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NICCOLO' da Verona

di Anna Maria Babbi - Dizionario Biografico degli Italiani (2013)
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NICCOLO' da Verona

Anna Maria Babbi

NICCOLO' da Verona. – Non esistono documenti d’archivio che possano fornire notizie certe su questo poeta attivo attorno alla metà del XIV secolo, autore dei poemi Pharsale, Prise de Pampelune e Passion.

Virginio Bertolini nelle pagine introduttive alla sua edizione della Passion (1989, pp. 18-20) cita almeno tre maestri di grammatica presenti nei regesti veronesi, di cui uno potrebbe avvicinarsi a Niccolò. Si tratta di un «magister Nicholaus doctor gramatice», «familiare» di Cangrande della Scala, presso il quale godeva di una posizione di privilegio. Secondo Bertolini, considerati gli ottimi rapporti tra gli Scaligeri e gli Estensi, potrebbe trattarsi dello stesso Niccolò che soggiornava presso Niccolò d’Este nel 1343, data di composizione della Pharsale.

Le uniche informazioni che si possiedono su Niccolò sono in realtà quelle che si ricavano dalle sue opere, tutte scritte in franco-veneto in lasse di alessandrini. La notizia più completa si trova nella Pharsale: ai versi 1933-37 si legge infatti: «E ce qe çe vous cont dou feit des Romanois / Nicholais le rima dou païs Veronois / Por amor son seignor, de Ferare marchois: / Et cil fu Nicholais, la flor des Estenois, / Corant mil e troicent ans e quarante trois» (E ciò che vi racconto del fatto dei Romani / lo mise in rima Niccolò del paese veronese / per amor del suo signore, marchese di Ferrara: / e quello fu Niccolò, il fiore degli Estensi, / e correva l’anno mille trecento e quarantatrè; Di Ninni, 1992). A ribadire queste affermazioni, le iniziali di lassa – dalla III alla XCVI – forniscono in acrostico gli ultimi quattro versi sopra citati (1934-37). L’anno di composizione è elemento molto importante nell’insieme della letteratura franco-veneta, come già ricordava Vincenzo Crescini in un saggio del 1932 in cui era dedicato grande spazio alle opere di Niccolò.

Nella Passion, nella lassa iniziale e in quella finale (XXXV), l’autore si firma, al v. 19 : «Pour celu Nicholais, cha rimé par certançe» (per quel Niccolò che ha messo in rima veramente; Bertolini, 1989), e ai vv. 990 s.: «Jusquement à cist pont ceste çouse a esponue / Nicolais Veronois e por rime estendue» (Fino a questo punto questa cosa è stata scritta / e messa in rima da Niccolò da Verona).

La Prise de Pampelune, sorta di continuazione della Entrée d’Espagne, è anonima, ma il nome di Niccolò compare nei 131 versi che annunciano la suite e che sono stati copiati alla fine del manoscritto contenente la Entrée d’Espagne conservato a Venezia nella Biblioteca Marciana, il Marc. franc. XXI (=252), vv. 125-129: «Ci tourne Nicolais a rimer la complue / de l’Entree d’Espagne, qe tant est stee escondue / par ce ch’elle n’estoit par rime componue / da cist pont en avant, ond il l’a proveüe / pour rime, cum celu q’en latin l’a leüe» (Nicolò riprende a mettere in rima la continuazione / dell’Entrata in Spagna, che tanto era sconosciuta / poiché non era composta in rima / da questo punto in avanti, per cui la resa / in rima come quello che l’ha letta in latino). La definitiva attribuzione della Prise de Pampelune dell’Anonimo Padovano a Niccolò, ormai accettata da tutti gli studiosi si deve a Antoine Thomas, il quale scioglie in maniera risolutiva «de la façon la plus simple, la plus lumineuse, la question en apparence si compliquée des rapports des manuscrits XXI [Entrée] et V [Prise]» (1882, p. 3).

Come ha sottolineato Aurelio Roncaglia (1965, p. 753), Niccolò da Verona «è il primo autore franco-veneto che mostri e anzi ostenti, oltre che una solida cultura, una matura consapevolezza letteraria dell’opera sua e che tenga a tramandare il suo nome, firmandola». La sua personalità spicca tra gli altri scrittori di testi franco-veneti proprio per la varietà delle composizioni a lui attribuite e arrivate fino a noi. La Pharsale (6116 versi) affronta un argomento non molto frequentato a questa altezza temporale dagli autori delle varie compilazioni scritte in francese nel Nord Italia, vale a dire la guerra civile tra Cesare e Pompeo, basata sulla Pharsalia di Lucano, ma attraverso il tramite francese dei Fet des romains, diffusissima (circa 50 manoscritti) compilazione anonima in prosa dell’inizio del Duecento. La Prise de Pampelune (3166 versi) si riallaccia all’epica francese, argomento principe delle traduzioni e dei rifacimenti italiani. Fonti della Passion (994 versi) sono infine i Vangeli, il Vecchio Testamento, gli Apocrifi e qualche altra leggenda medievale legata alla passione di Cristo.

Opere: Ginevra, Bibliothèque publique et universitaire, Ms fr. 81, Pharsale; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Cod. Marc. franc. V (=250), Prise de Pampelune; ibid., Cod. Marc. Str. App. XXXIX (=272),  Passion (i tre manoscritti facevano un tempo parte della Biblioteca dei Gonzaga come si deduce dall’Inventario del 1407). Edizioni: Altfranzösische Gedichte aus venezianischen Handschriften, a cura di A. Mussafia, II, Wien 1864; Die Pharsale des Nicolas von Verona,  a cura di H. Wahle, Marburg 1888; Niccolò da Verona, Opere. Pharsale, Continuazione dell’Entrée d’Espagne, Passion, a cura di F. Di Ninni, Venezia 1992; La Passion (cod. Marc. fanc. app. XXXIX=272), a cura di V. Bertolini, Verona 1989.

Fonti e Bibl.: A. Thomas, Nouvelles recherches sur l’«Entrée d’Espagne», in Bibliothèque des Écoles françaises d’Athènes et de Rome, XXV (1882), pp. 1-65; V. Crescini, Di una data importante nella storia dell’epopea franco-veneta, in Romanica fragmenta, Torino 1932, pp. 328-350; F. Riva, Letteratura franco-italiana (N. d. V.; Raffaele da Verona), in Verona e il suo territorio, Verona 1964, pp. 467-474; A. Roncaglia, La letteratura franco-veneta, in Storia della letteratura italiana, a cura di E. Cecchi - N. Sapegno, II, Il Trecento, Milano 1965, pp. 727-759; R. Specht, Recherches sur Nicolas de Vérone: contribution à l'étude de la littérature franco-italienne du quatorzième siècle, Bern - Frankfurt am Main 1982, p. 213; A. Limentani, L’epica in «Lengue de France»: l’«Entrée d’Espagne» e N. d. V., in L’«Entrée d’Espagne» e i signori d’Italia, a cura di M. Infurna - F. Zambon, Padova 1992, pp. 3-45; Ch. Lelong, L'œuvre de Nicolas de Vérone. Intertextualité et création dans la littérature épique franco-italienne du XIVe siècle, Paris 2011, p. 680; Anonimo Padovano, L’Entrée d’Espagne. Rolando da Pamplona all’Oriente, a cura di M. Infurna, Roma 2011, p. 414.

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nìccolo
niccolo nìccolo s. m. [alteraz. del lat. onychĭnus agg. «di onice»]. – Termine presente in vecchi cataloghi di collezioni di gemme: non ha sign. univoco, e spesso è stato usato come sinon. pop. di onice.
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