Mercante e verseggiatore (Firenze 1498 - ivi 1555). Si diede a celebrare in versi i potenti, sperando lauti guadagni, indotto dall'esempio dell'Aretino. Andò in Francia per far fortuna coi suoi versi; disilluso, tornò alla mercatura in Firenze. Fu tra i fondatori dell'Accademia degli Umidi. Lasciò anche un epistolario, di scarsa importanza.