BARBARIGO, Niccolò
Quasi nulla si conosce dei suoi primi anni: era della contrada di S. Margherita di Venezia e nacque verso il 1385, dopo la morte del padre, ricevendone in eredità il nome e anche (annota il biografo) il valore e la gloria. Fu mercante, politico, ma soprattutto uomo d'arme. Nel 1411 è podestà di Serravalle (e non di Feltre), proprio quando Pippo Spano, condottiero per conto di Sigismondo d'Ungheria, sviluppava la sua azione militare contro Venezia riportando notevoli successi: gli abitanti di Feltre e di Belluno gli aprirono le porte ottenendo in cambio privilegi e favori. Il B. difese la sua zona con accanimento, ma alla fine fu preso prigioniero. Per sua fortuna la Signoria lo liberò subito dopo, pagando un forte riscatto. Rispedito immediatamente sul teatro di guerra al comando di tre galere, venti ganzaroli e cinquanta barche, partecipò alla furiosa battaglia che si accese presso Motta di Livenza: inizialmente le cose volgevano al peggio per i Veneziani, ma poi, per il coraggio di Pietro Loredan e di Pandolfo Malatesta, e con lo stesso appoggio del B., gli Ungheresi furono messi in fuga. Qualche mese dopo il B. fu nominato provveditore in quella zona, con accanto i capitani Ruggero di Perugia e il Grasso Veneziano. Alla fine del novembre 1412 sferrò una violenta offensiva contro le forze di Sigismondo: riuscì a conquistare la fortezza di Castelnovo di Quero, indi si portò nel territorio feltrino e bellunese predando e saccheggiando (la vendetta di Venezia contro quelle terre colpevoli di averla tradita consegnandosi al nemico!). Il tentativo di espugnare Feltre e Belluno andò fallito, anzi, gli abitanti di queste città, aiutati da Brunoro della Scala e da Marsilio da Carrara al comando degli Ungheresi, costrinsero le forze del B. alla ritirata. Ormai la guerra volgeva alla fine; Sigismondo decise il richiamo delle truppe in patria, e mentre queste passavano sotto Castelnovo, il B. le sorprese con un nutrito fuoco di artiglieria, causando gravissime perdite. Fu l'ultima impresa militare del B.: le cronache di guerre successive non lasciano emergere il suo nome.
Ebbe invece incarichi in Venezia e nel Mediterraneo: fu capitano di galere in Alessandria (nel 1410 e nel 1417) e a Beirut (nel 1414). Nel 1412, forse per la buona riuscita della guerra contro Sigismondo, fu eletto consigliere della città. Nel 1422, afferma il Priuli sulla scorta del Sanuto, il B. sarebbe stato incaricato di dirigere i lavori per la costruzione in Palazzo ducale della nuova sala per le adunanze del Maggior Consiglio, ma da fonti sicure si ricava che questa fu inaugurata il 30 luglio 1419. Niente altro si sa di questo personaggio. Resta molto dubbio se il Niccolò Barbarigo che compare in un documento del 10 luglio 1449 con il titolo di conte di Pago in Dalmazia sia il nostro o non piuttosto un omonimo.
Fonti e Bibl.: Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 3781, G.Priuli, Pretiosi frutti..., I, f. 27; I libri commemoriali della Repubblica Veneto, a cura di S. Predelli, V, Venezia 1901, I XV, n. 95; Monumenti Per servire alla storia del palazzo ducale di Venezia, a cura di G. Lorenzi, Venezia 1868, p. 57; F. Thiriet, Règestes des délibérations du sénat de Venise concernant la Romanie, Il, 1400-1430, Paris 1959, doc. 1375; A. Cambruzzi, Storia di Feltre, II, Feltre 1873, pp. 68-71; S. Romanin, Storia documentata di Venezia, IV, Venezia 1913, p. 61.