PERELLI, Niccolo
PERELLI (Perella, Perrelli), Niccolò. – Nacque il 22 ottobre 1696 a Napoli da Domenico, banchiere, e da Angela Farina. I Perelli provenivano da L’Aquila e vantavano il titolo di duchi di Monasterace.
Niccolò studiò a Napoli, nel Collegio de’ nobili e lo si ritrova nel 1718 a Roma nella Pontificia accademia dei nobili ecclesiastici. Compiuti gli studi si avviò verso la carriera ecclesiastica costituendosi in data imprecisata negli ordini sacri.
Gli furono presto dischiuse le porte della Curia. Entrò tra i protonotari apostolici partecipanti, quindi, il 5 marzo 1722, tra i referendari delle due Segnature. Dall’ottobre di quello stesso anno e fino al 1727 fu governatore di Rieti e nel maggio 1728 presidente della Camera apostolica. Il 2 gennaio 1730 entrò tra i chierici di Camera e nel febbraio successivo fu vicario di S. Maria Maggiore e, sempre nello stesso anno, ponente della Congregazione della Consulta. Non smise di raccogliere incarichi: fu presidente delle Carceri nel 1731; soprintendente di Collescipoli dal 1733 al 1734; governatore di Cesi e delle Terre Arnolfe nel 1735; vicario di S. Lorenzo in Damaso nel 1739; presidente della Grascia il 18 agosto 1740; presidente della congregazione dei Conti nel settembre 1743; prefetto dell’Annona dal 5 luglio 1747 al 31 dicembre 1753; decano dei chierici di Camera dal 1751 al 1755; commissario delle Armi dal 1752 al 1755; presidente ad interim delle Acque e decano e propresidente delle Ripe nel luglio 1753. Dal novembre 1753 al 1759 fu tesoriere generale della Camera apostolica.
Nel Concistoro del 24 settembre 1759 venne creato cardinale (ricevette il berretto il successivo 27 settembre e poco dopo ebbe il titolo diaconale di S. Giorgio al Velabro). Fece parte delle congregazioni della Sacra Consulta, del Buon Governo, dell’Indice, delle Acque, delle Ripe, del Tevere. Fu poi soprintendente del porto di Anzio. L’11 maggio 1765 divenne protettore dei Basiliani.
Prese parte al conclave che nel 1769 elesse papa Clemente XIV e dove il suo nome venne incluso nella lista di papabili per essere poi messo da parte, secondo Ludwig von Pastor (1933, XVI, 2, p. 30, che appare qui però poco credibile), perché Perelli, ultrasettantenne, e il quasi omonimo e coetaneo Filippo Maria Pirelli vennero considerati troppo giovani.
Morì a Roma il 24 febbraio 1772. I funerali si svolsero nella basilica dei Ss. Apostoli e vi parteciparono il papa e, assieme a numerosi cardinali, il duca di Gloucester, fratello del re d’Inghilterra, in quei giorni in visita a Roma. Il suo corpo venne tumulato nella chiesa romana dei Ss. Giovanni e Paolo, così come Perelli aveva indicato nel suo testamento, il cui esecutore fu il vicegerente monsignor Domenico Giordani.
Fonti e Bibl.: G. Moroni, Dizionario d’erudizione storico ecclesiastica, LII, Venezia 1851, pp. 89-90, LXXIV, Venezia 1855, p. 311; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d’altri edificii di Roma, X, Roma 1877, p. 10; L. von Pastor, Storia dei papi, XVI, 1, Roma 1933, p. 1025, XVI, 2, Roma 1933, pp. 29 s.; Le lettere di Benedetto XIV al card. De Tencin, a cura di E. Morelli, I, 1740-1747, Roma 1955, p. 414; G. Beltrami, Notizie su prefetti e referendari della Segnatura Apostolica desunte dai brevi di nomina, Città del Vaticano 1972, p. 173; F. Valesio, Diario di Roma, a cura di G. Scano, V, Milano 1979, pp. 158, 172; VI, Milano 1979, pp. 378, 532; C. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio: 1550-1809, Roma 1994, pp. 345, 834; Id., Genealogien zur Papstgeschichte, I, Stuttgart 1999, p. 174; Id., Die Päpstlichen Referendare 1566-1809, III, Stuttgart 2004, p. 809.