ARMATI, Niccolò
Originario di famiglia anagnina, "Nicolaus Armatus canonicus Rothomagen." fu eletto da Bonifacio VIII, con speciale riserva, alla sede vescovile di Todi il 24 apr. 1296 (Arch. Segr. Vaticano, Reg. Vat.48 f. 35), venti giorni dopo la morte del predecessore che portava lo stesso nome.
Al nuovo vescovo fu affidata subito, come al predecessore, la raccolta della decima triennale per il Regno di Sicilia, nel ducato spoletino, nelle diocesi di Perugia, Città di Castello, ecc. La decima della sede di Todi fu versata invece dall'A. ad Angelo, vescovo di Nepi. Nell'estate del 1297 l'A. ospitò in Todi Bonifacio VIII, proveniente da Orvieto, e ne ottenne larghi favori per la prima solenne ricognizione e traslazione dei corpi dei santi Fortunato, Callisto e Cassiano nel nuovo grande tempio di S. Fortunato, iniziato dai francescani nel 1292 ad opera del card. Matteo d'Acquasparta. Nel 1301 fu accordata anche una indulgenza di cinque anni per la nuova solenne traslazione, del 19 agosto, dei corpi delle sante Degna e Romana. Incarichi assai delicati l'A. assolse nel gennaio 1298, quando, per ordine di Bonifacio VIII, assegnò all'orvietano Nerio di Zaccaria i beni confiscati al ribelle card. Pietro Colonna e, nell'aprile dello stesso anno, alla chiesa cattedrale di Terni i beni confiscati ad alcuni abitanti di Arrone fautori dei Colonnesi. L'attività del vescovo A. appare in effetti strettamente collegata all'azione religiosa e politica di Bonifacio VIII che, preoccupato di togliere il Comune di Todi alla dipendenza dal rettore del Patrimonio, ne assunse personalmente il governo come podestà, favorendone lo sviluppo economico e culturale. Fu, ad esempio, con l'opera congiunta del papa e del vescovo che si ristabilì la pace tra Todi e Orvieto per la controversia del castello dei Montemarte.
Fervida fu in ogni momento l'attività episcopale dell'Armati. Nel 1297egli concedeva ai membri dell'Ordine della penitenza di Todi numerose indulgenze. Nel mese di maggio del 1298 era a Roma, donde, insieme con altri vescovi e arcivescovi italiani, elargiva il giorno 15 un'indulgenza di quaranta giorni per i visitatori della chiesa di S. Francesco in Ascoli Piceno. Nel 1305 promosse il sorgere di una nuova costruzione benedettina in località Camaiano, a breve distanza da Todi; nel 1313esentò l'Ospedale della Carità dalla giurisdizione vescovile. Tre anni appresso concesse agli agostiniani la chiesa di S. Prassede e nel 1317compì la prima traslazione del corpo di s. Filippo Benizzi, collocandolo nella chiesa di S. Marco.
Notevole fu anche il suo intervento nella vita politica e civile della sua città. Riacutizzatisi, dopo la morte di Bonifacio VIII, gli odi di parte fin'allora, temporaneamente, sopiti, l'A. si trovò a dover fronteggiare una difficile situazione fatta di guerre civili, di stragi feroci, di effimere tregue. Nel 1311 egli si recò fino ad Avignone, come nunzio speciale degli Spoletini, insieme con un Iacopo, rappresentante di Todi, per implorare aiuto contro i Perugini che devastavano i territori delle due città. Nel 1318 riuscì a comporre una controversia sorta fra il Comune di Todi e alcuni cittadini a proposito della chiesa di S. Pietro di "Roiano" dei canonici regolari lateranensi della diocesi di Todi. Allorché alla carica di rettore del Patrimonio fu eletto Guido, vescovo di Orvieto, e Todi si trovò di nuovo sottoposta al suo governo, l'A., fra il 1320 e il 1322,elevò numerose energiche proteste contro questo nuovo ordine di cose, che ledeva l'autonomia del suo operato.
Morì prima del 22 nov. 1325, data dell'elezione del giovanissimo successore, Ranuccio degli Atti.
Fonti e Bibl.: Regestum Clementis papae V....VI, Romae 1887,nn. 7514-7516;Jean XXII, Lettres communes, II, a cura di G. Mollat e G. De Lesquen, Paris 1905, n. 5761; Les registres de Boniface VIII, I, a cura di A. Thomas, G. Digard, M. Faucon, Paris 1907, nn. 410, 1270, 2105; III, a cura di G. Digard, 1921, nn. 4189, 4247; B. Trifone, Documenti Tudertini, in Bollett. d. deputaz. di storia patria per l'Umbria, XVI (1910), pp. 427 ss.; F. M. Delorme, Documents sur Cuti, Montesanto, S. Francesco et S. Fortunato da Todi,in Miscellanea Francescana, XL (1940), pp. 231-244; Rationes decimarum Italiae nei sec. XIII e XIV, Umbria,a cura di P. Sella, Città del Vaticano 1952, nn. 10016, 10151, 10219, 10435; Taxae pro communibus servitiis, a cura di H. Hoberg, Città dei Vaticano 1959, p.125; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I,Venetiis 1717, col. 1353; A. F. Mattei, Sardinia sacra,Romae 1758, p. 290; I. Mittarelli, Annales Camaldulenses, V, Venetiis 1760, pp. 222, 315; G. Cappelletti, Le chiese d'Italia, V,Venezia 1846, pp. 230-232; P. B. Gams, Series episcoporum,Ratisbonae 1879, p. 735 (confonde l'A. con il predecessore Niccolò); L. Leoni, Cronaca dei vescovi di Todi,Todi 1889, p. 69; G. Ceci, Todi nel medio evo,Todi 1897, p. 239; C. Eubel, Hierarchia catholica medii aevi,I, Monasterii 1913, p. 502 (pone erroneamente l'elezione dell'A. nel mese di agosto in luogo dell'aprile); Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,IV, col. 279.