Vedi Nicaragua dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Nonostante una situazione interna caratterizzata da una dilagante povertà, appesantita dalla viva eredità della guerra civile e martoriata dalle frequenti calamità naturali, il Nicaragua si distingue nello scacchiere geopolitico della regione latinoamericana per il suo dinamismo politico ed economico.
Fin dall’inizio del suo secondo mandato consecutivo (2011), il presidente Daniel Ortega, leader del Frente Sandinista de Liberación Nacional (Fsln), nel quadro di un avvicinamento al Venezuela, ha stretto forti legami con Caracas e ha promosso l’adesione del Nicaragua all’Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (Alba), progetto politico ed economico al quale partecipano Bolivia, Cuba, Honduras, Venezuela e altre repubbliche caraibiche centro e sud americane. Il Venezuela, maggior finanziatore dell’Alba, ha negoziato una serie di trattati bilaterali con tutti i paesi membri dell’organizzazione. Gli accordi con il Nicaragua prevedono lo stanziamento di aiuti economici destinati alla costruzione di una raffineria, la fornitura di nuovi impianti di energia elettrica e l’apertura di una banca di sviluppo sociale. Caracas invia aiuti significativi anche se tale generosità potrebbe essere rivista qualora il Venezuela, già alle prese con le sfide della fase post Hugo Chávez e con una pesante crisi economica, decidesse di abdicare dalla sua leadership politica regionale.
Parallelamente, Ortega ha mantenuto legami con paesi politicamente distanti dal progetto ‘Alba’, come gli Usa. Dal 2006 il Nicaragua partecipa all’Accordo di libero scambio tra Repubblica Dominicana, America centrale e Usa (Dr-Cafta). Questi ultimi rimangono il principale investitore, detengono il primato commerciale per l’import e l’export e ospitano gran parte degli emigranti nicaraguesi, che costituiscono la fonte più importante delle rimesse dall’estero. Inoltre, Honduras, Nicaragua, Panama e Unione Europea, hanno firmato, nel 2012, un accordo di associazione in materia di libero commercio internazionale.
Il Nicaragua è coinvolto in controversie territoriali con il Costa Rica: i due paesi rivendicano la sovranità, i diritti di navigazione e di sfruttamento del fiume San Juan, dal quale potrebbe passare il tracciato del futuristico progetto del Canale di Nicaragua finanziato con fondi cinesi. Questa vertenza e quella sulla disputa dell’Isola di Calero sono ancora pendenti presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite.
L’economia, che nel 2015 è cresciuta del 4%, è molto legata al settore primario, che rappresenta il 20,5% del pil. Tradizionali prodotti di esportazione sono caffè e zucchero ma, come effetto di una politica di erosione dei salari a favore della competitività, cresce l’export del tessile. Il settore industriale è in espansione, mentre i servizi contano per circa la metà del pil. Nel 2002 il paese ha aderito al Poverty Reduction and Growth Facility dell’Imf, impegnandosi a implementare importanti riforme. Tuttavia, la loro lenta attuazione e la crescita della spesa pubblica potrebbero mettere a rischio un nuovo prestito da parte dell’organizzazione di Washington. In vista delle elezioni presidenziali 2016, gli Usa potrebbero fare pressione sugli organismi multilaterali per chiedere un’ulteriore riduzione di fondi, soprattutto se si confermasse l’inerzia nel realizzare le riforme del fisco e della pubblica amministrazione.