socialisti e di altri gruppi. Dopo le elezioni del 2 febbraio 1947, il 23 il Somoza proclamò eletto l'Argüello, che entrò in carica il 10 maggio, ma il 25 fu deposto da un colpo di stato militare, promosso dallo stesso presidente. Di fronte all'atteggiamento negativo degli Stati Uniti (seguiti da Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Salvador) si tennero nuove elezioni e il 15 agosto 1947 riuscì eletto presidente V. Román y Reyes, già ministro per gli Esteri del Somoza.