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BERRETTONI, Niccolò

di Anna Maria Damigella - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BERRETTONI, Niccolò

Anna Maria Damigella

Nacque a Macerata Feltria il 14 dic. 1637. Fanciullo, frequentò a Pesaro la scuola di S. Cantarini; alla morte del maestro, si trasferì a Roma, nello studio di C. Maratti.

Intorno al 1670, nel momento in cui il marattismo trovava a Roma la massima diffusione, il B. raggiunse una certa fama (nel 1675 fu eletto accademico di S. Luca) e ottenne, con la protezione del Maratti, importanti incarichi. Negli ultimi anni della sua breve vita i rapporti col maestro dovettero alterarsi, se, come narra il Pascoli, quando, nel 1680, fu sul punto di avere la commissione dell'affresco del soffitto della navata di S. Silvestro in Capite, il Maratti, temendo di venire superato in fama dall'allievo, fece ìn modo, con una oscura manovra, che l'incarico fosse trasferito all'anziano G. Brandi. Il B. fu tanto amareggiato dalla vicenda da ammalarsi e morire nel febbraio 1682.

Il gruppo di opere a lui ascritto è molto discusso: alcuni dei dipinti citati dal Pascoli, ed eseguiti per nobili committenti, come anche la Fuga in Egitto ricordata in una stima del 1724 (Bertolotti, 1885),sono dispersi. Gli affreschi di palazzo Altieri (1675),lasua opera più lodata, confusi prima con la pittura del soffitto della prima anticamera, che in realtà spetta a D. M. Canuti (E. Feinblatt, The roman work of D. M. Canuti, in The Art Quarterly, XV [1952], pp. 45 s.), soltanto nel 1961 sono stati identificati dal Clark con quelli della attuale Sala rossa. La decorazione comprende l'ovale del soffitto con una allegoria dell'amore passionale (Venere che regge la torcia, Cupido, Amorini e le tre Grazie) e le due lunette laterali con il Colloquio di Amore e Psiche (o Venere e Cupido) e una Allegoria della Primavera. Dal 1679 al 1682 fu impegnato nella decorazione della cappella di S. Anna (la terza a destra) in S. Maria in Montesanto: l'ovale della volta con l'Eterno in gloria tra le nuvole circondato da angeli, i pennacchi con puttini, le due lunette laterali con l'Incontro di Annae Gioacchino e l'Apparizione dell'Angelo a Gioacchino; il bel quadro sopra l'altare, oggi molto scurito, che rappresenta la Madonna col Bambino e s. Anna (di questi dipinti furono incise dieci stampe, compreso il titolo, da G. G. Trezza). Al Clark si deve anchel'identificazione della parte di affreschi spettante al B. nella villa Falconieri, di Frascati: due lunette, di cui una con i ritratti dei membri della famiglia Falconieri, stilisticamente affini alle figure della volta di S. Maria in Montesanto e delle lunette di palazzo Altieri. Al B. viene ascritto l'affresco con la Madonna col Bambino, oggi travisato dal restauro ottocentesco di P. Palmaroli, della parete esterna dell'abside di S. Maria della Consolazione, commesso dai dirigenti dell'ospedale adiacente in ringraziamento per la cessazione della peste. Gli affreschi della volta della terza cappella in S. Maria del Suffragio, da lui iniziati, alla sua morte furono affidati dal Maratti a G. Chiari. Opere del B. si trovano a Pesaro, dove ogni anno egli soleva inviare al suo mecenate, il Muccioli, un quadro in dono. Nella Sala delle adunanze del seminario diocesano si conserva un dipinto proveniente dall'oratorio della Confraternita di S. Antonio (distrutto nel 1944), che raffigura L'Angelo che mostra a s. Antonio la via per andare a trovare s. Paolo primo eremita. In palazzo Oliva (già casa Cattani) e nel Casino della villa Cattani Paolucci a Trebbiantico (fraz. di Pesaro) esistono tuttora affreschi del Berrettoni. Tra gli altri suoi numerosi dipinti vanno ricordati: lo Sposalizio di Maria sull'altare maggiore di S. Lorenzo in Piscibus a Roma, l'Adorazione dei Pastori e il Battesimo di Cristo della Galleria di Drescla, la Madonna col Bambino e s. Giovanni del Museo di Ascoli Piceno. Del B. restano alcuni disegni: un Ercole al bivio (disegno ad inchiostro, Istituto d'arte di Chicago), studio per un affresco perduto della villa Falconieri, un disegno raffigurante Venere (The Bowdoin Coll. Mus. of Fine Arts, Brunswick, Maine) in base al quale il Clark ha identificato gli affreschi di pal. Altieri. Il B. è considerato il più dotato e originale del gruppo di allievi del Maratti del decennio 1670-80 e va apprezzato per l'interpretazione in chiave di grazia e dignità dello stile dei maestro, per l'abilità nel comporre le scene, atteggiare le figure e adattare le decorazioni alle strutture architettoniche.

Fonti e Bibl.: Pesaro, Bibl. Oliveriana, ms. Oliveriano 936, A. Antaldi, Notizie… [princ. sec. XIX], cc. 13 v-14 r; L. Pascoli, Vite dei Pittori…, I, Roma 1730, pp. 185-190; A. Becci, Catalogo delle Pitture che si conservano nelle chiese di Pesaro, Pesaro 1783, p. 72; B. Orsini, Guida di Perugia, Perugia 1784, p. 196; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Firenze 1822, II, p. 227; M. Missirini, Mem. della romana Accademia di S. Luca, Roma 1823, p. 462; A. Belli, Dipintura nell'esterno della tribuna di S. Maria della Consolazione, Roma 1823, pp. 36-38; A. Bertolotti, Artisti bolognesi… in Roma, Roma 1885, pp. 180, 182; J. Meyer, Künstler-Lexikon, III, Leipzig 1885, pp. 691 s.; H. Voss, Die Malerei des Barock in Rom, Berlin 1924, pp. 598, 603 s., fig. 353; Die Staatliche Gemäldegalerie zu Dresden (catal.), Dresden 1929, pp. 194, figg. 440, 195; E. Waterhouse, Baroque Painting in Rome, London 1937, pp. 47 s., fig. 58; A. De Rinaldis, L'arte in Roma dal '600 al '900, Roma 1948, p. 169; R. Wittkower, Art and Architecture in Italy, Harmondsworth 1958, p. 307; A. M. Clark, "Lost" Frescoes by N. B., in The Connoisseur, CXLVIII(1961), pp.190-193; Guida di Pesaro, Pesaro 1962, p. 86; A. Schiavo, Palazzo Altieri, Roma 1964, v. Indice; G.Moroni, Diz. di erudiz. storico-eccles., XLIX, Venezia 1848, p. 281; LXIII, ibid. 1853, p. 103; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 478.

Vedi anche
abside architettura   ● Struttura architettonica a pianta semicircolare, sulla quale si imposta una volta a calotta semisferica (catino), utilizzata come motivo di articolazione spaziale interna ed esterna di un ambiente (talora con funzione di contrafforte); può presentarsi anche con andamento poligonale, ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). cappella architettura Edificio di culto di piccole dimensioni, isolato in modo da costituire un corpo autonomo; o ambiente, più o meno importante per forme e dimensioni, compreso, con la stessa destinazione di culto, nell’ambito di un maggiore e più complesso organismo architettonico, come la cappella di un palazzo ... altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ...
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berrettóne
berrettone berrettóne s. m. [accr. di berretto]. – 1. Grande berretto; in partic., era così detto il berretto di dottori, professori, giudici, ecc., e l’alto copricapo di pelo, caratteristico, nel passato, di alcuni corpi militari (dragoni,...
nìccolo
niccolo nìccolo s. m. [alteraz. del lat. onychĭnus agg. «di onice»]. – Termine presente in vecchi cataloghi di collezioni di gemme: non ha sign. univoco, e spesso è stato usato come sinon. pop. di onice.
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