BUFALINI, Niccolò dei (Nicolaus de Castello, Niccolò di Castello)
Nacque a Città di Castello nella prima metà del sec. XV da Riccomanno (o Manno) di Pietro. Si ignora in quale università studiasse diritto civile, e canonico, nel quale si laureò. Dopo aver ricoperto la carica di podestà a Narni, si trasferì a Roma, dove divenne abbreviatore di parco maggiore presso la Curia: come tale si trova infatti citato in vari documenti del 1463-1464. Nel 1466 acquistò una casa nel rione Parione da certo Domenico Capella per 200 ducati d'oro di camera (Arch. di Stato di Roma, Arch. notarile n. 705, not. Laurentius de Festis, cc.523v-526v). Nel 1479, quando Sisto IV riformò l'organizzazione della cancelleria, il B. fu tra gli abbreviatori di parco maggiore posti alle dirette dipendenze del vicecancelliere Rodrigo Borgia. Non risulta dalle fonti a noi note l'anno nel quale fu nominato anche avvocato concistoriale; certo ciò avvenne comunque prima del 1484, perché come tale viene designato il 22 novembre di quell'anno in una littera passus che gli viene rilasciata da Innocenzo VIII "pro nonnullis nostris et Romanae Ecclesiae negociis" (Reg.vat. 683, c. 117v). Nel medesimo anno 1484 entrò, insieme con un gruppo di uomini di Curia, nell'Arciconfraternita di S. Spirito (si può vedere la sottoscrizione presso il Marini, p. 104). Dal papa Sisto IV e dall'imperatore Massimiliano ottenne il diritto di creare notai a Città di Castello. Sotto il pontificato di Sisto IV egli insegnò diritto nell'università romana, sostituito poi da Alfonso'de Soto, al quale era legato d'amicizia. Al B. si devono le regole di cancelleria pubblicate sotto Innocenzo VIII, il 13 sett. 1484, come risulta dal commento di Alfonso de Soto che accompagnò la maggior parte delle edizioni (per gli incunaboli delle Regulae,Ordinationes et Constitutiones Cancellariae Sanctissimi domini nostri D. Innocencii divina providentia pape VIII,scripte et correpte in Cancellaria Apostolica, si veda L. Hain, Repertorium bibliographicum…, III, nn. 9217-9230). Pur essendosi definitivamente insediato a Roma e avendo quivi raggiunto una posizione di notevole rilievo, il B. continuò a mantenere saldi legami con Città di Castello. Infatti nel giugno del 1468 fu tra le eminenti personalità di Città di Castello scelte dal commissario pontificio Lorenzo Zanni, arcivescovo di Spalato, per ristabilire nella città umbra l'accordo tra i fautori e gli avversari di Niccolò Vitelli; mentre dieci anni più tardi, il 27 apr. 1487, dalle autorità municipali gli fu ceduto il palazzo di S. Giustino, con l'obbligo di fabbricarvi un forte a difesa della città. Nel 1486 circa, a Roma, commissionò al Pinturicchio gli affireschi della cappella gentilizia, in S. Maria d'Aracoeli, che volle dedicata a S. Bernardino, cui la famiglia era devota.
Il ciclo intendeva ricordare, tra l'altro, l'intervento del santo nelle lotte, che avevano opposto i Bufalini ai Baglioni. In uno degli affireschi, in cui si rappresentano le esequie di s. Bernardino, appare in primo piano il B. vestito di broccato d'oro e di pelliccia, preceduto da un paggio che porta alzata una spada. Accanto a lui sono altri membri della famiglia. A destra nella cappella si trova la sepoltura dei Bufalini con una lapide sulla quale sono incise le parole: "Nicolai de Castello et suorum".
Non abbiamo notizie sugli ultimi anni della sua vita: nell'agosto del 1495 acquistò da Lodovica, figlia di un Tommaso Turrimaca una casa nel rione Campitelli in Roma (Ottob. lat. 2548, c. 791). Nel 1496 versò 50 fiorini per celebrare l'anniversario di morte del figlio Giovan Pietro, anch'egli abbreviatore di parco maggiore, alla Confraternita del Salvatore ad Sancta Sanctorum, e altrettanti ne versò alla stessa confraternita, insieme con Ventura Bufalini, nel 1503 per Riccomanno Bufalini, che era stato vescovo di Venafro. Secondo il Giampini - che però non indica da dove tragga la notizia, - il B. morì nel 1506.
Non bisogna confondere il B., come pure è stato fatto nella letteratura storica (Spreti), con Niccolò Vitelli, detto anche lui Nicolaus de Castello, al quale fu dato l'appellativo di conte della Campagna.
Fonti e Bibl.: Ioannis Burckardi Liber notarum ab anno 1483 usauo ad annum1506, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XXXII, 1, a cura di E. Celani, p. 458; Ioanne a Chokiar, Comment. inRegulas. Cancellarie Apostolicae sive in glossemata Alphonsi Sotto glossatoris noncupati, Coloniae Agrippinae 1621, p. 159; I. Ciampini, De abbreviatoribus de Parco Maiori, Romae 1691, pp. 39, VII; P. F. Casimiro Romano, Memorie istoriche della chiesa e convento di S. Maria in Aracøli di Roma, Roma 1736, p. 38; G. Marini, Lettera al chiarissimo monsignor G. Muti Pappazzurri già Casali nella quale s'illustra il ruolo de' Professori dell'archiginnasio Romano per l'anno MDXIV, Roma 1797, pp. 35, 104; F. M. Renazzi, Storia dell'università degli studi di Roma, I, Roma 1803. P. 221; G. Muzi, Memorie di Città di Castello, II, Città di Castello 1844, pp. 36, 60., 74 s., 78, 176 s.; E. Cecchini, Archivio notarile e il notariato in Città di Castello, Città di Castello 1899, p. 11; Practica cancellariae Apostolicae saeculi XV exeuntis. Ein Handbuch für den Verkehr mit der papstlichen Kanzlei, a cura di L. Schmitz-Kallenberg, Munster 1908, pp. 68 n. 5, 74; V. Spreti, Enc. stor. nobil. ital., II, p. 200.