NICCOLO Piffaro senese
NICCOLÒ Piffaro senese. – Nacque a Siena verso il 1480 da Cristoforo di Brandino.
Il padre, d’origini lombarde, entrò nel complesso dei pifferi del palazzo pubblico di Siena il 1° agosto 1472 e vi rimase fino al 1495, col titolo di maestro dal 1490. Di suoi quattro figli, tre, Antonio, Domenico e Niccolò, ne seguirono le orme come suonatori di piffero nella stessa banda senese (D’Accone, 1997, pp. 539 s., 563-565, 782).
Dopo la formazione al seguito del padre, nel maggio 1496, Niccolò Piffaro fu ammesso nella Compagnia di S. Caterina in Fontebranda di Siena, per la quale prestò i primi servizi («m° Nicolo di m° Cristofano piffaro di palazzo a li XXIII di magio 1496», Siena, Biblioteca comunale, ms. 30; cfr. Garosi, 1978, p. 64). Nel 1510 entrò nella banda del palazzo pubblico di Siena, allora composta da cinque-sei elementi, come di consueto. Vi condusse una lunga carriera, più che cinquantennale, divenendo maestro nel 1558 (D’Accone, 1997, pp. 618-620). La comunità senese in segno di stima gli conferì diverse distinzioni . Nel 1522, per esempio, il Comune lo esonerò dall’obbligo d’indossare l’uniforme, con la sola eccezione per il servizio d’uscite della Signoria (Cellesi, 1934, p. 108). Ancora, una deliberazione del concistoro datata 6 ottobre 1555 lo dispensava, ormai malvedente per l’età avanzata, dalle esecuzioni notturne della banda (ibid., p. 791).
Morì a Siena, poco dopo il 12 giugno 1566, data del codicillo al suo testamento (ibid., p. 574).
È l’autore di otto composizioni a quattro voci (barzellette, capitoli, strambotti) composte nello stile della frottola norditaliana, pubblicate a Siena, nel 1515, da Pietro Sambonetto, nella raccolta Canzonette sonetti strambotti e frottole Libro primo (Adio riman, resta signora, Di lassar tuo divo aspecto, Due virtù el mio cor nutricha, Lo splendente tuo bel viso, Piangete ochi dolenti, Se la serena col suo dolce canto, Se ’l t’è grato el mio servire, Spero pur mutar mio fato; ed. in Cellesi, 1934; D’Accone, 1995). In quest’edizione il nome compare abbreviato in «NIC. PIF. S.».
Fonti e bibl.: L. Cellesi, Ricerche intorno ai compositori dello «zibaldoncino musicale» marucelliano, in Bullettino senese di storia patria, XXXVIII (1931), pp. 307-309; Id., Il lirismo musicale religioso in Siena nel Trecento e quello profano nel Cinquecento, ibid., XLI (1934), pp. 93-112; K. Jeppesen, La Frottola, 3 voll., Århus 1968-70, passim; D. Fusi, Le frottole nell’edizione di Pietro Sambonetto (Siena 1515), tesi di Laurea, Università di Siena, 1977, passim; F. Luisi, La musica vocale nel Rinascimento, Torino 1977, pp. 88 s.; G. Garosi, Inventario dei manoscritti della Biblioteca comunale di Siena. 1: Mss. 1-150, Firenze 1978,p. 64; H.B. Lincoln, The Italian madrigal and rlated repertories. Indexes to printed collections 1500-1600, New Haven-London 1988, pp. 418-484; F.A. D’Accone, Instrumental resonances in a Sienese vocal print of 1515, in Le Concert des voix et des instruments à la Renaissance, a cura di J.-M. Vaccaro, Tours 1995, pp. 333-359; Id., The civic Muse: Music and musicians in Siena during the Middle Ages and Renaissance, Chicago 1997, pp. 539 s., 563-565, 574, 618-620, 782.