CASTIGLIONE (de Castellano, de Castillione, de Castellione), Niccolò
Ricordato nelle fonti anche come "Nicolaus Italus","Nicolaus Florentinus",nacque probabilmente nel 1485-90 in Toscana, in una delle numerose località denominate Castiglione. Non si conosce la sua formazione; è accettabile l'ipotesi che verso il 1516 lavorasse in Ungheria con Bartolomeo Berrecci, e che verso il 1519 sia stato chiamato da questo in Polonia per lavorare alla cappella funeraria di Sigismondo I nella cattedrale sulla collina di Wawel a Cracovia (cappella Jagellonica) dove peraltro la sua opera non è distinguibile da quella degli altri componenti la bottega del Berrecci.
Il C. si stabilì a Cracovia (dove diventò cittadino nel 1529), lavorando come costruttore-architetto nella bottega del Berrecci sino alla morte di lui (1537), e quindi con bottega propria. Egli era al servizio della corte, come risulta dai libri dei conti dal 1522 al 5 maggio 1545 (Varsavia, Arch. centrale degli atti antichi, Conti della casa reale di Sigismondo I: i libri relativi a periodi anteriori non sono conservati).
Il fatto che i suoi compensi fossero sempre più elevati fa pensare che il ruolo del C. fu assai importante e che esso andò crescendo col tempo. Col Berrecci, dopo che nel 1531 furono terminati i lavori nella cappella Jagellonica, lavorò anche alla ricostruzione del castello reale di Wawel, sempre a Cracovia, dopo l'incendio del 1536. A questo palazzo l'artista continuò poi a lavorare da solo sino alla morte, ma apparentemente sempre su progetto del Berrecci, poiché non è identificabile nell'opera alcuna sua impronta personale. Il C. aveva rapporti di grande amicizia con G. Cini da Siena, il quale anche faceva parte della bottega dei Berrecci: ne fu nominato infatti rappresentante "in omnibus suis causis" nel 1532 e insieme con lui comprò una casa a Cracovia, che il Cini rilevò per intero due anni dopo.
Nell'ottobre 1535 Sigismondo I, in considerazione del lungo e fedele lavoro del C., e per indurlo a restare a Gracovia, gli diede in affitto un terreno a Dębniki, presso Cracovia, dove l'architetto costruì una fornace per mattoni, che vendeva in gran parte alla fabbrica del castello reale. Altro segno della notorietà e stima di cui godeva il C. fu la elezione, nel 1540, a seniore della corporazione dei muratori di Cracovia. Nello stesso anno prendeva in affitto una casa, per 12 anni, dall'università jagellonica. È documentato che nel 1542-44 ricostruì una casa (ora distrutta), in via Bracka, a Cracovia, per il magnate H. Szafraniec, ed è probabile che abbia lavorato per lui anche nel castello di Pieskowa Skała nei pressi della città, dal momento che Szafraniec, dopo la morte dell'artista, pagò alla sua vedova, nel 1549, l'ingente somma di 600 fiorini. Nel 1545 il C. era occupato a costruire nei pressi del castello a Cracovia una casa (andata distrutta) per il nobile Jan Tarło.
Dal suo testamento, in data 17 maggio 1545,il C. risulta essere ricco proprietario (una casa a Cracovia, la fornace di Dębniki, e altri beni a Zakrzów); aveva anche partecipazioni ad una miniera nei monti Olkusz.
Morì a Cracovia prima del 1º ag. 1545 lasciando la moglie Jadwiga, di Cracovia, e, tra i figli, Anna, sposata a un nobile polacco, e Gaspare, stimato orefice e collaboratore di G. I. Caraglio.
Non è nota l'attività del C. come scultore; della sua opera architettonica che, come si è detto, è distrutta o impossibile a identificarsi, si può soltanto pensare che continuò a diffondere in Polonia gli influssi fiorentini della bottega del Berrecci.
Fonti e Bibl.: Cracovia, Arch. degli atti antichi, Consul. Crac., Castr. crac.; S. Tomkowicz, Wawel, I, Zabudowania Wawelu i ich dzieje...(Il complesso architettonico di Wawel e la sua storia), Kraków 1908, passim;A. Chmiel, Wawel, II, Materiały archiwalne do budowy Zamku...(Materiale archivistico per la costruz. del castello), Kraków 1913, passim; S.Komornicki, Kaplica Zygmuntowska w katedrze na Wawelu 1517-1533 (La capp. degli Jagelloni nella cattedr. di Wawel), in Rocznik Krakowski, XXIII(1932), pp. 1-120 passim;J. Ptaśnik-M. Friedberg, Cracovia artificum 1501-1550, Kraków 1936-1948, nn. 718, 731, 795, 1001, 1084, 1149, 1209, 1278, 1317, 1353, 1427, 1442, 1448, 1451; A. Majewski, Zamek w Pieskowej Skałe (Ilcastello di Pieskowa Skała), in Teka Konserwatorska, n. 2, Warszawa 1935, pp. 8 s.; S. Łoza, Architekci i budowniczowie w Polsce (Architetti e costruttori in Polonia), Warszawa 1954, p. 43; S. Kozakiewicz, Gli influssi ital. nell'archit. polacca prima della corrente palladiana, in Bollett. del Centro internazionale di studi d'architettura Andrea Palladio, II (1960), pp. 42-45; Id., Z badań nad Bartłomiejem Berreccim (Ricerche su B. Berrecci), in Biuletyn historii sztuki, XXIII(1961), pp. 311-327; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 169; Polski Słownik Biograficzny, III, p. 212.