NICEFORO da Bari
NICEFORO da Bari. – Attivo a Bari alla fine dell'XI secolo, fu l’autore del primo resoconto della traslazione del corpo di s. Nicola da Mira, nell’odierna Turchia, a Bari, avvenuta il 9 maggio 1087.
Le uniche notizie sicure su Niceforo − che potrebbe forse essere identificato con un omonimo protonotario di cui si trovano numerosi atti notarili redatti tra il 1094 e il 1108 − si evincono dal testo sulla traslazione, dal quale si apprende che fu monaco e che l’opera gli fu commissionata da Curcorio, un rappresentante del potere civile della città. La stesura si data in base al riferimento alla costruzione della basilica di S. Nicola, iniziata nel luglio 1087, e al fatto che dà ancora come vescovo Ursone, morto il 14 febbraio 1089.
Vi sono tre redazioni del resoconto: due in latino e una in greco. La prima in latino, la Translatio Sancti Nicolai in Varum detta beneventana, è trasmessa dal Codice beneventano (cc. 251r-266v) della Biblioteca capitolare di Benevento ed è databile tra il 1151 e il 1190. La seconda, detta vaticana, più breve, è contenuta nel codice Vat. Lat. 6074 (cc. 5v-10v). La versione greca (Anrich, 1913) non presenta il prologo ma è più vicina alla beneventana. Oltre a queste tre principali esiste la redazione latina tradita dal cod. Gandav. Lat. 289, detta gerosolimitana perché vi è citato il nome del patriarca di Gerusalemme Anania. Infine vi è una traduzione paleoslava della versione greca, probabilmente redatta verso il 1090 nell’ambito culturale del monastero delle Caverne di Kiev (Pečerska Lavra).
Le due lingue differenti nelle quali il resoconto è pervenuto sono riflesso del dualismo che caratterizzava la Bari del tempo: a differenza della versione latina più coincidente il punto di vista ecclesiastico, quella greca esprime chiaramente una tendenza mercantile e antinormanna. Nel 1071 la conquista normanna della città, che dall'876 era stata capitale di una regione amministrativa dell’Impero Bizantino, il tema di Longobardia, aveva segnato un mutamento epocale per Bari. La vita politica gravitava intorno ai normanni, con impatto importante in particolare di Roberto il Guiscardo, mentre era ancora legata a Bisanzio la classe mercantile, di cui faceva appunto parte il patrizio Curcorio.
Se Niceforo rappresenta il punto di vista del potere laico, il suo contemporaneo Giovanni Arcidiacono, che scrisse il resoconto della traslazione nel 1088 per diretto incarico del vescovo Ursone, esprime la visione ecclesiastica e dà ampio spazio al dibattito che vi fu in città sul luogo ove deporre il corpo di s. Nicola, se una chiesa nuova da costruire oppure la cattedrale, sede del vescovado.
Ultriore importanza al resoconto di Niceforo è conferita dal fatto che non solo attesta la nuova realtà normanna di Bari, ma inserisce l’episodio della traslazione delle reliquie nel contesto immediatamente precedente la prima crociata.
Fonti e Bibl.: A. Beatillo, Historia della vita, miracoli, traslatione e gloria dell'ill.mo confessore di Christo s. Nicolò il Magno, arcivescovo di Mira, patrone e protettore della Città di Bari, Venezia 1705 (1a ed., Napoli 1620); Id., Historia di Bari principal Città della Puglia nel Regno di Napoli, Napoli 1637; N.C. Falconius, Sancti confessoris pontificis et celeberrimi thaumaturgi Nicolai Acta primigenia nuper detecta et eruta ex unico et veteri codice membranaceo vaticano, Napoli 1751, pp. 131-139; U. Putignani, Istoria della vita, de' miracoli e della traslazione del gran Taumaturgo s. Niccolò, arcivescoco di Mira, patrone e protettore della città e della provincia di Bari, Napoli 1771, pp. 551-565; F. Nitti, La leggenda della traslazione di s. Nicola di Bari. I marinai, Trani 1902; G. Anrich, Hagios Nikolaos. Der heilige Nikolaos in der griechischen Kirche. Texte und Untersuchungen, I, Leipzig-Berlin 1913, pp. 435-449; II, ibid. 1917, pp. 170-173; G. Praga, La traslazione di s. Niccolò e i primordi delle guerre normanne in Adriatico, in Archivio storico per la Dalmazia, VI (1931), pp. 4-22, 95-104, 126-139, 233-246, 328-342, 491-502; VII (1932), pp. 114-121; VIII (1933), pp. 10-26; XII (1937), pp. 287-295, 442-465; F. Nitti di Vito, Le questioni giurisdizionali tra la basilica di S. Nicola e il duomo di Bari, 1087-1929, I, Bari 1933, pp. 76-84; W. Holtzmann, Studien zur Orientpolitik des Reformpapsttums und zur Entstehung des ersten Kreuzzuges, in Historische Vierteljahresschrift, XXII (1934), pp. 167-199; G. Antonucci, Per la storia giuridica della basilica di S. Nicola da Bari, in Japigia, V (1934), pp. 214-245; F. Nitti di Vito, La leggenda della traslazione delle reliquie di s. Nicola da Mira a Bari, ibid., VIII (1937), 3-4, pp. 295-411; Id., La Ripresa gregoriana di Bari (1087-1105) e i suoi riflessi nel mondo contemporaneo politico e religioso, Trani 1942, pp. 72-104; F. Babudri, Le note autobiografiche di Giovanni arcidiacono barese e la cronologia dell'arcivescovato di Ursone a Bari (1078-89), in Archivio storico pugliese, II (1949), 1-2, pp. 134-146; Id., Sinossi critica dei traslatori nicolaiani di Bari, ibid., III (1950), 1-2, pp. 3-94; A. Pertusi, Ai confini fra religione e politica. La contesa per le reliquie di s. Nicola tra Bari, Venezia e Genova, in Quaderni Medioevali, V (1978), pp. 6-56; C. W. Jones, Saint Nicholas of Myra, Bari and Manhattan. Biography of a legend, Chicago- London 1978; G. Cioffari, La leggenda di Kiev, Bari 1980; M. Chibnall, The translation of the relics of Saint Nicholas and Norman historical tradition, in Rivista storica del Mezzogiorno, XI-XII (1976-77), pp. 31-41; G. Cioffari, Storia della basilica di S. Nicola di Bari. I. L'epoca normanna sveva, Bari 1984; M. Bacci, S. Nicola: splendori d’arte d’Oriente e d’Occidente (catal.), Bari 2006-2007, Milano 2007; P. Corsi, La traslazione di s. Nicola da Myra a Bari, ibid., pp. 89-96.