BARBARO, Niccolò
Figlio di Marco, nato presumibilmente a Venezia all'inizio del sec. XV, si trovava nel 1451-1453 a Costantinopoli in qualità di medico delle galere venete. Fu perciò testimone dell'assedio posto alla città da Maometto II alla fine del 1452 e di tutte le vicende della guerra che portò alla conquista della città da parte dei Turchi il 29 mag. 1453. Di lui rimane un'ampia e circostanziata relazione dell'assedio, che costituisce una delle fonti più preziose per la conoscenza del contributo degli Italiani, e in particolare dei Veneziani, alla difesa della città.
La relazione del B. si presenta in forma di diario scritto giorno per giorno dal 2 marzo 1451 (nel testo 1450, secondo lo stile veneto adottato dall'autore) al 29 maggio 1453, ma fu evidentemente rielaborata in un secondo tempo sulla base di appunti presi durante lo svolgersi dei fatti, come dimostra per esempio il prologo dell'opera: "Ritrovandome a esser personalmente in questa disfortunada zittade di Costantinopoli, home deliberato a metter in scrittura tutte le cose che siegue, per il combatter che fanno Machinet bej fio che fo de Morato turco, per il qual combatter have la zittade ditta Costantinopoli, e azò se possa ben intendere particulamente a che modo la fo prexa, dirò prima dove prozesse la vera del turco a Griexi, e poi ordenadamente intenderete tutte le battaje fatte a zorno a zorno, come per avanti intenderete, dal principio fino al finimento del aspra e passionevole presa soa * (ed. Cornet, p. 1).
Le parti più interessanti del diario del B. sono quelle relative all'attività svolta dai Veneziani residenti in Costantinopoli per la difesa della città; a questo proposito egli inserisce nella sua opera il verbale della deliberazione presa il 14 dic. 1452 dal consiglio dei Veneziani, radunato nella chiesa di S. Marco, con la quale fu deciso di dare ogni appoggio all'imperatore bizantino e di trattenere a questo fine le galere venete nel porto della città (Giornale, pp.6 s.); dà un elenco minuzioso dei 68 "nobeli" veneziani o che se truova a le prexente bataje" (pp. 16-18) e, alla fine dell'opera, precisa quali di essi "fo morti in la bataja da Turchi", quali riuscirono a salvarsi fuggendo da Costantinopoli e quali furono invece fatti prigionieri (pp. 59-61); infine descrive minuziosamente tutti i fatti d'arme cui parteciparono i Veneziarii, e in particolare la battaglia navale del 20 apr. 1453 (pp. 23-26), la sfortunata impresa di Giacomo Coco contro la flotta turca entrata nel Corno d'Oro (28 apr. 1453, pp. 29-33) e infine l'ultimo assalto alle mura di Costantinopoli e la presa della città (pp. 51-65).
Preciso e sicuro nell'informazione, il giornale del B. mostra, a dire del Vast (p. 3), la "sagacité du diplommte jointe au bon sens pratique du commerçant"; esso appare caratterizzato da una evidente animosità contro i Genovesi "nemigi de la fede de Cristo" (p. 33), accusati ad ogni passo di aver sabotato l'opera di difesa della piazza, e dall'ingenuo riferimento alle profezie e ai segni miracolosi che avevano rivelato la triste sorte della città (pp. 46, 51s.).
Il 29 mag. 1453, mentre i Turchi entravano nella città, il B., rifugiatosi sulle galere venete, si recò a Pera, ove, insieme con Alvise Diedo, capitano del porto, e Bartolo Furian, ammiraglio delle galere, chiese asilo per i Veneziani; non avendolo ottenuto (e il B. annota: "Zenovexi si ne fexe questo, per dar le nostra galie con el nostro aver in le man del turcho", p. 58), riuscì con gli altri a risalire sulle navi e a fuggire, senza incontrare resistenza da parte della flotta turca, i cui marinai erano scesi a terra per partecipare al saccheggio.
Il giornale del B. è conservato nel cod. Ital. SUPPl. VII, 746, della Biblioteca Marciana di Venezia; è autografo e presenta note marginali e aggiunte del genealogista Marco Barbaro. Fu edito per la prima volta nel 1856 da E. Cornet: Giornale dell'assedio di Costantinopoli. 1453. di Niccolò Barbaro p. v.,Vienna 1856; venne parzialmente tradotto in latino nella Patrologia graeca del Migne: N. B. Patricii Veneti Ephemerides de Constantinopoli anno 1453 obsessa atque expugnata, CLVIII, coll. 1067-1078.
Bibl.: A. Sagredo, Sul giornale dell'assedio di Costantinopoli. 1453. di N. B., Venezia 1856; H. Vasi, Le siège et la prise de Constantinople par les Turcs d'après des documents nouveaux, in Revue historique, XIII (maggio-agosto 1880), pp. 2 S.; K. Krumbacher, Geschichte der byzantinische Literatur, München 1897, p. 312; E. Pears, The Destruction of the Greak Empire and the Story of the capture of Constantinople by the Turks, London 1903, pp. IX s.; G. Schlumberger, Le siège, la pri. se et le sac de Constantinople par les Turcs en 1453, Paris 1914, passim; A. A.Vasiliev, Histoire de l'Empire byzantin, Paris 1932, pp. 338 s., 342 S.; G. Ostrogorsky, Geschichte des byzantinischen Staates, München 1952, p. 374.