NICCOLÒ di Lira (Lyranus)
Francescano, celebre espositore della Bibbia, nato a Lyre (oggi e allora due paesetti Vieille-Lyre e Neuve-Lyre, dipart. Eure, circondario di Évreux), nella Normandia, verso il 1270, morto a Parigi, certamente dopo il 20 luglio 1349, probabilmente il 15 ottobre dello stesso anno. Dopo gli studî di H. Labrosse non si può più ammettere che il Lirano fosse nativo inglese o del Brabante, come non vi sono argomenti serî per crederlo oriundo ebreo. Verso il 1300 a Verneuil (Eure) si fece francescano, e fu destinato allo studio di Parigi, dove prima del 1309 si addottorò in teologia. Secondo una fonte tardiva, nel 1314 sarebbe stato ministro provinciale di Borgogna; certamente poi coprì tale carica nella provincia di Francia (Parigi) nel 1319 e nel 1322, nel quale anno egli prese parte al famoso capitolo generale dell'ordine a Perugia, dove fu determinata la povertà assoluta di Cristo. Nel 1325 fu provinciale di Borgogna, e negli anni 1330-32 in esecuzione del testamento di Giovanna di Borgogna, fondò a Parigi il collegio di Borgogna, a cui probabilmente diede anche gli statuti. Ebbe pure parte nella controversia sulla visione beatifica, come dimostrano un suo trattato inedito e un documento del 2 gennaio 1334 (presso H. Denifle, Chartularium Univ. Parisiensis, II, Parigi 1891, 429, n. 981). Poche altre date sono certe fino alla sua morte; certo egli appare ancora tra i vivi in un istrumento del 20 luglio 1349. La notizia tramandata da un cronista tedesco del Quattrocento, che il Lirano abbia insegnato nel 1329 all'università di Erfurt, è priva di fondamento.
L'attività letteraria di N. di Lira è quasi tutta consacrata alla S. Scrittura e a questioni connesse. La sua importanza nella storia dell'esegesi sta nel ritorno al senso letterale e nell'insistere per i libri dell'Antico Testamento sul testo ebraico, lingua da lui conosciuta. Si servì inoltre degl'interpreti ebrei, specialmente del rabbino Salomon Jarchi. Sembra però che non conoscesse il greco. Alcune sue interpretazioni furono contestate dall'ebreo convertito Paolo vescovo di Burgos (morto nel 1435), il quale scrisse le Additiones, che alla loro volta furono confutate dal francescano Mattia Döring (morto nel 1460) con le Replicae. Questi due scritti si trovano generalmente nelle edizioni del Lirano, insieme con il testo sacro e le glosse ordinarie e interlineari, sotto il nome di Biblia ordinaria o maxima. Esistono circa 800 manoscritti del Lirano, e tra il 1471 e il 1660 un centinaio di edizioni, di cui la prima uscì a Roma nel 1471-72, in 5 volumi in-folio, per i tipi di Pannartz e Schweynheim. Vi sono inoltre edizioni parziali. Le opere principali sono: Postilla litteralis, scritta nel 1322-1331; Postilla moralis seu mystica, terminata nel 1339; Tractatus de differentia nostrae translationis ab hebraica littera V. T., terminato nel 1333, edito a Rouen s. a. (sec. XV); Probatio adventus Christi contra Iudaeos, edito per lo più con l'opuscolo seguente sotto il titolo: Libellus quaestionum iudaicam perfidiam improbantium, nel volume VI dell'edizione di Anversa 1634; Responsio ad quemdam Iudaeum (1334); De visione divinae essentiae (circa 1334), inedito; un sermone su S. Francesco d'Assisi, edito nel Firmamentum trium Ordinum, Parigi 1512, parte I, f. 1-9; Venezia 1513, parte 1ª, f. 7-14, e presso il Wadding, B. P. Francisci Assisiatis opuscula, Anversa 1623, pp. 592-614.
Bibl.: H. Labrosse, Recherches sur la vie et l'øuvre de Nicolas de Lyre, Tolosa 1906 (tesi); id., Sources de la biographie de Nicolas de Lyre, in Études franciscaines, XVI (1906), pp. 383-404; id., Biographie de Nicolas de Lyre, ibid., XVII (1907), pp. 489-505, 593-608; id., Øuvers de Nicolas de Lyre, ibid., XIX (1908), pp. 41-52, 153-175, 368-379; L. Wadding, Script. Ord. Min., Roma 1906, p. 178 seg.; H. Sbaralea, Suppl. ad Script. Ord. Min., II, Roma 1921, pp. 276-281; G. Cave, Script. eccl. hist. lit., I, Ginevra 1694, Appendix, 15; II, ibid., 1699, p. 174; M. Bihl, Hat Nikolaus von Lyra in Erfurt doziert?, in Zeitschrift für thüringische Geschichte und Altertumskunde, XXVI (1908), pp. 329-338; F. Schwendinger, De vaticiniis messianicis Pentateuchi apud Nicolaum de Lyra, in Antonianum, IV (1929), pp. 3-44, 129-166.