TINUCCI, Niccolò
Scrittore, nato a Firenze nel 1390. Attese all'arte notarile, che esercitò dal 1409 al 1422. Prese parte a negozî politici, destreggiandosi tra Medici e Albizzi, con un atteggiamento che non fu sempre chiaro. Morì il 20 agosto 1444.
Scambiò sonetti col Burchiello e con Domenico da Prato, e fu verseggiatore di qualche conto, specialmente nel modo di rappresentare, con certa scabra durezza non priva di vigoria, gli effetti d'amore. Le sue rime (ma non tutte sono certamente sue) furono edite nel 1718 da G. B. Casotti in appendice alle Prose e rime dei due Bonaccorsi da Montemagno.
La burla che egli in unione con altri buontemponi giocò a Bianco Alfani, dandogli a credere che fosse stato eletto podestà di Norcia, diede poi origine a una diffusissima novella anonima del '400.
Bibl.: F. Flamini, La lirica toscana del Rinascimento anteriore ai tempi del Magnifico, Pisa 1891; V. Rossi, Sulla novella di Bianco Alfani, in Scritti di critica letteraria, II, Firenze 1930.