NICEFORO Foca
Generale bizantino del sec. IX. Capostipite della stirpe cappadoce dei Foca, avo di Niceforo II, fu abilissimo stratego di Basilio I, il quale, aderendo all'invito di papa Giovanni VIII, lo inviò in Italia nell'885 per difendere dai musulmani i due temi che l'impero ancora possedeva in Italia: il tema di Puglia, con Bari per capitale (poi detto tema di Longobardia) e il tema di Calabria, con capitale Reggio, dove nell'878 si erano rifugiati i Bizantini di Sicilia dopo la perdita di Siracusa. N. appena giunto rioccupò Bari, Taranto, Amantea, Tropea, San Severino, costringendo i musulmani a ritirarsi in Sicilia, estendendo l'efficace tutela dell'esercito bizantino sui principati di Salerno, di Napoli e di Capua e meritandosi così la fama di restauratore della potenza bizantina nell'Italia meridionale. Tornato a Costantinopoli fu inviato da Leone VI prima come stratego nella Macedonia a rialzare le sorti dell'esercito bizantino nella lotta contro i Bulgari; poi nella Siria ad arginare da quel lato la frontiera dell'impero contro i musulmani.
Leone VI nelle sue Τακτικά lo propone come modello di buon amministratore e gli attribuisce l'invenzione di una specie di diga per difendere l'accampamento da cariche improvvise di cavalleria o quando un terreno troppo sassoso non consente di scavare i fossi.
Bibl.: A. Vogt, Basile I empereur de Bysance et la civilisation byzantine à la fin du IXe siècle, Parigi 1908.