CACCIATORE, Niccolò
Nacque a Casteltermini nella zona di Agrigento, il 26 genn. 1780, da famiglia agiata. Il padre, Gaetano, notaio del luogo, pensava di avviarlo alla vita religiosa, e a tale scopo gli fece prima impartire un'educazione letteraria e scientifica di base da uno zio sacerdote, Innocenzo; quindi lo fece entrare in seminario. Tuttavia il C. non seguì fino in fondo la via del sacerdozio; ricevuti gli ordini minori nel 1796, per qualche tempo insegnò greco nel seminario di Agrigento, ma dopo poco abbandonò l'incarico per andare a perfezionarsi in questa lingua a Palermo. Qui insegnò geografia antica e comparata nelle scuole normali e nelle ore libere, oltre al greco, approfondì la matematica, cui s'era appassionato. Nel 1798 conobbe il Piazzi, allora direttore dell'osservatorio di Palermo, che apprezzandone le doti l'invitò a lavorare con lui. D'allora in poi la ricerca astronomica divenne la sua principale attività: dal 1800 fu primo assistente all'osservatorio, e collaborò al grande catalogo stellare che Piazzi andava elaborando, le Praecipuarum stellarum positiones mediae ineunte saeculo XIX.
Il catalogo, notevolmente più preciso di tutti i precedenti e tappa significativa nel progresso astronomico, fu tuttavia soggetto a critiche perché la posizione delle stelle in esso comprese era determinata in relazione a quella di sole trentaquattro stelle base. Parve così opportuno ampliare il numero di tali stelle fondamentali, e l'esatta rilevazione della posizione degli astri aggiunti, fino a un totale di 220, fu compiuta dal C. con un duro lavoro svolto nel biennio 1803-05. Il gruppo di stelle da lui studiato divenne quindi la base della terza e più perfezionata edizione del catalogo, uscita nel 1814, la cui preparazione il C. diresse dal 1807, anno in cui una malattia della vista costrinse il Piazzi ad affidargli gran parte del lavoro.
Il primo scritto del C. è un opuscolo concernente una cometa apparsa nel 1807, pubblicato a Palermo in quell'anno. Dopo di allora, egli fornì una produzione scientifica episodica e di non grande livello, che risulta fusa nelle pubblicazioni dell'osservatorio palermitano con quella dei Piazzi fino al 1817, quando quest'ultimo si trasferì a Napoli. Nel 1810, frattanto, si era sposato con Emanuela Martina, da cui ebbe cinque figli. Nel 1811 era divenuto professore di astronomia e geodesia nell'Istituto topografico, e nel 1814 docente di astronomia all'università; nel 1817 divenne direttore dell'osservatorio. Tecnico della commissione pesi e misure, nel 1819 sarà anche incaricato dal governo di dividere la Sicilia in nove unità amministrative, distretti e circondari; egli assolse il compito tracciando i confini di 23 distretti e 150 circondari. Nello stesso 1819 pubblicò un opuscolo su una nuova cometa, cui seguirono le memorie Sulle osservazioni meteorologiche e Sulla origine del sistema solare, uscite a Palermo nel 1825. Dal 1826, poi, il C. riprenderà la pubblicazione degli atti dei lavori dell'osservatorio, iniziata dal Piazzi e da questo condotta fino al volume settimo.
Nel 1820, quando Palermo fu agitata dai moti separatisti, la folla prese d'assalto il palazzo reale, sul quale sorgeva la torre dell'osservatorio, entrando a forza anche in esso e distruggendone gli strumenti. Il C., che tentava di opporsi, fu trascinato per le vie della città, minacciato di morte e imprigionato. Fu rilasciato dopo breve tempo, ma solo nel 1823 riuscì a ripristinare l'osservatorio. Nel 1834 pubblicò a Palermo una Relazione dei tentativi fatti per determinare la differenza delle longitudini di Palermo e di Napoli, mentre sono del 1835 le Riflessioni sull'imminente ritorno della cometa di Halley (Palermo), in cui le notizie scientifiche si mescolano a considerazioni storico-filosofiche nel tentativo di dissipare l'alone di superstizione che circondava l'apparizione dell'astro.
Il C. diede grande impulso anche allo studio della meteorologia con particolare riferimento al suo rapporto con la chimica, l'agricoltura e la medicina. A lui si deve l'invenzione di un ingegnoso sistema che permette di registrare con precisione, dappertutto, con uguale metodo i fenomeni meteorologici (Sul modo di ridurre ad unico sistema le osservazioni meteorologiche, Palermo 1832).
Per l'originalità delle conclusioni e la dovizia dei particolari è da ricordare, inoltre, la lettera che il C. indirizzò, nel 1839, ad Ernesto Capocci, in cui, studiando le macchie e facule del Sole, già osservate da Lalande, Delambre ed altri astronomi, sostenne che il fenomeno traeva origine da cataclismi solari.
Il C. morì a Palermo il 28 genn. 1841.
Anche il figlio del C., Gaetano, nato a Palermo il 17 marzo 1814 e morto nella stessa città il 16 giugno 1889, fu astronomo di larghissima fama. Nominato direttore dell'osservatorio astronomico di Palermo nel 1841, alla morte del padre, e divenuto titolare della cattedra di astronomia dell'università di Palermo nel 1843, Gaetano riuscì a formare una vera scuola astronomica divisa in tre sezioni: astrometria, astrofisica e meteorologia. Partecipò attivamente alla rivoluzione del '48, e fu anche eletto deputato al Parlamento. Col ritorno della reazione borbonica, venne temporaneamente sospeso dalle sue funzioni.
Si devono al C. oltre alla raccolta nell'Annuario astronomico del reale osservatorio di Palermo, da lui diretto, di tutti i lavori più importanti della sua scuola, e, in particolare, delle effemeridi astronomiche, la ristrutturazione e l'arricchimento con nuovi strumenti dell'osservatorio. Si deve a lui, in particolare, l'installazione dell'equatoriale di Nurz, il trasferimento della sezione autonoma di meteorologia a Valverde e la creazione in questa località, nel 1880, dell'osservatorio meteorologico centrale per la provincia di Palermo ed infine la pubblicazione del Calendario del R. Osservatorio di Palermo, del Bollettino meteorologico del R. Osservatorio di Palermo, delle Osservazioni meteorologiche della stazione di Valverde, e le Pubblicazioni del R. Osservatorio di Palermo.
Bibl.: D. D. Müller, Biografie autografe ed inedite di illustri italiani di questo secolo, Torino 1853, pp.84-90; G. Mira, Bibliografia siciliana ovvero gran dizionario bibliografico…, I, Palermo 1875, p. 142; F. Angelitti, Sullostato del R. Osservatorio astronomico di Palermo…, in Pubblicazioni del R. Osservatorio di Palermo, Palermo 1904, pp. 7 s.; Diz. del Risorgimento nazionale, II, p. 459 (anche per Gaetano); Diz. dei Siciliani illustri, Palermo 1939, p. 85 (anche per Gaetano); Osservatori astrofisici-astronomici e vulcanologici italiani, Roma 1956, pp. 262, 268 s.; Enc. catt., III, col. 266.